27 giugno 2015
Mi mordo il labbro e nego con la testa. Credo di non essere nemmeno più in grado di parlare.
"Sei qui per me?", è talmente incredulo che devo togliergli anche la minima ombra di dubbio lui possa avere.
"Sì Edwards", rispondo, "congratulazioni dottore"
I suoi occhi sono leggermente lucidi e gli accarezzo una guancia. Vederlo così mi fa male e mi dispiace esserne la causa.
"Sei bellissima principessa", mi dice con voce strozzata ed io allaccio le mie braccia attorno al suo petto. Lo sento annusare il mio profumo e gli do un bacio all'altezza del cuore.
"Non hai nemmeno idea di quanto tu mi sia mancata. Mi dispiace così tanto"
Mi stacco giusto quel poco per guardarlo negli occhi e spero che riesca a leggerci dentro. Spero che capisca che se l'ho perdonato io anche lui deve perdonarsi. Gli lascio un leggero bacio all'angolo della bocca e lui socchiude gli occhi.
"Ho bisogno di parlarti", cerco di apparire calma.
"Andiamo a casa mia"
"Perfetto, dopo la tua festa possiamo parl..."
"No, andiamo ora"
"Ma Nicholas..."
"Niente ma. Hai detto che devi parlarmi ed io voglio renderti felice. Lo vedo che c'è qualcosa che ti preoccupa quindi prima ti liberi, prima starai meglio"
Si gira verso il gruppetto, ma non prima di aver allacciato la mia mano alla sua in un legame indissolubile.
"Ragazzi intanto voi andate a festeggiare, io e questo splendore andiamo un attimo a casa. Vi raggiungiamo dopo"
Non ascoltiamo nemmeno le loro risposte tanta è l'urgenza di stare soli. Non parliamo fino a che non parcheggiamo davanti alla villa dei suoi genitori.
"Scusa se non siamo a casa mia, ma é molto più distante ed in questo momento ho davvero bisogno di sapere"
"Non ti preoccupare"
Camminiamo freneticamente fino alla dependance e quando ci accomodiamo sul divano tra di noi si crea una strana tensione. Sto impazzendo dalla voglia di toccarlo. Di baciarlo. Di accarezzarlo.
"Quando te la senti puoi cominciare", mi dice cauto.
"Okay. Direi che allora possiamo cominciare", mi schiarisco la gola che sembra secca come il deserto del Sahara, "ciò che é successo tra di noi mi ha spinta ad andare da uno psicologo. Non ti nego che non riesco ancora a credere che potessi avere delle intenzioni tanto meschine, ma io ho imparato a conoscere i tuoi occhi. So che tutto quello che abbiamo provato è vero. So per certo che non saresti mai riuscito ad arrivare fino infondo"
"È così principessa, quando ti ho detto che ti amo non stavo mentendo. Amo tutto di te piccola Cloe, ma sono ancora più convinto del mio sentimento perché io ho imparato ad amare prima i tuoi difetti e le tue fragilità"
Lui mi ama ancora.
"Voglio conoscerti. Mi sono resa conto che io non so assolutamente nulla di te e questo mi fa più male di ogni cosa tu avessi voluto farmi. Mi sento di essermi innamorata di un estraneo e questo non mi fa sentire affatto bene"
"Ti dirò tutto quello che vuoi sapere"
"Voglio sapere tutto di te. Voglio vivere un vero primo appuntamento, voglio andare con calma"
Lo vedo rabbuiarsi in meno di un millesimo di secondo e poi si passa una mano sulla faccia.
"Cos'hai?", gli afferro l'altra mano e la stringo forte tra le mie.
"Ho paura di perderti. Magari ti renderai conto che non sono alla tua altezza e mi lascerai"
"Stai tranquillo. Hai sette mesi e mezzo per farmi rinnamorare di te", sputo fuori in maniera preoccupata.
Lui corruccia il viso e mi guarda interrogativo.
"Non capisco"
Nemmeno io l'ho capito subito.
"Non so come potresti reagire, ma comunque voglio che tu ci pensi"
"Cloe, mi stai facendo fottutamente preoccupare. O mi dici quello che devi dirmi o daró di matto nel giro di pochi minuti, lo sento"
"Bè... Nicholas... io..."
"Ti prego", mi implora.
"Aspetto un bambino", sputo fuori tutto d'un fiato con l'ansia che prende possesso di ogni cellula del mio corpo.
"Che stai dicendo?", mi domanda scioccato.
"Ti capisco sai? Piombo qui dopo un mese e mezzo per darti questa notizia. Non pretendo nulla da te, volevo solo dirtelo", dico con infinita tristezza.
"Il nostro bambino?"
"E di chi altro? Pensi che io sia il genere di ragazza che passa da un ragazzo all'altro come se fosse niente?"
"Non l'ho mai pensato... nemmeno per un istante principessa. Sono così sollevato"
Ora è il mio turno di essere confusa e scioccata per la sua frase e lui se ne accorge subito.
"Pensavo mi avresti detto che avevi trovato un'altra persona. Pensavo te ne stessi per andare di nuovo. Non so se avrei potuto sopportarlo"
A questo punto mi sorge spontanea dentro di me la domanda se lui abbia veramente capito cosa gli ho detto. Eppure ora che sono davanti a lui, che guardo i suoi occhi limpidi come un mare calmo, riesco solo a notare una strana scintilla di felicità.
"Aspetto un bambino", lo ripeto, ma questa volta con una calma disarmante che rende tutto più reale.
"Il nostro bambino", sussurra lui e con poi alza la mano tremante. Rimane comunque distante, ma in modo lento la avvicina, come se prima aspettasse il mio permesso, che ovviamente non gli nego. Sorride e poi la posa sul mio ventre ancora piatto. Lo accarezza dolcemente e poi si inginocchia ai miei piedi. Divarica le mie gambe e porta il suo corpo nel mezzo. Con la testa scende fino a che la sua bocca non si posa sulla morbida stoffa del vestito, proprio all'altezza dell'ombelico. Lascia un bacio così dolce che il mio cuore comincia a martellare nel petto in una maniera surreale, il tutto sotto gli occhi di quello Stephan bambino, sul mare, insieme all'uomo inginocchiato ai miei piedi. E proprio così realizzo che alla fine è tutta colpa o merito del destino se ora siamo seduti in questo piccolo salotto e siamo tutti e quattro qui: io, Nicholas, il nostro bambino e Steph.
La vita è davvero strana, oserei definirla pazzesca, come la nostra storia.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...