Quando apro gli occhi sento la bocca completamente impastata. Sono sul divano di Marie e non ricordo assolutamente cosa sia successo o come io sia arrivata qui.
"Ti sei svegliata?", dice il mio capo.
"Che mi é successo? Non ricordo nulla"
"Sei svenuta proprio qua fuori dalla locanda, mentre eri in pausa pranzo"
"E come sono arrivata qui dentro?"
"É stato Matt"
Annuisco e alzo lentamente il busto, prima di tirarmi su completamente.
Un forte profumo maschile invade le mie narici e subito mi volto a destra e a sinistra per cercare la fonte. Non vedo nessuno così mi sposto un po' in avanti, muovendo l'aria, al punto da rendermi conto che é la manica della mia maglia che profuma così. La annuso lentamente e riesco a percepire una fragranza sicuramente al muschio. Marie mi guarda con occhi sgranati e mi rendo effettivamente conto di quanto strano possa apparire il mio comportamento. Scuoto la testa e mi dirigo verso il piano di sotto, ovvero il bar, pronta per andare a lavorare. É l'anziana signora a fermarmi questa volta.
"Vai a casa Cloe, così puoi rimetterti in sesto"
Sto per replicare e rifiutare, ma dalla sua espressione facciale capisco che non ammetterà alcuna parola da parte mia. La saluto con voce bassa e mi avvio verso l'uscita della casa.
Quando sono fuori da lì mi nascondo dentro alla mia grande sciarpa di lana. Mi incammino verso casa dei miei genitori, mossa da non so quale forza.
Non vado a trovare mia mamma da mesi. Mi sento uno schifo per questo, ma ogni volta che entro nella mia vecchia casa, vengo assalita da continui flashback di noi. Al solo pensiero mi blocco sul posto e al contrario afferro il telefono. Non passa nemmeno un quarto di minuto che mia madre risponde subito.
"Cloe, santo cielo, ho provato a contattarti più volte in queste settimane", ma dentro di lei lo sa benissimo che non avrei risposto. Non in questo periodo dell'anno.
"Mamma..."
"Non fa niente, sono così contenta che tu mi abbia chiamata. Non riesco a crederci nemmeno ora", sento la sua voce strozzata, probabilmente per via dell'emozione.
"Vuoi venire a bere un caffè? Non a casa vostra però"
"Metto il cappotto. Dove devo venire?"
"Sono ancora a Llandudno, ho finito di lavorare prima oggi"
"Troviamoci alla nuova caffetteria sulla costa"
"A tra poco"
Attacco il telefono e stranamente penso di aver fatto la cosa giusta a chiamarla. Prima di ciò che é successo avevamo un bel rapporto. È sempre stata un po' apprensiva visto che sono figlia unica, ma mai eccessivamente. Mi ha lasciata provare e sbagliare centinaia di volte, senza mai fermarmi o scoraggiarmi.
Spesso mi trovo a pensare che lei meriti una figlia migliore di me, non così problematica. Una volta penso anche di averglielo detto ed ho visto nei suoi occhi quello sguardo di compassione. Era l'unica cosa che non avrei voluto leggere ed invece é successo. Non ho bisogno di essere compatita. Da nessuno!
Quando mi trovo a pochi metri dal bar la vedo stretta nel suo cappotto nero, che si guarda intorno. Le rughe al lato dei suoi occhi sembrano essersi fatte più visibili e penso a tutto lo stress che ha avuto negli ultimi anni per colpa mia. I suoi capelli castani sono lunghi fino alle spalle, ma non sono poi così lucenti come lo sono sempre stati.
Prendo un respiro e decido di incamminarmi verso di lei nonostante le mani comincino a tremare. Quanto mi nota, le compare un lieve sorriso sulle labbra ed una volta vicina osservo i suoi occhi lucidi. So che si sta trattenendo dallo stringermi tra le sue braccia e forse dentro di me lo sto facendo anche io, ma non é il momento ora.
"Ciao", mi sussurra e tira su con il naso, "scusa é per il vento freddo"
Si giustifica mentendo.
"Ciao mamma"
Le faccio un cenno con la testa per invitarla ad entrare e mi precede verso un tavolo. Sceglie quello più appartato e gliene sono grata. Ci togliamo le giacche e ci accomodiamo l'una di fronte all'altra. Subito una cameriera arriva al tavolo e quando alza lo sguardo per sentire le nostre ordinazioni, sofferma lo sguardo su di me più del dovuto.
"Due tè caldi. Abbiamo fretta", dice mia mamma, guardando male la ragazza.
Questa si affetta subito a distogliere lo sguardo da me e riportarlo sul taccuino, prima di girarsi e scappare al bancone.
"Allora come stai?", mi chiede.
"Bene", non nascondo nemmeno il fatto che sia una bugia, lei lo sa, io lo so.
"Al lavoro?"
"Tutto bene lì! Voi come state?"
"Bene", é proprio mia mamma.
Mi lascio andare ad un mezzo sorriso che lei apprezza.
"Spero di non dover aspettare così tanto per vederti la prossima volta"
"Credo che potremmo trovare un accordo", nonostante lo voglia davvero non voglio che lo sappia, perciò mi limito a lasciarle credere che sia solo per farla contenta.
"Una volta a settimana", propone.
"Una volta al mese", propongo io storcendo il naso.
"Ogni due settimane", mi implora con gli occhi.
"Non a casa vostra però"
"Assolutamente no"
"Ottimo"
"Tra poco arriva anche papà"
"Sono contenta di poterlo salutare"
"Lui non vede l'ora di vedere la sua bambina. Sono curiosa di vedere la sua faccia appena ti vedrà!"
So che mio papà ha sofferto moltissimo quando me ne sono andata. Qualche volta viene a trovarmi a casa mia di nascosto dalla mamma, ma non lo fa con cattiveria, solo che lui é diverso. Non si ferma mai più del dovuto e passa sempre con una scusa stupida, in modo da non farmi sentire oppressa. Lui preferisce camminare in punta di piedi nella mia vita, mi dice solo che se sarà necessario interverrà, ma che per ora non è il momento.
Guardo fuori dalla finestra in attesa di vederlo e anche mamma fa come me, mantenendo un silenzio piacevole. Mi accorgo solo in un secondo momento che davanti a me c'è una tazza fumante, così immergo la prima bustina che trovo. Aspetto i minuti necessari e vedo che anche la donna di fronte a me sta compiendo le medesime azioni. Quando porto la tazza alle mie labbra, sulla mia lingua si sprigiona un sapore che porta a galla mille ricordi.

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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...