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E insomma, dopo aver finito quel gustosissimo gelato, facemmo una passeggiata a piedi.
«Che ore sono?» chiese lui guardando sbadatamente la vetrina del negozio dell'adidas.
Fissai quella scena per poco e subito dopo gli dissi l'orario.
«Sono le 7:30»
Il tempo era volato, nel vero senso della parola.
Infatti i bei momenti durano davvero poco.
Forse a Tom serviva un momento del genere, un momento dedicato ai suoi problemi, quelli che aveva tenuto dentro per così tanto tempo, per far sì che tornasse a sorridere, anche solo per un po'.
«Ah» disse lui distogliendomi dai miei pensieri.
Quella risposta era così "stupida".
Era un misto tra, "okay ora andiamo" e "c'è ancora tempo, resto a dare un'occhiata a questa vetrina"
Infatti poco dopo, mentre osservava i prezzi di una maglia, gli chiesi..
«Ehm... Stai consumando quella maglia solo con gli occhi... »
«Già..» rispose subito lui, continuando a fissare qualcosa.
Notai subito dopo una ragazza che metteva in ordine delle scatole.
Magra, bassina, capelli lunghi e ricci, appena si voltò potei notare varie lentiggini che davano risalto ai suoi verdi occhi.
«Ah, forse non stai consumando la maglietta..» dissi tra me e me, dopo aver visto quella bellissima ragazza.
Riuscii a vedere con la coda dell'occhio il suo scatto veloce nel girarsi verso di me.
«Cosa? Nemmeno l'avevo vista..» rispose con fare tranquillo.
«Certo, so che ti piace tanto fissare le belle ragazze..» dissi irritata.. Ovviamente perché aveva una ragazza, e non per altro.
«Beh a questo punto, dovrei fissare te.. » rispose di nuovo prendendomi per mano.
A quel gesto sentii un brivido lungo la schiena.
Staccai subito la mia mano dalla sua..
Devo ammettere che dopo un po' iniziai a sentirmi come una puttanella.
«Ehm, i-io intendevo per Sarah. Tu sei fidanzato, hai una ragazza che ti ama. Non dovresti guardare le altre.» affermai guardando il pavimento grigio sotto di me.
Notai solo silenzio da parte sua.
Dopo ciò che avevo detto, rimase in silenzio, era chiaro, quell'argomento lo irritava.
Dopo qualche minuto, tornammo in macchina e ci dirigemmo al ristorante.
«Buonasera belli.» disse una cameriera giovane.
Ci indicò un tavolo libero. Quella sera era molto affollato, ma era davvero carino come posto dove passare una serata.
«Cos'hai?» chiese lui notando che mi facevo rossa fissando il piatto.
«Ehm.. È che mi sento così a disagio, sono tutti così eleganti, con abiti lunghi» affermai guardando una donna anziana con un vestito lungo blue spento.
«Ed io, sono venuta qui con un paio di converse, una maglia addirittura corta bianca e dei pantaloncini neri strappati..» continuai portando lo sguardo a lui appena finii la frase.
Notai che rideva dopo essersi portato la mano alla fronte.
«Cosa c'è ?» chiesi poco dopo ridendo, vedendo che aveva il sorriso stampato in faccia.
Forse anche lui pensava che era un look poco adatto, o un outfit stupido..
*Ma che argomenti. È mio fratello. Cosa mi interessa del suo parere(?)*
«Niente.. È che, dio mio, ti fai i dilemmi su tutto.. Sei bellissima. Cioè sei più bella te che tutti questi vestiti o abiti, come vuoi te, colorati.. Che tra l'altro quello blue, fa pena..» disse, e all'ultima frase abbassò la voce, per non farlo sentire alla signora di fianco.
Ovviamente ero rossa ed iniziai a ridere.
Quanto gli volevo bene, perché sapeva prendermi.
Non sono mai riuscita a stare così bene e a mio agio con un ragazzo più grande.
Dopo un po' arrivò il cameriere che ci portò il primo piatto.
«Ma è buonissimo» esclamai portando a me l'attenzione di due signori.
Sorrise per poi continuare a mangiare.
Beh, finimmo tutto, e tornammo in macchina.
Per la strada parlammo di tantissimi argomenti.. ma in particolare delle famiglie in cui sono stata.
«Sai, quando chiamai mamma per vedere come andava, disse che la signora Murph, mi pare sia la direttrice, disse che sei una ragazza .. Beh vediamo, maleducata, antipatica, rompipalle... Ma a quanto pare non è vero.» disse lui osservando attentamente la strada.
«Beh in realtà, si è così.. O forse è sempre stato così, qualcosa è cambiato da quando sto con voi..» risposi io appoggiandomi sul gomito accanto al finestrino.
«Ma perché? Cioè non che mi dia fastidio, ma perché con noi sei "diversa" che con le altre famiglie in cui sei stata?» chiese sempre il ragazzo strafigo alla mia sinistra.
«Voi subito avete saputo prendermi.. Mi avete trattata bene, e soprattutto non mi avete fatta sentire a disagio o fuori luogo. Anche se non l'ho mai detto, ma con voi mi sento a casa..»
Non rispose, ma notai una piccola felicità grazie al suo sorrisetto.
Appena arrivati a casa fermò la macchina e poco prima che scendessi mi confidò «Senti, prima che entriamo in quella casa.. beh volevo farti sapere che sono stato bene e ti volevo ringraziare perché è da davvero tanto che non mi sentivo così.»
A quel punto, prima che mi baciasse, mi avvicinai alla guancia e lo bacia delicatamente, per poi uscire.
Appena aperta la porta notai Mary e Louis guardarci meravigliati in cucina e sul divano c'era Alex che non mi degnò di uno sguardo.
*Bene, stava andando tutto troppo bene* pensai tra me e me.

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