Ci sediamo su un divanetto un po' in disparte, una di fianco all'altra in completo silenzio.
"Giody...", mi faccio coraggio.
"Gli piaci tu", dice nello stesso momento.
Cosa sta farneticando? La mia espressione del viso è l'esternazione più pura della confusione che sto provando nel sentire le sue parole.
"Quando sei entrata ti ha subito messo gli occhi addosso. Nemmeno in questo mese e mezzo mi ha mai guardata così", dice un po' abbattuta.
"Lucas?", chiedo scioccata.
"È?", mi guarda lei come se fossi stupida.
"Nick! È assurdo, sembra che vi consociate già", ride, mentre a me cade addosso un macigno di sensi di colpa.
"Ehm...", sto per dire la verità, ma lei mi interrompe.
"Non serve che mi dici che vedo cose che non esistono. Sta di fatto che tu a lui piaci, non so quanto, ma é così. Anche un cieco vedrebbe come ti guarda...", sbotta frustrata.
"Guarda che ti sbagli...", riesco a dire prima di essere interrotta ancora una volta.
"Però il problema si risolve subito dal momento in cui a te non interessa", si illumina e poi mi guarda. Lo fa in maniera indagatrice e per diversi minuti. Non so esattamente cosa stia facendo. Quasi mi viene da ridere, ma cerco di trattenermi. Se Nicholas fosse al mio posto probabilmente sarebbe sbottato con qualche frase per metterla in imbarazzo e farle capire che é inopportuna.
"Perché sorridi?"
"Non sto sorridendo", mi cancello subito quella minima curvatura di labbra. Mi guardo intorno in attesa che finisca di pensare a quello che sta pensando e incrocio lo sguardo del ragazzo tatuato. Mi chiede con lo sguardo cosa sta succedendo e faccio spallucce perché nemmeno io so spiegarmelo. Mi fa il segno di una pistola puntata contro la tempia e scoppio a ridere per un secondo.
"Oddio...", la voce di Giody mi fa riportare l'attenzione su di lei.
"Cosa?", chiedo seria.
"Niente. Andiamo a prendere da bere"
Si alza così velocemente che la perdo di vista per un attimo, ma poi la vedo sedersi vicino a Lucas e poggiargli la testa sulla spalla. Mi avvicino a loro molto lentamente e mi accorgo che sta per scoccare la mezzanotte e tra poco Giody compirà gli anni. Al bancone, a servire da bere, ci sono solo due ragazzi che non conosco perché i due amici sono usciti con una bottiglia di spumante e dei calici per fare il brindisi. Mi avvicino a loro, ma sto in disparte, nell'ombra, per godermi meglio il momento più felice per la mia amica. La vedo però piuttosto abbattuta perché il suo sguardo é perso nel vuoto e nonostante tutti, compresi gli amici degli unici due ragazzi che conosco qui, siano in totale fermento, lei ha la testa altrove. Mi chiedo se stia ancora riflettendo sulla nostra conversazione e abbia dei dubbi su qualcosa. Vorrei avvicinarmi e rassicurarla, ma questo non è il momento né il luogo adatto. Sono sicura che a casa avremo modo di riparlarne per ore, se vuole anche giorni.
La mano di Nicholas si posa sulla mia spalla ed io distolgo lo sguardo dalla bionda per puntarlo nei suoi occhi, belli da togliere il fiato.
"Se vuoi puoi parlarmene", dice in modo totalmente innocente e sono certa che non lo faccia per invadere la mia privacy.
"Magari dopo", dico piano.
"Puoi venire da me non ci sono problemi...", le sue parole mi lasciano stupita, "dormire vicino al tuo culetto è un pegno che sono pronto a pagare".
Mi guarda con un ghigno stampato in volto e sono sollevata dal ritrovare di fronte a me il ragazzo volgare di sempre. Credo che nemmeno lui però si renda conto di essere terribilmente premuroso in tutto ciò che fa.
"É quasi gentile Signore delle tenebre, ma mi sento costretta a declinare il suo invito per via di una conversazione lasciata in sospeso"
"Sei proprio una maledetta principessa", sorride.
"Maledetta... il termine giusto per definirmi", mi rabbuio nel trovare pura verità nelle mie parole. Sono così maledetta che la gente dovrebbe starmi lontana. Miglia e miglia di distanza da me. Ciò che tocco io, si distrugge.
"Te l'ho detto che sei bella quando sorridi, quindi levati questa espressione dalla faccia. Potrei buttarti fuori dal mio locale se non obbedisci", la serietà con la quale pronuncia queste parole lo rende terribilmente autoritario ed ora capisco perché gestisce un intero posto così da solo.
"Mi perdoni mio signore...", simulo un inchino.
Le voci degli altri spezzano il nostro momento.
"5... 4... 3... 2... 1... tanti auguri Giody", urlano tutte le persone che ci sono nel locale, sebbene non la conoscano nemmeno. Cerco di avvicinarmi a lei ed una volta che me la ritrovo di fronte la attiro in un abbraccio, stupendola.
"Tanti auguri amica mia, ti voglio davvero bene", le dico nell'orecchio, come se fosse il più prezioso dei segreti.
Lei trema e poi le sento uscire un singhiozzo, ma so che non piange, non ora almeno. Mi stringe un po' di più a lei al punto che credo di non riuscire più a respirare.
"Bentornata Cloe", mormora talmente piano che non sono nemmeno sicura l'abbia detto.
"Adesso festeggiamo", dice Lucas e noi ci stacchiamo.
La bella bionda sembra tornata in sé e dopo essersi scolata due calici di resta urla come una pazza e si butta nella mischia assieme ad altre cinque persone. Rimango qui a guardarla, mentre è così felice e con il cellulare le scatto una foto che rimarrà non solo lì, ma anche nel mio cuore, uno dei ricordi più belli di tutta la mia vita.
Quando sto per riporlo nella borsetta, Nicholas me lo strappa di mano ed accende lo schermo. Il suo sguardo si punta immediatamente sul viso del ragazzo che ho amato ed ameró per sempre. Rimane immobile e le sue pupille si dilatano al punto da coprire tutto il colore dell'oceano. Il suo pomo d'Adamo sale e scende più veloce e il suo petto si alza ad un ritmo più irregolare e veloce. Nella mia testa scatta qualcosa e in un attimo mi riapproprio del mio cellulare, portandolo al petto.
"Chi è quello? Il tuo ragazzo?", mi chiede ad un tratto il ladro di ricordi.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...