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23 giugno 2015

Il mazzo di fiori che mi ritrovo tra le mani è colorato come un arcobaleno ed è in netto contrasto con i colori cupi di questa giornata. Sembra un simbolo di pace in mezzo ad un paesaggio devastato dalla guerra. Forse però quel paesaggio è solamente il mio cuore e questi fiori sono il mio più grande traguardo da sempre.
Compio quei pochi passi che mi separano dalla meta ed una volta giunta il mio cuore tamburella come un matto. Mi piego sulle mie ginocchia e ripongo il mio dono in un vaso vuoto sulla superficie della lapide. Mi prendo più tempo del dovuto e quando finalmente trovo coraggio alzo i miei occhi scuri su quella fotografia perfettamente vivida. I due occhi più verdi del mondo mi infondono una pace interiore istantanea e il suo ampio sorriso mi scalda il cuore. Stephan Jenkins, il ragazzo più bello del mondo. Con un dito vado a tracciare i contorni del suo volto e nonostante gli occhi completamente innondati di lacrime mi ritrovo a sorridere. Perché io lo sento, lo so che è qui vicino a me, lo so che mi protegge da sempre.
"Ciao Steph, mi manchi così tanto", dico piano, con la voce che mi trema leggermente.
"Da quando te ne sei andato è stato tutto così incredibilmente difficile. Nemmeno puoi immaginare come sia cambiata la mia vita senza di te", ed è vero, nulla è più stato lo stesso, "scusa se non sono riuscita a venire qui prima, ma sono diventata anche una codarda. Ora però ce l'ho fatta e mi sento così bene ad essere qui che mi pento di non esserci riuscita prima"
Da qualche settimana a questa parte ho pensato tutti i giorni di venire qui ed affrontare la mia paura più grande, ma c'era sempre qualcosa pronto a bloccarmi. I primi giorni ci ho provato invano e poi finalmente ho deciso di fare quello che avrei dovuto fare da anni. Sono riuscita ad andare da uno psicologo. Mi ha aiutata a tirare fuori tutte le mie emozioni, ma soprattutto le mie paure ed i miei sensi di colpa. So che ho ancora molta strada da fare, ma sono orgogliosa di me.
"Sai non ti ho ancora chiesto scusa per non aver capito quanto fosse importante per te frequentare la UCLA. Sono stata tremendamente egoista a non pensare a ciò che sarebbe piaciuto fare a te, ma solo ed esclusivamente a quello che avrei voluto io per noi due. Quindi eccomi qui, a porti le mie più sincere scuse. Vorrei tanto che fossi ancora qui con me", le parole mi muoio in gola a causa dell'emozione.
Impiego qualche minuto per riprendermi, ma devo parlare, voglio che sappia tutto.
"Sai Steph, ho conosciuto una persona negli ultimi mesi. Non so se sia stato il destino quel giorno o fosse tutta una messinscena, ma ci siamo visti la prima volta proprio qui fuori. Non avevo idea di chi fosse, ma lui sapeva benissimo chi fossi io. Tu gli parlavi sempre di me. Nicholas... manchi un sacco anche a lui sai? Mi sono innamorata di lui in una maniera così inaspettata che quando me ne sono resa conto era troppo tardi. Mi ha salvata, ma poi mi ha uccisa di nuovo. Ora è tornato da ormai un mese in California e non ho più notizie sue. L'unica persona con cui sono in contatto è sua sorella. L'unica persona che abbia cercato di farlo desistere dal piano assurdo che un'altra persona aveva organizzato per punirmi", decido di non parlare di suo padre. Non nutro rancore nei suoi confronti. È un uomo che ha perso tutto, compreso il lume della ragione e non sarò certo io a dargli il colpo di grazia.
"Sono tornata a vivere con mamma e papà, ma ancora per pochissimo tempo. Ho delle cose da fare e non posso permettermi di restare qui a lungo. Non sto scappando, ma Steph è successa una cosa che non mi sarei mai aspettata e le conseguenze sono davvero importanti per questo devo andare. Tu vedi tutto da lassù quindi non serve che ti dica altro. Incrocia le dita per me, ti prego, perché ho bisogno di sentirti dalla mia parte ogni giorno della mia vita"
Mi torturo i capelli con le mani e continuo a bagnarmi le labbra con la lingua per evitare una secchezza dovuta all'ansia del momento. So che presto dovrò tornare a casa per preparare il necessario, ma il pensiero di andare via un'altra volta da lui mi fa male.
"Non voglio perderti ancora, Steph"
Non mi sento una stupida nel pronunciare queste parole sulla lapide di una persona che non c'è più. Le persone muoiono veramente quando in noi muore il loro ricordo ed io sono certa che il suo, in me, rimarrà sempre vivido.
"Comunque ho fatto una cosa di cui non andrai molto fiero. Mi sono fatta due tatuaggi. Lo so che tu non volevi mi macchiassi la pelle, ma io ne avevo bisogno"
Scopro i polsi e subito l'inchiostro nero salta all'occhio. Su quello sinistro mi sono fatta tatuare due lepidotteri, per la precisione il corpo comune tra una farfalla ed una falena, ma un'ala dell'una e una dell'altra. Ogni volta che lo guardo mi ricordo che nella vita non si potrà mai vivere solo nella luce perché è grazie al buio che appare così bella. Su quello destro invece ho scritto semplicemente quattro parole "tutto mi ricorda te". Ed è vero. Steph vive in ogni cosa o persona che mi circonda.
"Spero che ti piacciano. Sono certa che sarei riuscita a convincere anche te a farne uno prima o poi", ridacchio convinta al cento per cento che in realtà non sarebbe andata affatto così.
Poi però la malinconia prende il sopravvento su tutto e mi ritrovo in balia di un mare mosso.
"È arrivato il momento di salutarci, ma é solo un arrivederci. Tu lo sai, io lo so. Ti amo così tanto Stephan che il mio cuore sarà sempre, per una parte così grande e importante, tuo"

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora