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3 agosto 2009

"Non posso crederci che stiamo per finire questo schifo di scuola", dice Steph a Micheal.
"Ci manca solo un anno!"
Li stiamo tutti osservando mentre buttano le valige nei bauli delle rispettive macchine.
Io andrò in macchina con Stephan, Giody e Ethan, mentre Michael sarà con Brianna, Dave, Mark e una ragazza dai lunghi capelli rossi, Marissa, che sappiamo essere la cugina di Damian. Quest'ultimo ci sta aspettando in Italia, ad Amalfi, dove ha una villetta.
Quando i miei genitori mi hanno dato il permesso di andare non riuscivo a crederci. Sono le prime vacanze che faccio senza di loro e per di più sono ancora minorenne. Ho compiuto diciassette anni da appena due mesi e se non fosse stato per Steph non sarei potuta venire. È la prima volta che prendo un aereo e sono molto agitata.
Quando arriviamo all'aeroporto di Liverpool l'ansia comincia a farsi sentire di più e non sono più così sicura di voler andare. Il mio ragazzo, al contrario, è felicissimo e capisco perché sua mamma, dopo tutto questo tempo, non smetta di guardarmi con sufficienza. Non era nemmeno così entusiasta all'idea che andassimo in vacanza assieme, ma sapeva perfettamente che Steph avrebbe fatto comunque di testa sua, quindi ha solo sbuffato sonoramente. Lui sostiene che sia solo turbata perché lui è il suo unico figlio ed io sto monopolizzato oltre che il suo tempo, anche la sua testa. Vuole che lui cominci a pensare in che college andare, possibilmente fuori dal Galles ed io sono un intralcio.
"Ehi fifona", Micheal mi da una gomitata sul fianco. Gli rispondo come una persona matura, facendogli una linguaccia e lui in risposta mi attira contro il suo petto.
"Vedo che le cose tra te e Bri procedono a gonfie vele", dico riferendomi a lui e alla ragazza con la quale ormai forma coppia fissa.
"Sembrerebbe...", le sue risposte a riguardo sono sempre piuttosto monotone e vaghe, ma i fatti non mentono e io quei due ce li vedo proprio bene assieme.
"Quando saremo ad Amalfi, se riesci a ritagliarti mezzora per me, sarei contento di fare due chiacchere", è serissimo.
"Certo! Non dovresti nemmeno chiederlo"
"Sai com'è... tu e Steph siete sempre attaccati come una ciunga sotto ad una scarpa", alza gli occhi al cielo.
"Ah-ah-ah spiritoso"
"Ma é vero!"
Rimaniamo in silenzio prima che arrivi Brianna con un'espressione strana stampata in faccia. Il sorriso che mi riserva è finto all'inverosimile e se ne accorgerebbe anche un cieco.
"Ti lascio il tuo cavaliere", le dico e mi prometto che appena arriveremo a destinazione cercherò di capire cosa non va.
Quando entriamo andiamo subito a metterci in fila per il check-in e nel giro di un quarto d'ora le nostre valige sono pronte per l'imbarco e noi siamo ai controlli. Mi batte il cuore fortissimo quando devo passare sotto al metal detector. La sensazione è quella di avere addosso tre pistole e due coltelli. Quando passo però la luce è verde segno che non devo sottopormi ad una ispezione corporale da parte di qualche agente. Quando arriviamo al gate, per fortuna o forse per sfiga, stanno già chiamando per imbarcare.
Una volta che ho trovato il mio posto e mi sono seduta, anche il respiro comincia a diventare veloce, ma mi sembra di non inalare mai abbastanza aria. Sono seduta vicino al finestrino e Stephan è seduto esattamente accanto a me.
"Sei stata proprio fortunata ad avere il posto lì", dice entusiasta.
"Se vuoi possiamo fare a cambio", la voce trema.
"Dammi la mano"
Non me lo faccio ripetere due volte e gliela stringo forte. Le hostess cominciano a spiegare tutte le cose da fare in caso di emergenza e dove trovare le uscite. Questo non fa altro che peggiorare il mio stato d'animo. La spia delle cinture di sicurezza si accende ed io deglutisco pesantemente. Siamo pronti al decollo. Ma io sono pronta?
Stephan mi volta la testa verso di lui e tocca le mie labbra con le sue. Cominciamo a baciarci in maniera dolce per non so quanto tempo.
Se questa è l'ultima cosa che farò prima di morire a causa della caduta dell'aereo allora mi va più che bene.
Quando ci stacchiamo mi sorride.
"Il peggio è passato", dice. Guardo fuori dal finestrino e mi accorgo che l'aereo è già piuttosto alto nel cielo ed io non mi sono nemmeno accorta che siamo partiti. Stringo forte le mie dita alle sue e provo a rilassarmi per il resto del viaggio.
Dopo due ore e mezzo di viaggio, durante le quali sono riuscita a dormire, mi stiracchio e mi concedo un altra occhiata fuori. Vedo l'Italia dall'alto e mi sento stranamente emozionata. È la prima volta che esco dal Galles e sono troppo felice che mi sia stata concessa questa opportunità.
"Gentili passeggeri vogliamo informarvi che tra quarantacinque minuti atterreremo all'aeroporto Capodichino di Napoli. Il tempo è sereno e la temperatura prevista è di 35°. Grazie dell'attenzione"
Per fortuna indosso degli shorts e una canottiera.
"La nostra prima vacanza insieme. Ci credi?", mi chiede il mio ragazzo.
"Sembra un sogno. Ho in mente di fare tantissime cose"
"Prima pensiamo ad arrivare alla casa di Damian", ridacchia.
"Quanto ci mettiamo dall'aeroporto?"
"Poco più di un'ora. Verranno due dei maggiordomi della sua famiglia a prenderci ", mi spiega.
"Mi sembra assurdo che una persona abbia così tanti soldi da permettersi dei maggiordomi", dico sincera.
Non parliamo quasi più e ci godiamo entrambi il panorama con sguardo affascinato.
Come previsto, dopo quarantacinque minuti atterriamo e scendiamo dall'aereo per prendere le valige. Il sole batte cocente sulle nostre teste mentre camminiamo verso l'aeroporto e mi lascio scappare una risata che fa girare tutti i miei compagni di viaggio verso me. Mi guardano curiosi ed io faccio anche una giravolta su me stessa.
"Cosa avete da guardare? Sono solo felice", dico io.
Stephan mi prende in braccio senza che me ne accorga e mi fa girare forte lui. Stretta tra le sue braccia mi rendo conto di essere nel mio posto nel mondo e non importa in quale continente, stato o città siamo. L'importante è stare insieme.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora