53.

5.3K 196 8
                                    

12 maggio 2015

La passeggiata in riva al mare è un modo perfetto per concludere una giornata andata molto bene. Tengo stretto tra le mani il guinzaglio di Cupcake, ma lui é comunque bravissimo e mantiene la mia stessa andatura. Il braccio di Nicholas mi circonda le spalle con fare protettivo ed ogni tanto posa un bacio sulla mia tempia.
Non riesco a definirci in questo momento, ma in cuor mio lo so che le cose sono cambiate e forse sono pronta a raccontargli tutto. Lo sono perché quando penso a lui non posso che non associarlo al mio posto sicuro. Il fatto che non mi abbia mai chiesto nulla, ma che si sia limitato a lenire le mie ferite mi ha portata a nutrire una forte fiducia nei suoi confronti. Non voglio che in cambio mi racconti niente di lui, deve farlo solo quando si sentirá totalmente sicuro di poterlo fare.
"Vuoi andare a casa?", mi chiede dolcemente.
Mary è andata in hotel, ma non prima di aver implorato il ragazzo di fianco a me di tenergli la piccola palla di pelo.
"No...", rispondo, perché io non voglio veramente tornare nella casa che condivido con la mia migliore amica e questa cosa per quanto brutta sia è vera.
Ci fermiamo di colpo e mi giro ad osservare quei due scorci di oceano ai lati del suo naso.
"Principessa, ascolta, lo sai che non voglio affrettare le cose e nemmeno tu lo vuoi, ma mi piace averti intorno a casa, inoltre sei più comoda con il lavoro... insomma quello che voglio dirti è di restare da me fino a che non sarai realmente pronta per tornare a casa"
Annuisco felice, ma nella mia testa penso al fatto che forse non sarò mai pronta per tornare a casa e quando se ne accorgerà anche lui, potrebbe diventare un problema.
Mi prende la mano e torniamo a casa.
Mi sistemo sotto le lenzuola ed il mio cellulare si accende per l'arrivo di un messaggio.

Da: Giody
Pensi di trasferirti da lui?

Mi saltano i nervi solo a leggerlo, perché me la immagino con quella faccia da sapiente.
"Chi è?", chiede Nicholas adagiandosi al mio fianco.
"Giody..."
Giro lo schermo del telefono verso di lui e posso notare il suo sguardo farsi più cupo.
"Non riesce proprio a farsi i cazzi suoi", sbotta ed io sorrido nel vederlo irritato.
"Lei è sempre stata così... so che é il suo modo di preoccuparsi per me e di solito non me ne importerebbe, ma oggi... mi fa girare il cazzo"
"Mi piace quando sei volgare principessa"
"Stupido", gli schiaffeggio il braccio.
"Anche io avevo un migliore amico che si preoccupava sempre per me. Eravamo l'esatto opposto: lui solare con tutti ed io il classico taciturno. Se non ci fosse stato lui penso che adesso sarei un emarginato del cazzo", dice ad un tratto, ma dai suoi occhi posso capire che lui non sia realmente qui con la testa.
"Ed ora dov'è?"
"Lontano", risponde semplicemente.
La mia testa si proietta immediatamente sulla persona che mi manca di più in questo momento. Ho scoperto che riesco a vivere, ma il vuoto resta dentro di me ogni secondo della mia vita e nessuno potrai mai colmarlo pienamente.
"Almeno tu hai la possibilità di rivederlo...", mormoro e sono certa che non mi abbia sentita.
Restiamo in silenzio a ricordare chi ci manca e quella notte il sonno sembra non arrivare per entrambi. Quando guardiamo le luci dell'alba siamo ancora stesi nello stesso modo con gli occhi sbarrati e il cuore un po' più triste di ieri. Mi ha tenuta stretta al suo petto tutto il tempo, come se fossi la sua ancora di salvezza, ma in realtà non sa che lui sta diventando inesorabilmente la mia.
Mi stacchio e mi sento talmente indolenzita per via della notte passata. Nicholas mi tende la mano ed in silenzio mi conduce verso la doccia, mentre il piccolo Cupcake dorme beato nella sua cuccia ai piedi del letto. Apre l'acqua e aspetta che il getto diventi caldo. Poi lentamente comincia a togliermi quel poco che ho addosso e lui fa lo stesso. Lasciamo che l'acqua scorra lungo i nostri corpi mentre ci osserviamo senza sosta e sembra tutto così incredibilmente strano. Stiamo cominciando le nostre sofferenze attraverso gli occhi e penso che dai miei stiano scorrendo delle lacrime di sofferenza che si mischiano alle piccole gocce che fuoriescono dal soffione posto sopra le nostre teste. Improvvisamente lo spegne e dopo aver preso un po' di shampoo nelle sue mani mi fa girare e comincia a massaggiare la mia testa in modo delicato, tanto da farmi abbassare le palpebre. Poggia il suo petto contro la mia schiena e questo non fa altro che provocarmi un moltitudine di brividi. Poi risciacqua via tutto dai miei lunghi capelli e mi accoglie tra le sue braccia. Avvicino le mie labbra alle sue e da questo momento è solo un insieme di parole sconnesse e ansiti.
Quando la sua moto accosta fuori dalla locanda il mio umore è nettamente migliorato. Mi schiocca un bacio sulle labbra e non credo possa bastarmi. Gli lego le braccia intorno al collo e rimango con il viso a pochi centimetri di distanza dal suo.
"Forse mi mancherai fino a sta sera", sussurra.
"Forse anche tu"
Ghigna e fa per avvicinarsi, ma la voce di Marie ci fa bloccare.
"Piccioncina, la tua coinquilina è dentro seduta al bancone che ti aspetta"
"Cazzo", borbotto e provo a staccarmi, ma lui non me lo permette.
"Potresti dirle che sono malata? Aspetto sul retro che se nr vada"
"Certo, lo farei volentieri se non fossi certa che vi stia osservando dalla vetrata"
Odio quando Giody non accetta che io possa volere i miei spazi. So già che nel momento in cui varcherò la soglia della porta d'entrata troverò una biondina molto incazzata.
"Va a parlarci. Chiariscici, ma da casa mia non te ne vai e se mi lasci le chiavi di casa vado a prendere il resto dei vestiti"

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora