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27 settembre 2008.

Batto freneticamente il piede a terra mentre aspetto che arrivi. Ci stiamo incontrando di nascosto e questo mi rende ancora più nervosa di quando non lo sia generalmente.
Quando lo vedo spuntare da dietro il muro della scuola mi immobilizzo e rimango ad aspettare.
"Signorina Cloe"
"Ciao", sembro una bambina.
"Che ne dici di stare nel prato qui dietro alla scuola? Tanto non ci viene mai nessuno"
"Se lo dici tu ci credo! Se Micheal e Giody ci vedono si arrabbieranno moltissimo per non essere andati a studiare con loro come prestabilito"
"Sinceramente sono più contento di essere qui con te", dice Stephan facendomi arrossire.
Mi guardo le mani per via dell'imbarazzo e le torturo un pochino. Lui mi circonda il fianco con il braccio e mi conduce in un punto del prato nascosto da qualche albero. Il suo tocco si irradia nella mia pelle come corrente elettrica e sospiro forte. Spero con ogni singola cellula del mio corpo che anche lui senta le stesse cose che sento io. Quando ci sediamo nel prato ho piena visione dei suoi occhi verdi.
"Sei timida?"
"Ehm... n-no... p-perché?"
"Sembra", fa spallucce.
"Come sta andando con Giody?", indago col cuore in gola per paura di sentire.
"La tua amica ha davvero la testa tra le nuvole", ride.
"Ah sì?"
"Non fraintendermi é davvero molto simpatica e bella"
Sento mille aghi infilzarsi nel mio cuore  e la bile in gola. Dio, fa proprio schifo quando ti piace qualcuno, penso. Smetto di guardarlo in faccia e strappo alcuni fili d'erba per evitare di scoppiare a piangere.
Ovviamente per una volta che piace a me un ragazzo non sono ricambiata.
"Che succede?", mi chiede Stephan, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Oh niente, scusa"
"Puoi parlare con me davvero"
"Non credo sia il caso"
"Allora ti racconto qualcosa io se ti va. Sai ho questo peso da qualche settimana e devo raccontarlo a qualcuno"
"Certo, dimmi!", forse potremmo diventare amici, nonostante io sia cotta di lui.
"Ecco vedi, c'è una ragazza che mi ha colpito parecchio. Mi é bastato guardarla sorridere una sola volta ed ho totalmente perso la testa. Non riesco a capire cosa pensi di me, che mi consigli di fare?"
Vorrei davvero scoppiare a piangere, ma mi trattengo e mi stampo un sorriso.
"Come si comporta lei con te?"
"É piuttosto timida e riservata, ma secondo me non le dispiace la mia compagnia. Devo solo capire se la vede come una possibile amicizia o qualcosa di più"
Dalla sua descrizione non può essere sicuramente Giody, ne sono certa. Probabilmente sará una ragazza più grande che non conosciamo.
"Cerca di farglielo capire, senza dirle che cosa provi per lei, ma attraverso dei piccoli gesti. Falla sentire desiderata, ma allo stesso modo fatti desiderare un poco anche tu"
"Dici che potrebbe funzionare?"
"Bé con me funzionerebbe di certo", dico amareggiata.
"Mmmm ottimo", nell'impeto del momento mi lascia un morbido bacio sulla guancia. Arrosisco così tanto che mi sembra di andare a fuoco.
Lui nota il rossore e sembra quasi felice della mia reazione. Fa per avvicinare una mano ai miei zigomi, ma sfuggo stendendomi sul prato freddo. Non voglio fargli capire più di quanto probabilmente non abbia già capito.
"Temo che dovrò sudare tanto per conquistarla"
"Perché?"
"Hai presente quando prima ti ho detto che è timida? Bé se esistesse un aggettivo per descrivere una condizione ben peggiore della timidezza lo userei"
"Sicuramente avrai più soddisfazioni però se riuscirai a conquistarla"
"Se qualcuno mi desse la certezza di poter vivere tutti i giorni della mia vita, da oggi in avanti, con il suo sorriso solo per me credo sarei capace di vendere anche la mia anima al diavolo"
"É davvero fortunata lei", dico talmente piano che credo non mi abbia nemmeno sentito.
Si stende di fianco a me e mi guarda un po' malinconico. Non aspetto nemmeno un secondo se no potrei pentirmene, ma appoggio la mia mano sulla sua e gliela stringo forte, mentre gli sorrido. I suoi occhi si illuminano ed istintivamente gira la sua mano in modo da poter stringere anche lui la mia. Mi stupisco del gesto, ma non voglio dargli il peso che probabilmente non ha, perciò mi limito semplicemente a godermelo. Stiamo in silenzio e guardiamo il cielo stranamente azzurro. Deve essere per forza un segno, visto che il Regno Unito non é sicuramente famoso per il bel tempo.
Il suo pollice disegna dei cerchi sul dorso della mia mano ed io vengo percossa da milioni di brividi, ovunque.  Sorrido come una bambina quando trova il posto in cui la mamma nasconde le caramelle.
"Sei felice?", mi chiede.
"Sì", rispondo semplicemente.
"Anche io"
Mi giro di nuovo a guardarlo e noto che lui sta già guardando me da chissà quando. Il cuore mi corre come un cavallo impazzito nel petto quando lui si avvicina di poco a me. Siamo faccia a faccia e sento il suo respiro che sa di fragola sulle mie labbra. Se mi avvicinassi di qualche millimetro ci  sfioreremmo ne sono certa. Alza la mano e sfiora la mia guancia con i polpastrelli molto lentamente.
"A che pensi?", mi chiede.
Vorrei tanto dirgli che sto pensando a come potrebbero essere le sue labbra sulle mie, ma mi limito a tacere.
Sto per avvicinarmi, voglio davvero dare libero sfogo a ciò che sento. É una frazione di secondo quella in cui ci alziamo di corsa per evitare che le girandole ci bagnino completamente. Corriamo come due pazzi, mentre ridiamo come se non ci fosse un domani. Le nostre dita sono ancora intrecciate.
Arriviamo finalmente davanti all'entrata della scuola e ci fermiamo ansimanti.
"Sono sfinita", rido ancora.
"Non dirlo a me signorina bella"
Chiudo gli occhi lasciando che il sole mi accarezzi.
Mi bacia... un bacio casto. Mi toglie il fiato e allo stesso modo mi fa respirare per la prima volta nella mia vita. Mi tocca le corde dell'anima e le fa vibrare creando la melodia più dolce che possa esistere al mondo. La mia mente va in totale black-out.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora