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25 giugno 2015

"Non posso crederci che te ne stai andando di nuovo da questa casa", mia mamma mi guarda mentre papà carica le mie valigie nel bagagliaio della mia macchina.
"Sono stata qui solo un mese", rido nel vedere il broncio sul suo volto.
"Lo so, ma..."
"Ma niente mamma. Non sono più la stessa ragazza che avete lasciato andare la prima volta. Ho sbagliato tanto ad avervi tagliato fuori dalla mia vita e prometto di non farlo più"
Mi metto una mano sul cuore per suggellare questa promessa.
"Va bene. Rimango comunque dell'idea che dovresti prendere un taxi"
Alzo gli occhi al cielo, ma con un grosso sorriso stampato sulle labbra.
Anche papà si avvicina a noi e lo vedo più teso del solito. I lineamenti del viso sono tirati come una corda di violino. La sua fronte è leggermente imperlata e continua a passarsi una mano nei capelli ogni dieci secondi.
"Papi...", mi dispiace vederlo così e so che la colpa è un po' mia.
"È tutto ok", dice mentendo palesemente.
"Cosa c'è che non va?", glielo chiedo non perché non lo sappia, ma perché sono certa che nel dirmelo si sentirà decisamente meglio.
Lo vedo esitare e guardarsi un po' intorno cercando di reprimere l'impulso di vuotare il sacco. Aspetto con pazienza le sue parole in silenzio.
"Forse sono io che non sono pronto a lasciarti andare. Non un'altra volta"
Mi si riempie il cuore d'amore nell'udire le sue parole e mi affretto a stringere le mie braccia attorno al suo ampio petto.
"Io voglio esserci. Ogni giorno Cloe. Così mi rendi il tutto più difficile", lo sento tirare su con il naso alla fine della frase.
"Tu ci sei papà. Come ho detto a mamma non voglio mai più tagliarvi fuori dalla mia vita. So benissimo quanto avrò bisogno di voi"
"Ma non sai quanto non abbiamo bisogno di te"
Non devo piangere. Non devo piangere.
"Ha ragione il papà, tesoro. Tu sei la nostra forza e viviamo per te. Se tu sei felice, noi lo siamo altrettanto"
Mi ritrovo circondata non più da due braccia, ma da quattro. Ho una famiglia bellissima e ringrazio Dio per questo dono immenso.
"Fidatevi di me", dico semplicemente.
"Noi ci fidiamo ciecamente di te. Sei sempre stata forte, coraggiosa e responsabile. Non abbiamo mai avuto dubbi su questo"
"Grazie di tutto"
Mi lascio coccolare ancora un po', ma poi la suoneria del mio telefono parte e questo significa che è ora di andare. Lascio ancora due baci sulle loro guance.
"Prendetevi cura di voi", dico scherzando quando sono ormai davanti alla portiera della macchina.
"Questo vale anche per voi", replicano.
Quando salgo in macchina il telefono squilla di nuovo così mi decido a rispondere.
"Pensi di ignorarmi ancora?", la voce squillante di Giody mi fa quasi sanguinare i timpani.
"Sto arrivando donna. Dammi dieci minuti"
"Ok, sii prudente"
"Non ti ci mett..."
Ha attaccato il telefono. Non posso crederci. Non voglio crederci. È sempre la solita.
Quando parcheggio davanti alla nostra vecchia casa, mi sento un po' malinconica nel vederla seduta sul dondolo.
"Ci hai messo sei minuti. Ti avevo detto di essere prudente, non di correre come Beep-Beep"
"Stai veramente parlando del cartone di Willy il coyote?"
"Proprio così. Problemi?"
Scoppio a ridere e la raggiungo.
"Sei raggiante Cloe"
"Lo sono?", la mia è una domanda lecita visto che io mi sento uguale a tutti gli ultimi dodici giorni.
"Sì cazzo, guardati. Sei una bomba sexy e il tuo viso non è mai stato così luminoso"
Mi sfioro gli zigomi con i palmi della mano come se così potessi veramente capire se sono o no raggiante come mi ha definito.
"Spero non facciate gli sporcaccioni nella mia stanza", cambio discorso riferendomi a lei e al suo nuovo ragazzo, Ethan. Proprio quello delle superiori. Pazzesco. Dopo che tutta la verità è venuta a galla, più di un mese fa, ho scoperto che la mia amica aveva lasciato Lucas. Aveva troncato la sua relazione con lui perché aveva scoperto ancor prima di me ciò che stava succedendo. Quello stronzo la usava, lui non è mai stato interessato a lei. Voleva solo sapere tutto quello che io dicevo del suo amico. Peccato non avesse affatto capito che non sono il genere di persona che ama parlare della propria vita, men che meno dei propri sentimenti. Sta di fatto che quando sono andata da Giody per chiarire l'ho trovata totalmente a pezzi così l'ho portata fuori per aiutarla a superare la cosa. Siamo andate ad una festa ed ha rincontrato Ethan, il suo vecchio amore. Sono usciti tutti i giorni per una settimana intera fino a che si sono accorti di non voler passare il tempo con nessun altro. Così lui si è trasferito da lei ed ora convivono da poco più di tre settimane. Sono ancora scioccata per questa cosa, ma totalmente felice.
"No, quella rimarrà sempre lì semmai deciderai di tornare a vivere con me"
"Scordatelo", scandisco ogni lettera della parola, "per sentirvi accoppiarvi tutte le sante notti, mattine, pomeriggi? Anche no grazie"
"Guarda che lavoriamo anche", mi schiaffeggia delicatamente il braccio.
"Lo so, scema"
Le faccio la linguaccia e poi mi accoccolo sulla sua spalla.
"Mi sembra pazzesca tutta questa storia", dice più a sé stessa che a me.
"Non dirmelo"
"Sai... sono davvero contenta per te Cloe. Sei cambiata così tanto"
"Lo so e mi sento davvero meglio"
"Lo vedo. Solo fatti dare due raccomandazioni"
Annuisco.
"Punto primo, non ti azzardare a sparire di nuovo. Punto secondo, non esitare a chiamarmi mai per qualunque cosa. Punto terzo, voglio ogni giorno un messaggio o una chiamata così sarà come vivere ancora insieme. Punto quarto, ..."
"Ragazza mia, stai delirando. Sta zitta un secondo e ascoltami. Non sto sparendo Giody. Però non posso restare e lo sai anche tu. Prometto tutto ciò che mi chiederai e davvero lo farò, ma stai serena"
"Mi sento una madre apprensiva", mette su il broncio.
"Un po' lo sei stata in questi anni", ammetto prima di alzarmi e baciarle la testa, "grazie di tutto"
Mi stringe forte all'altezza della pancia prima di lasciarmi andare.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora