39.

5.4K 229 7
                                    

8 maggio 2015

Giody, con mani tremanti, mi ha asciugata e vestita. Ora sono nel letto sotto le coperte e la mia voce non sembra voler tornare. Fisso le pareti della mia stanza con aria assente e non riesco nemmeno a rendermi conto di cosa sia successo. Vedere loro spaventati ha spaventato me.
La porta si apre piano e Nicholas entra nella stanza senza proferire parola. Mi guarda e basta. Si avvicina piano a me e si sfila le scarpe. Non chiede niente, si sdraia al mio fianco e continua a guardarmi.
"Quando te la senti puoi parlare", dice piano, mentre mi accarezza la testa in modo delicato. Mi piace il suo tocco, mi trasmette sicurezza. Mi rannicchio sul suo petto e scoppio a piangere, dapprima piano e poi sempre più forte. Le lacrime scendono copiose dai miei occhi e gli bagnano la maglietta, ma a lui sembra non importare. La sua mano si è spostata sulla mia schiena e fa su e giù, in maniera costante. Mi sussurra ogni tanto qualche parola all'orecchio, ma non le capisco. Mi sembra solamente di star riversando tutto il male all'esterno. Gli occhi mi bruciano da quante lacrime stanno uscendo e per un attimo penso siano interminabili.
Poi però comincia a cantare una canzone dolce che ho sentito solo alcune volte.

If I could fly, I'd be coming right back home to you
I think I might give up everything, just ask me to
Pay attention, I hope that you listen 'cause I let my guard down
Right now I'm completely defenseless

For your eyes only, I'll show you my heart
For when you're lonely and forget who you are
I'm missing half of me when we're apart
Now you know me, for your eyes only
For your eyes only

Mi stupisco del fatto che un ragazzo come lui riesca a cantare una canzone tanto dolce. Nonostante la sua voce non sia quella di un cantante, ascolto stupita e prendo le parole che pronuncia come delle promesse indirette e lo stringo ancora più a me. È talmente lieve il confine che non so se stia parlando di lui, di me o di entrambi. Questo, però, riesce a calmarmi e le mie guance tornano asciutte.
"Grazie", glielo sussurro e mi sento una bambina bisognosa di protezione. Mi sento al sicuro con lui.
"Principessa", sospira di sollievo, "mi hai fatto davvero spaventare"
"Ti giuro che mi sono solo addormentata... poi però ho visto il casino che avevo fatto e le vostre facce...", la voce mi si incrina ancora e non riesco più a parlare a causa del nodo che mi si è formato in gola.
"Lo so...", mi solleva la testa e mi guarda con quegli occhi mozzafiato.
Lascio che il mio cuore batta un po' più forte e decido di non ignorarlo. Con un dito traccio il contorno della sua mandibola e gli lascio un bacio sulla guancia.
"Non voglio che tu finisca ancora più a fondo. Non rimanere ancorata al buio degli abissi Cloe. Afferra la mia mano e lasciati aiutare. Non so cosa ti affligga e sarò pronto ad ascoltarti nel momento in cui vorrai dirmelo, ma lascia che ti guidi. Mi rendi impotente e con te non voglio esserlo", stringe il pugno, fino a sbiancare le noche.
Con la mia mano lo prendo e lo porto alla mia bocca dove bacio dito per dito e lo sento sciogliersi sotto al mio tocco. Poi incrocio le sue dita con le mie. Il mio gesto é una risposta più che chiara a ciò che ha detto.
Per quanto lo abbia sempre associato alle tenebre, lui è luce. L'unica in grado di aiutarmi a vivere e non a sopravvivere.
"Resta qui con me", non sono mai stata tanto sicura, in questi cinque anni, di volere accanto una persona come lo sono ora.
"Non avevo intenzione di andare da nessuna parte principessa"
Si sfila la maglia fradicia da sopra la testa e rimane a petto nudo, mentre si infila anche lui sotto le coperte. Riesco a percepire ancora più il calore del suo corpo e lascio che mi stringa tra le sue braccia. Petto contro petto, gambe intrecciate e con i visi uno di fronte all'altro.
"Giody ha chiamato la tua titolare dicendo che domani non saresti andata al lavoro"
Stranamente questa notizia mi rende sollevata. Mi sento addosso una stanchezza assurda. Come se finalmente, dopo anni, riuscissi ad addormentarmi serena.
"Quando ci alzeremo domani, preparati uno zainetto con un cambio. Vieni a stare da me due giorni", dice.
"Perché?"
"Sai qualcuno ha allagato il bagno", replica, ridendo e pizzicandomi un fianco, "nonostante abbiamo sistemato il grosso domani vengono a fare degli accertamenti"
"Oh merda... tutto questo per colpa mia", odio me stessa ancora di più in questo momento, "Giody?"
"Ovviamente starà da Lucas. Voleva che andassi anche tu con lei, ma le ho fatto notare che saresti stata costretta a dormire sul divano o nel matrimoniale con loro"
"Mio eroe", dico in tono ironico.
"Non scherzare con me principessa delle fate... sono ancora in tempo per mandarti con loro"
"Chiedo perdono Signore delle tenebre", faccio labbruccio come i bambini.
"Sei perdonata", si avvicina ancora di più con il viso. Trattengo il respiro inconsciamente. Conto i secondi che ci mette. Esattamente quindici, prima di posare le sue labbra sulle mie in un casto bacio. Ricambio senza esitazione anche questa volta. Non credevo che mi sarebbe potuto mancare questo contatto, fino a che non l'ho provato di nuovo. Mi aggrappo alle sue spalle con le mani e questa volta sono io a chiedere accesso alla sua bocca. Questa volta sono io che prendo il comando e lo cerco e lui me lo concede. Schiude le labbra e lascia che ancora una volta che la mia disperazione gli entri dentro. Lascia che il mio bisogno di lui trovi soddisfazione. Fa intrecciare le nostre lingue più e più volte. Si stacca solo per mordermi il labbro e succhiarlo forte, strappandomi un gemito. Lecca le mie labbra, come un gatto lecca le sue ferite. Mi fa sentire giusta. Mi aiuta con la sua sola presenza a risalire di qualche metro dagli abissi.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora