17 marzo 2010
Micheal mi conduce lungo una rampa di scale infinita. La mia testa vortica e il mio stomaco sta lottando una battaglia per tenere al suo interno tutto l'alcol che ho ingerito. Ho la sensazione di stare sbagliando qualcosa, ma il punto è che non riesco a capire cosa. Mi volto un solo attimo e vedo la gente sfocata. Il sudore che imperla la mia fronte è sintomo del fatto che la mia temperatura sia salita a dismisura a causa dei drink. Non riesco quasi a camminare e Micheal è costretto ad aiutarmi come meglio può. Anche lui ha bevuto parecchio, ma è comunque più lucido di me.
"Forza bellissima, ancora pochi passi e siamo in camera", sussurra al mio orecchio. Un conato sta per farsi largo, ma cerco di mandarlo giù. La mia testa continua a ripetermi che mi basterà immaginare sia Stephan e tutto andrà bene.
Quando entriamo nella camera è tutto buio e non riesco a distinguere ciò che mi circonda. Rimango in piedi davanti alla porta, immobile, senza sapere cosa fare. Il moro si avvicina e mi bacia avidamente. Infila le sue mani dentro alla mia maglia ed accarezza la pelle della mia schiena.
"Ti voglio così tanto Cloe", mugugna.
Non rispondo, per me non è lo stesso, ma ora non mi importa. Voglio dimenticare tutto.
"Posso?", afferra i lembi della mia maglia e mi guarda.
Mordo forte il labbro con i denti e poi annuisco. Il sapore metallico del sangue distoglie la mia attenzione dalle sue mani sulla mia pelle.
Mi trovo con il petto esposto al suo sguardo e al suo tocco. Mi sdraia sul materasso e comincia a sfilare via anche i miei pantaloni. Rimango in intimo e totalmente persa. Lui brama il mio corpo e capisco la sua felicità riesca ad accecarlo al punto da non vedere le lacrime al lato dei miei occhi. Non mi dispiace Micheal, ma non lo amo e non riesco ad accettare che Stephan non sia al suo posto. Mi accarezza e mi bacia ovunque, ma ormai la mia testa è lontana ed il mio cuore ancora più.
Fa sesso con il mio corpo, ma non con me. Mi sta bene così. Non voglio provare assolutamente nulla. Mi sento quasi in colpa per fargli credere qualcosa che non sia, ma non riesco nemmeno a fermarlo. Non mi va di fermarlo.
Ogni volta che mi riempie, il mio stomaco si capovolge e non ha nemmeno il tempo di finire che prendo il lenzuolo, lo avvolgo attorno al mio corpo e corro a cercare il bagno per vomitare. Non riesco a vedere dove vado e quando sbatto e cado a terra quasi mi sembra di svenire. Alzo lo sguardo lentamente e vedo la faccia di Stephan sconvolta. I suoi occhi sembrano iniettati di rosso e non riesco a capire se sono solo io a puzzare di alcol oppure sia anche lui.
"Che schifo", mi guarda truce e poi fissa la figura alle mie spalle.
Mike se ne sta dietro a me con addosso solo i pantaloncini.
"Ti avevo chiesto di portarla qui perché così avrei potuto parlarle e invece te la sei scopata lurido figlio di puttana", urla.
"Calmati Steph abbiamo bevuto tutti", dice Micheal.
Parole più sbagliate non poteva dire perché fanno scattare il ragazzo che amo. Stringe forte le mani intorno al collo del mio amico e lo priva d'aria.
"Hai sempre voluto prenderti ciò che é mio. Non mi é mai importato, ma lo sapevi che da lei dovevi stare lontano. Cosa non ti è entrato in quella testa di merda Walker?"
Un ragazzo arriva e cerca di far mollare la presa a Steph.
"Per favore", soffoco un singhiozzo e lui finalmente lo lascia e si concentra su di me.
"Mia piccola Cloe. Sai cosa? Ho fottutamente rinunciato alla UCLA per te. Per stare insieme. Te lo avrei detto sta sera e tutto sarebbe tornato a posto, ma no, hai dovuto concederti a questa feccia"
Rimango scioccata e comincio a piangere a dirotto. Odio me stessa come non è mai successo prima d'ora e vorrei tornare indietro, ma non si può.
"Io me la immaginavo una vita con te. Tu no evidentemente", sputa con cattiveria, "sono così ubriaco che ho pure il coraggio di ammettere che ti amo da impazzire, ma per noi non c'è speranza"
"No! No! No!", urlo disperata.
"Sì", si volta e sta per andarsene.
"Ti amo Stephan Jenkins, più di qualunque altra cosa al mondo, più della mia stessa vita, più di quanto sia umanamente possibile"
"Anche io", ma se ne va, ancora... lo fa un'altra volta.
Dopo alcuni secondi di sconcerto, mi alzo in piedi e comincio a corrergli dietro. La musica è stata spenta e le luci sono state accese. Tutti mi guardano e vedo disgusto nei loro occhi. Esco fuori da quel posto e cerco con lo sgaurdo ovunque, ma non vedo da nessuna parte gli occhi verdi più belli del mondo. Urlo disperata il suo nome, ma quando vedo i fari della sua auto accendersi capisco che se ne sta andando. Corro senza fermarmi e quando sto per raggiungerlo parte sgommando via. La macchina sfreccia via ad una velocità pazzesca ed io non riesco a bloccarlo.
Lo osservo scappare fino al fondo della strada e poi un boato assordante mi fa gelare il sangue. Macino metri a piedi senza rendermene conto e quando arrivo a pochi metri dalla causa di tanto frastuono, qualcosa dentro di me muore. La macchina di Stephan é capovolta a testa in giù ed il guidatore dell'altra auto é sceso dalla sua vettura e chiede aiuto in maniera straziante. Corro più forte che posso e cado miseramente inciampando nel lenzuolo bianco. Mi faccio male ovunque, ma non sento nulla. Nemmeno il mio cuore.
Lui sta lì, totalmente immobile, con gli occhi chiusi. Il suo corpo rimane ancorato al sedile grazie alla cintura. Il suo petto si alza e si abbassa in maniera impercettibile.
"Ti prego, resta con me", provo a dire tra fiumi di lacrime e nodi in gola.
Attraverso il finestrino gli accarezzo il viso tiepido e mi siedo, disperata, aspettando che qualcuno arrivi ad aiutarlo.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...