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10 ottobre 2008

Mi stiracchio, dopo aver passato una notte quasi totalmente insonne. Il cuore mi martella ancora nel petto al pensiero della piccola confessione di Stephan. Dopo la festa ha voluto riaccompagnarmi lui a casa e Micheal non ha nemmeno detto niente. Si è limitato ad ascoltarmi quando gli comunicavo la mia scelta e poi é andato via.
Giody é sparita per il resto della serata e nonostante i miei tentativi di chiamarla, non ha risposto nemmeno a una delle telefonate.
Quando io e il ragazzo dagli occhi verdi siamo arrivati fuori da casa mia, mi ha lasciato un leggero bacio a fior di labbra, facendomi andare in tilt. Mi ha poi promesso di chiamarmi oggi.
Sono arrivata a letto così in ansia  e agitata che non sono riuscita a chiudere occhio.
Sono solo le otto quando scendo in cucina e trovo mia mamma impegnata a spadellare dei pancake.
"Buongiorno", dico trascinando la "o" finale.
"Siamo particolarmente di buonumore, tesoro?"
"Forse", dico.
"Si può sapere perché?
"Questo proprio no", dico semplicemente.
"Qualcosa mi dice che c'è di mezzo un ragazzo"
Divento rossa come un pomodoro a tale affermazione e sento le guance andare in fiamme. Datemi un estintore vi prego.
"Micheal?", mi chiede.
"Mamma no"
"Perché no? É così carino"
"Stephan lo é di più", mi rendo conto di aver sputato fuori il suo nome, perciò porto subito le mani alla bocca.
"Allora é così che si chiama?", dice ghignando.
"Piantala mamma"
"Di chi parlate?", entra papà.
"Del nuovo ragazzo di Cloe"
"Ragazzo?", chiede lui.
"Non é il mio ragazzo"
"Per ora", aggiunge mamma.
Tronco la conversazione e me ne vado in giardino sul dondolo. Prendo il telefono in mano e mi perdo a guardare le foto scattate.
Quando prende a squillare, rispondo subito.
"Ciao Cloe", mi spunta un sorriso involontario.
"Come stai?", chiedo a Stephan.
"Tutto bene e tu?"
"Da schifo. Volevo invitarti a mangiare un gelato questo pomeriggio, ma Giody mi ha chiesto di aiutarla a studiare una parte di letteratura che non ha capito bene"
La rabbia mi fa ribollire e capisco subito che gli abbia mentito dal momento in cui letteratura é proprio la materia in cui lei va meglio.
"Ottimo", rispondo secca.
"Se vuoi puoi venire con noi", chiede speranzoso.
"Tranquillo, studiate da soli. Non vorrei mai che non capisse le cose per colpa mia"
"Va bene... solo mi dispiace così tanto di non vederti"
Anche a me Stephan, credimi.
"Sarà per un altro giorno", dico decisamente frettolosa.
Una volta messo giù il telefono, torno a casa e dopo essermi infilata le scarpe ed un giacchetto, marcio a passo veloce verso la casa della mia migliore amica. In venti minuti arrivo a destinazione e suono al campanello. Aspetto che la porta venga aperta e picchietto freneticamente il piede per terra.
É sua mamma ad aprirmi e mi indica subito la stanza della figlia. Busso una volta e non aspetto nemmeno dica "avanti" poiché  mi fiondo dentro.
"Vattene subito", mi dice.
"Non credo proprio! Adesso parliamo. Eccome se parliamo"
"Non voglio parlare con te"
"Bene se non vuoi parlare, ascolterai!", prendo un bel respiro, "non so che diavolo ti succede e se non vuoi darmi spiegazioni fa lo stesso, ma so che ti sei accorta del fatto che mi piaccia Stephan. Non ci vuole un genio, l'hanno capito i miei  e sono più che certa lo hai capito anche tu che mi conosci meglio delle tue tasche. La cosa brutta  é che mi piace così tanto che non getteró la spugna. Quindi sappi che finché lui vorrà vedere me, io continuerò  a vederlo"
Non aspetto che dica nemmeno una parola, ma esco in fretta. Saluto Corinne, sua mamma, e sono pronta a tornare a casa mia.
"Cloe", la sua voce mi fa bloccare all'istante.
"Dimmi Giody"
"Se vuoi la guerra, che guerra sia. Sarò io ad uscirne vittoriosa", dice ostentando sicurezza.
"Perfetto. Tanto é quello che succede sempre, vero amica mia?"
Non mi guardo più indietro sta volta e nonostante senta le lacrime scorrermi calde sulle guance, so che non mi arrenderó. Non per una stupida competizione, ma perché so quello che sento nel cuore e non posso trascurarlo. Si dice "meglio pentirsi di aver fatto una cosa, che pentirsi per non averla fatta proprio".
Quando entro in casa, corro in camera e mi do una sistemata per non destare sospetti con i miei genitori. Ho paura che mi dicano di lasciare perdere Stephan, perché l'amicizia  é più importante. Chissà come mai però questa cosa viene detta sempre e solo a me e mai a lei.
Scendo trascinata dall'invitante profumo di lasagne e mi accomodo al tavolo, sicuramente meno felice di prima.
"Tesoro, dopo posso parlarti?", chiede mamma.
"Certo", rispondo atona e mi concentro sul cibo nel mio piatto. Amo le lasagne, anzi amo il cibo in generale. Decido di prenderne ancora e quando mi sento sazia, constato che anche il mio umore é leggermente migliorato.
Sparecchio la tavola e ripongo tutto nella lavastoviglie, evitando così a mamma un lavoro in più.
"Ho parlato con Corinne, mi ha detto che sei passata a casa loro"
"Sì"
"Ha detto che ti ha sentita parlare"
"Bene, ricordami la prossima volta di sussurrare, non si sa mai quanti impiccioni esistono al mondo"
"Cloe!", dice di rimprovero per aver chiamato una sua amica così.
"Ma é vero mamma"
"Niente ma..."
"Immagino comunque sia corsa a dirti tutto"
Lei annuisce ed io sbuffo sonoramente in preda alla frustrazione. Perché la gente non è capace di farsi gli affari propri?
"Se è per questo Stephan..."
"Oh no Mel! Evita di farmi una paternale"
"Non sai nemmeno quello che voglio dirti!"
"Non voglio saperlo!"
"Perfetto, mi dispiace che tu non voglia ascoltare tua mamma che ti dice di seguire il tuo cuore per una volta e buttarti in una nuova esperienza"
La guardo scioccata misto orgogliosa. Sono così felice di avere una mamma come lei. Corro ad abbracciarla e lascio che mi coccoli tra le sue braccia. Anche papà si aggiunge e penso a quanto ami stare lì, in mezzo a loro, mentre il resto del mondo scorre intorno  a noi.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora