3 aprile 2015
La sua bocca é leggermente sporca di nutella e ridacchio sotto i baffi.
"Perchè ridi principessa?"
"Così"
"Non mi dispiacciono le tue risposte a monosillabi, ma ora sputa il rospo Cloe o giuro che te ne pentirai"
"Assolutamente no e comunque sappi che non mi fai paura sporcaccione"
"Sporcaccione?"
Picchietto il dito sul lato destro del mio labbro e lui mi guarda inizialmente confuso e forse anche un po' malizioso. Alzo gli occhi al cielo ed allora lui capisce cosa intendevo. Allunga la sua lingua e lecca via gli ultimi residui del cornetto. Osservo affascinata i suoi movimenti e penso al fatto che se non fosse per la quantità assurda di tatuaggi potrebbe benissimo fare il modello. Mi alzo dalla panchina e sono pronta a salutarlo per tornarmene a casa.
"Che fai?", mi chiede.
"Me ne vado a casa"
"Io non penso proprio"
Si alza e non riesco a sfuggire alla sua presa letale. Mi solleva e mi carica sulle sue spalle, lasciando ciondolare la mia testa all'altezza del suo sedere. Non mi metto ad urlare per evitare di attirare ulteriormente l'attenzione su di me.
"Io donna civilizzata, tu uomo caverne?", lo prendo in giro.
"No, io sono sporcaccione! Principessa non giocare col fuoco!", gli concedo questa piccola vendetta.
Mi posa sulla sella della sua moto e mi ficca un casco nero in testa.
"Potevo farlo da sola, sai?"
"Non ne dubito principessa"
Si infila anche lui il casco e riesco a vedere solo i suoi occhi.
"Stringiti forte a me"
"Dove mi porti?"
"Ti interessa veramente saperlo?"
"No"
Detto questo da gas alla moto e sfreccia per le strade del Galles. Guardo tutto ciò che ci passa a fianco e mi incanto un pochino. Passano veloci i minuti ed in men che non si dica siamo a Chester, una cittadina dell'Inghilterra al confine col Galles. Neanche un'ora di strada e siamo arrivati in un posto nuovo per me. Scendiamo dalla sella e ne approfitto per stiracchiarmi e sgranchirmi le gambe. Quando sento un "click", mi giro verso il pazzo che mi ha portata fino a qui.
"Che stai facendo?", chiedo nonostante sia piuttosto ovvio, soprattutto dopo aver visto la Nikon appesa al suo collo.
"Oggi sarai la mia musa"
Mi dispiace quasi per lui. Quando si renderà finalmente conto che oltre a non essere fotogenica, sono anche priva di luce, si sarà pentito ampiamente di avermi portato fino a qua. Lo seguo e rimango per un attimo stupita quando noto l'entrata al "Chester Zoo".
Gli dedico uno sguardo incuriosito e lui mi fa un sorrisino.
"Il recinto dei leoni ci aspetta principessa"
"Qual'è il tuo animale preferito?", mi meraviglio io stessa di aver posto una domanda.
"Il rinoceronte nero"
"Perché?"
"Ha un carattere difficile ed una pazienza limitata... è un animale solitario, mi piace", dice facendo spallucce, "e il tuo?"
"L'angelo inconsolabile"
Non fa altre domande, ma mi conduce verso la zona dove sono le pantere. Lo vedo scattare diverse foto ad un esemplare che se ne sta tutto solo, sdraiato su un ramo. Mi affianco a lui e lo osservo anche io. Ha un manto nero e lucido. È stupendo.
"Se fossi un animale saresti esattamente una pantera", dice Nicholas.
"È così che mi vedi?"
"Sì, principessa"
"Non male", ridacchio.
Lui mi scatta una foto proprio in questo istante. Mi blocco subito e metto un finto broncio. Scatta una foto anche a questa mia espressione.
"Andiamo", lo trascino per un braccio.
Guardiamo un sacco di animali e non mi annoio nemmeno un secondo. Dopo un scontro a suon di sguardi riesco ad avere la meglio, compro io due hot dog e ne porto uno al bel ragazzo tenebroso che se ne sta seduto su una panchina con addosso i suoi occhiali da sole.
Ricordo della prima volta in cui i nostri sguardi si sono incrociati e vorrei tanto chiedergli cosa stesse facendo in mezzo alle campagne. Sono quasi tentata, ma abbandono all'istante questa idea.
"Non chiedermi nulla ed io non lo farò con te", dice, lasciandomi totalmente allibita.
"Andiamo a vedere altri animali?"
"No principessa, adesso andiamo al fiume Dee"
"A fare il giro con il battello?"
"Oh no, ho un amico che ci porterà in un posto più appartato"
"Okay"
Parcheggia la moto vicino ad un piccolo molo dove sono attraccate diverse barchette. Lo vedo parlare con un uomo sui sessant'anni e mi limito ad aspettare un po' più distante. Quando mi fa un cenno con la testa capisco che ci porterà, perciò mi incammino leggermente scettica. Nicholas mi aiuta a farmi salire e quando stringe la mia mano una leggera scossa me la fa ritrarre. Faccio finta di niente e mi accomodo a poppa, affiancata dal ragazzo. Il tragitto prosegue in silenzio, fino a che dopo una decina di minuti non ci fermiamo su una piccola lingua di terra a lato del fiume.
Appoggio i miei piedi sull'erba fresca e noto che è l'unico punto libero dagli alberi, perché tutto intorno a noi si ergono degli imponenti arbusti.
"Torna a prenderci tra un'ora"
"Se sarò ancora viva"
Mi esorta con lo sguardo a esplicare i motivi per cui non dovrei esserlo.
"Nel caso decidessi di uccidermi e farmi a pezzettini... dopo tutto sei uno sconosciuto per me, non so nemmeno il tuo cognome"
Lui scoppia in una fragorosa risata senza fine, al punto che vedo addirittura spuntargli le lacrime agli occhi.
"Sei la prima ragazza che riesce a farmi piangere"
"Oh che onore", simulo un inchino.
"Hai paura di me?", cerca di ricomporsi.
"No"
"Dovresti"
"O forse sei tu quello che dovrebbe avere paura di me"
L'aria si é fatta più tesa visto che inconsciamente abbiamo appena ammesso di stare nascondendo qualcosa di non molto bello.
Grazie ai raggi del sole che squarciano le nuvole, si sta davvero bene.
Nicholas si sfila la felpa e nel farlo anche la maglia a maniche corte risale lungo il suo petto, lasciandomi ammirare il suo corpo dipinto come una tela. La dea Kali che ha tatuata sul torace cattura totalmente la mia attenzione e ne osservo ogni tratto nel minor tempo possibile. Parte esattamente sotto ad un fiore di loto che ha tatuato sul collo, per arrivare quasi fino all'inguine.
Appena riesce a sistemarsi mi guarda così intensamente da lasciarmi inebetita.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...