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2 settembre 2009

Una strana sensazione si fa largo dentro me, ma non riesco a definirla. So solo che è un mix tra agitazione e curiosità.
Mentre io mi incammino verso un bar ad Abergele, Stephan è a casa e credo sia un fascio di nervi. Non riesce a sopportare l'idea che Micheal voglia vedermi, ma si fida di me ed è l'unica cosa che l'ha convinto ad aspettarmi a casa e non accompagnarmi.
Quando raggiungo la destinazione, il mio piede comincia a tamburellare frenetico contro l'asfalto e la mia testa formula ipotesi. Magari é ancora innamorato di Bri e gli serve un consiglio su come riconquistarla, o magari vuole chiedermi di Steph.
Mi volto a destra e lo vedo arrivare tutto bagnato, per via della pioggia che batte incessante da alcune ore. Non ha con sé un ombrello e nemmeno una giacca con un cappuccio, per questo i suoi capelli sono grondanti d'acqua.
"Ti prenderai un malanno", dico quando finalmente è abbastanza vicino e posso constatare quanto effettivamente sia fradicio. In risposta lui fa spallucce e passa più volte le mani sulla testa per scrollarsi via di dosso almeno la quantità più grande.
"Entriamo?", chiede poi.
"Ok", dico stranita dal suo atteggiamento distaccato.
Nonostante dentro al bar sia più caldo, una serie di brividi si impossessano del mio corpo nel guardare le condizioni in cui è ridotto il moro.
Ci accomodiamo ad un tavolo e la cameriera viene a prendere le nostre ordinazioni.
"Una cioccolata calda", chiedo e mi si scalda il cuore a pensare a quante ne abbiamo bevute io e Steph lo scorso inverno.
"Una birra", dice Mike lasciandomi di sasso. Noto solo ora la barba che sta crescendo sempre più sulla sua mandibola e delle occhiaie profonde che contornano i suoi occhi.
Quando la cameriera se ne va prendo parola.
"Una birra a quest'ora?", domando.
"C'è qualche problema?", chiede lui di rimando con tono acido.
"No... anzi sí. Che cavolo ti sta succedendo?"
Scoppia a ridere, ma non c'è traccia di divertimento sul suo volto. La sua è una risata puramente sarcastica e mi chiedo chi cavolo sia la persona che ho davanti. Pensavo di conoscerlo almeno in parte, ma forse, ad oggi, posso dire che non è così.
"Non ti accorgi mai di niente tu, vero?", mi sputa addosso questa realtà che mi ferisce ancora più.
"Ti ho chiesto mille volte cosa c'è che non va e non mi hai mai dato una risposta"
"Lo sanno tutti cos'ho! Sembra davvero che tu abbia gli occhi chiusi", la sua irritazione cresce ancora più, "non te lo ha detto il tuo ragazzo cosa è successo?"
Solo all'udire quelle parole sbianco e il mio cuore comincia a battere in maniera incontrollabile. Mille scenari mi si presentano davanti e l'unica cosa di cui ho veramente paura è il pensiero di poterlo perdere. Lui non mi ferirebbe mai, lo so. Questa è la ragione per cui sono ancora seduta su questa sedia a sentire ciò che c'è da sapere.
"Me lo immagino a casa, seduto sul divano, agitato come non mai"
"Cosa stai cercando di dirmi, Micheal?"
"Apri gli occhi, Cloe! Cosa c'é che non va in me, secondo te?"
"Niente", sussurro. Lui è un ragazzo fantastico, gentile, altruista ed indubbiamente bellissimo e nonostante in questo momento si stia comportando da perfetto stronzo, so che non è in lui.
"Se non c'è niente che non va, allora perché non dai una possibilità anche a me?"
Mi pietrifico e lo guardo. Mi cade addosso una verità che forse non sono pronta ad affrontare. Una doccia fredda sarebbe nettamente migliore. Scuoto la testa da destra a sinistra.
"Voglio sentirti dire cosa hai capito", asserisce.
"Micheal..."
"Dillo"
Ci interrompe l'arrivo della cameriera e per un secondo tiro un sospiro, immaginando che niente di tutto ciò stia succedendo davvero. Quando però se ne va, due occhi scuri sono puntati su di me in attesa di ciò che ho da dire.
"Io... io... t-ti p-piaccio?", sussurro così piano che non sono sicura sia riuscito a sentirlo.
"No, Cloe. Non mi piaci", alzo lo sguardo e lo guardo ancora più confusa.
"Allora non capisco", mi trema la voce.
"Io sono completamente innamorato di te, Cloe"
Silenzio. Solo silenzio. Ciò che segue alla sua confessione. Non riesco a guardarlo e fisso la tazza del thè, per la quale riesco solo a provare disgusto in questo momento. Fisso me riflessa e penso a come io abbia potuto non accorgermi di una cosa tanto grande. Ho lasciato che l'amore per Steph mi rendesse totalmente cieca e non ho visto che stavo facendo soffrire una persona.
"Io... mi dispiace", riesco a dire solamente.
"Dispiace a me di non essere abbastanza per te. Mi dispiace che ci sia sempre stato lui per te. Mi dispiace che non ti sia accorta che quando tu soffrivi per lui, io soffrivo per te. Mi dispiace non poterti baciare o stringere come fa lui. Non sai quante volte ho desiderato essere al suo posto. Non ho nulla da contestargli perché lui ti ama davvero e ti tratta come se fossi la cosa più preziosa al mondo, e lo sei, ma lui sapeva ciò che io provavo e provo nei tuoi confronti e non si è mai risparmiato niente davanti a me", è totalmente in affanno, "la sera del falò in spiaggia ho finalmente confessato a Bri e Steph tutto, mi sono pure beccato giustamente uno schiaffo, ma la cosa che più mi ha ferito è stato vedere come il giorno dopo tu non sia nemmeno venuta a vedere cosa fosse successo e ci scommetto le palle che il tuo ragazzo non ha nemmeno accennato al perché della lite"
C'é un istante dove non parla più ed io vorrei colmare quel silenzio, ma mi mancano le parole.
"Non voglio perderti... ma saperti vicina e non poterti trattare come vorrei mi uccide", la sua voce si strozza verso la fine, "non incolparti di niente. Non scegliamo noi di chi innamorarci, lo stupido sono solo io ad aver sperato in qualcosa d'impossibile fin dal principio"

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora