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19 marzo 2015

Corro fuori dal locale e sento l'aria investire il mio corpo che sta sudando freddo. Decido di fare il giro dell'isolato per riprendermi e scacciare i cattivi pensieri. Dopo circa un quarto d'ora mi accorgo di essermi allontanata un po' troppo poiché non riesco nemmeno ad udire la musica che prima mi teneva compagnia. Decido di tornare indietro e stare più lontana possibile dai vicoli bui visto che di solito a queste ore la cittadina pullula di ubriaconi. Grazie anche al l'adrenalina data dall'agitazione, in poco tempo riesco a vedere l'insegna del bar. Non ci avevo mai fatto caso di quando fosse grande ed evidente. L'insegna è in neon rossa e dice "Red Roses Pub". Non ho ancora voglia di entrare, ma so che dietro al locale ci sono delle panchine e dei muretti. Di solito i ragazzi vanno lì per fumare erba o fare quant'altro. È grazie al retro che il bar fa tanti guadagni perché se no solo pochi ci andrebbero. Appena svolto l'angolo mi accorgo di quanta gente ci sia lì. Mentre passo alcuni mi sorridono, altri mi allungano una canna ma io rifiuto e vado verso l'angolo più isolato e vuoto dello spiazzo. Appena mi avvicino il cuore mi sale in gola. Il ragazzo tatuato è seduto con la schiena appoggiata al muro e si è portato un ginocchio al petto al quale ha appoggiata la testa. Mi giro per andarmene e faccio un passo verso la rampa che porta alla porta sul retro del pub.
"Fermati un attimo moretta", il suono della sua voce è talmente suadente che la mia testa si gira subito verso di lui. Analizzo ogni centimetro del suo corpo e mi accorgo solo nel momento in cui vedo i suoi occhi iniettati di sangue che é sicuramente ubriaco se non fatto.
"Pensi di stare a fissarmi ancora un po' o riesci a darmi una mano ad alzarmi?", mi dice.
Probabilmente non si ricorda di me e forse è meglio così. Nonostante la testa mi dica di girarmi ed andarmene perché non bisogna parlare con gli sconosciuti, mi avvicino ancora più a lui e gli tendo la mano. Lui l'afferra ed entrambi tiriamo ma otteniamo il risultato opposto a quello che speravamo. Sono seduta sopra di lui e sento il suo fiato sul collo che mi fa venire la pelle d'oca.
"Scusa", dico timidamente sperando che non sia arrabbiato.
"Mi piace il profumo della tua pelle", dice biascicando un po' le parole. Le sue labbra si stanno avvicinando al mio collo ma io mi alzo rapidamente e prendo distanza da colui che mi sta mandando in tilt il cervello. Lo fisso e sembra che mi stia guardando con disapprovazione, ma non mi interessa, sono i ragazzi come lui che calpestano il cuore di chi hanno di fronte solo per un po' di piacere fisico.
"Visto che non mi sembri molto sveglia, mi arrangio ad alzarmi!".
Infuriata comincio a camminare verso l'entrata del pub.
"Esatto. Arrangiati. STRONZO", dico infine prima di entrare, puntandogli un dito contro. Lui scoppia a ridere ed io chiudo la porta e vado in cerca di Giody.
 

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora