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9 maggio 2015

Sono distrutta. Oggi la locanda era così affollatta che ho avuto solo il tempo di mangiare una banana al volo. Adesso finalmente posso buttarmi sul divano e non fare niente fino a che non sarò così stanca da trascinarmi nel letto.
"Hola", dice Giody.
Ieri è stata malissimo tutto il giorno e l'ho vista solo correre più  e più volte dalla sua camera al bagno, rifiutando continuamente il mio aiuto. Quando le ho portato una tazza di tè, nonostante le proteste, l'ho trovata rannicchiata tra le lenzuola che dormiva beatamente, quindi ho preferito non svegliarla.
"Ehi", abbozzo un sorriso, "ti vedo più in forma oggi"
"Se non fosse che ho avuto tutto il giorno la sensazione di stare in barca, sì, un po' meglio"
Si toglie il giacchetto e si siede affianco a me tirando un lungo sospiro.
"Puoi rinfrescarmi la memoria riguardo alla sera del mio compleanno?"
Solo sentirla riferirsi all'altro giorno mi apre un buco nello stomaco. Mi sfioro le labbra con le dita e mi torna in mente ciò a cui ho cercato di non pensare ieri e oggi.
"Ti sei ubriacata e sei collassata su un divanetto"
"Grazie tante, Cloe! Questo lo avevo già intuito da sola"
"Fammi pensare", non so cosa potrei dirle per evitare di parlare di Nicholas, ma so che è impossibile. Devo solo trovare la forza di affrontare la realtà.
"O cavolo", mormora.
"Che succede? Devi vomitare?", le chiedo allarmata.
"Tu e Nick...", rammenta.
Vorrei dirle che non si immagina nemmeno lontanamente ciò che é successo dopo che se n'é andata, ma non ci riesco.
"Potremmo diventare amici, credo", ostento sicurezza nel dirlo, ma non mi sento poi così certa. Anzi, direi che un'amicizia potrebbe essere possibile solo se fossimo entrambi d'accordo nell'affermare che quel bacio non c'è mai stato. A volte racconto a me stessa delle bugie con così tanta convinzione che alla fine finisco per crederci io stessa. Anche in questo caso farò così. Non è mai successo!
"Potremmo invitare a cena lui, Lucas e James allora"
Evito una risposta alla domanda e mi concentro su una parte insignificante di ciò che ha detto.
"Chi è James?", chiedo anche se in realtà non me ne importa poi molto.
"Un ragazzo che frequentava la nostra scuola ed è molto amico dei due. Come fai a non ricordarlo? Vabbè..."
"Che bello", commento.
"Allora? Non hai risposto alla mia domanda."
"Quale domanda?", fingo di non aver capito.
"Lo sai benissimo quale domanda, Cloe", mi dice seria, "due minuti fa hai detto tu stessa che con Nick potresti stringere un'amicizia quindi non dovresti avere problemi"
Sbuffo sonoramente e rifletto su cosa potrebbe esserci di sbagliato in questa situazione. La risposta è una sola: tutto. Non posso dirle che c'è stato un bacio, come non posso dirle che lo conosco da più tempo di quanto lei effettivamente creda. Ho paura che il mio rifiuto alla sua proposta possa alimentare ulteriormente i suoi dubbi sulla natura del rapporto tra me e il tatuato. Non posso nemmeno permettermi che lei provi a scavare più a fondo in questa storia. Non solo ci rimarrebbe molto male, ma violerebbe totalmente la mia privacy e questa è tra le cose che più mi danno fastidio.
"Come vuoi allora", dico.
"Perfetto. Dopo domani sarà il grande giorno"
Alzo gli occhi al cielo nel momento in cui si gira. Mi trascino nella mia stanza e prendo l'occorrente per lavarmi. Decido di fare un bagno caldo, tanto non ho fame né voglia di cenare. Sciolgo una bomba da bagno che qualcuno mi ha regalato e la osservo mentre rende l'acqua nella mia vasca un piccolo universo, cosparso da miliardi di brillantini che assomigliano a stelle. Quando mi immergo i miei muscoli si rilassano e cerco di spegnere per quanto possibile anche la testa. Solo un secondo, nulla di più. Le palpebre mi calano lentamente e mi addormento lì.

L'erba del prato é così morbida che continuo ad accarezzarla con la mia mano ossuta. Sono magrissima e non ricordo perché lo sono diventata. Il sole splende alto e l'aria primaverile rende tutto così leggero. Raccolgo un soffione e mi preparo a sputare fuori quanta più aria possibile per far si che le sue "piume" comincino a svolazzare nel cielo. Chiudo gli occhi ed esprimo un desiderio, che verrà portato via dal vento insieme a questi piccoli paracaduti. Quando finalmente ho deciso cosa voglio, qualcosa cambia. Su di me è calata l'ombra e il gelo e quando apro gli occhi per capire di cosa si tratta il panico prende il sopravvento. Cinque figure mi stanno attorno. Non vedo i loro volti perché sono coperti da delle maschere bianche. Mi è difficile anche identificare il colore dei loro occhi, a causa del buio che stanno creando intorno a me. Riesco a identificare una figura alta e possente più delle altre che mi guarda dapprima con pietà e poi sempre più con odio. Tremo dalla paura, ma non ci riesco. Quella figura si avvicina a me e accarezza la mia guancia con una mano, prima di afferrare con più forza del necessario il soffione e stritolarlo nel pugno. Le lacrime mi offuscano la vista, ma per un secondo, riesco a vedere con lucidità due iridi verdi. Stephan.

Mi sveglio di soprassalto e comincio ad agitarmi quando noto che non ho chiuso l'acqua ed è strabordata dalla vasca, fino a creare almeno uno strato di due centimetri. Sento le urla isteriche della mia amica e qualcuno che prova ad aprire la porta sforzandola. Voglio dire qualcosa, ma credo di essere sotto shock per ciò che ho combinato, perciò porto le ginocchia al petto e mi rannicchio, completamente immobile. Il labbro comincia a tremarmi e mi accorgo che l'acqua è fredda, ma non mi muovo.
La porta si spalanca di botto e vedo Nicholas, Lucas e Giody guardarmi.
"Cloe, sei viva", singhiozza la mia conquilina nel guardarmi.
Lucas l'abbraccia, mentre l'unico che viene verso di me è Nicholas.
Non mi importa se sono nuda. Voglio solo che qualcuno mi aiuti ad uscire da qui, perché le mie gambe sembrano fatte di gelatina.
Si appoggia un asciugamano sulla spalla e poi mi guarda.
"Riesci ad alzarti?", mi chiede.
Il suo tono di voce è strano, quasi spaventato.
Squoto la testa a destra e a sinistra, in segno di negazione.
Le sue braccia, coperte da una leggera maglietta si immergono e dopo aver posizionato una mano sotto alle mie ginocchia e una sulla mia schiena, mi solleva, non smettendo mai di guardare i miei occhi impauriti.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora