Uscimmo, salutando Mary che rimase lì appoggiata al bancone mentre leggeva una rivista di moda.
Non parlammo molto per la strada, eravamo entrambi timidi, o meglio lui era timido, a me non importava parlare.
Fico, con lui non parlo perché è timido, e l'altro invece non parla per orgoglio, ma che cazz(?)
Dopo qualche minuto ci trovammo in un bar non molto lontano da casa, e ci avvicinammo ad un tavolino dove vi erano 2 ragazzi, e 1 ragazza.
«Ah ciao ragaa, tutto bene?» chiese battendo il cinque a tutti i presenti mentre io ero immobile senza dialogo.
«Sophy ti ho portato un amica.» continuò Alex facendole l'occhiolino.
Alex era diverso quando stava con i genitori, e quando stava con gli amici.
Feci ciao con la mano, così da aspettare che mi dicessero qualcosa.
«Chi è questa bellissima ragazza?» chiese un ragazzo davvero carino che con un movimento spostò il ciuffo dagli occhi.
«Mia sorella, si chiama Kate.» rispose lui.
Ci sedemmo entrambi vicino.
«Kate allora lei è Sophia , lui è Zac, e lui Nik.» continuò Alex
«Piacere.» risposi.
«Sorella? Ma tu non hai un fratello maggiore?» chiese Nik portando la sigaretta mezza finita al posacenere.
«Si.. È che..» Alex balbettava, non sapeva cosa rispondere per non ferirmi.
«Sono stata adottata dai loro genitori.» risposi io.
Mi guardò sorridendo e io guardai lui.
«Di dov'eri?» chiese Zac.
«Raga, dai penso che queste domande non le facciano piacer..» stava per dire Alex.
«No, non preoccuparti Ale, sono Russa..» risposi. Erano tutti con gli occhi su di me, ed erano interessati alla mia spiegazione.
«Sai qualcosa dei tuoi genitori?» chiese la ragazza con faccino triste.
«No, è una delle cose che vorrei scoprire.. Ma nessuna notizia.» risposi alzando le spalle.
«Ma quelli dell'orfanotrofio non dovrebbero dirvelo?»
«Sono stata trovata ... Cioè non mi ci hanno portato i miei genitori nell'orfanotrofio, delle persone mi hanno trovata per terra in un giardino in Russia, e .. » cercai di spiegare guardando fisso il tavolino di alluminio.
«Tranquilla abbiamo capito.» rispose Zac poggiando delicatamente la sua mano sulla mia.
Azione che attirò l'attenzione di Alex.
Credo che ad Alex non piacque molto quella scena infatti mi prese per mano e disse che dovevamo andare via.
Salutammo e ci dirigemmo verso casa.
«Aspetta ti va un lecca lecca di quelli che scoppiano in bocca ?» chiese.
«Cosa(?)» non capii di cosa parlasse all'improvviso.
«Aspettami qui.» continuò.
Tornò secondi dopo con due bustine in mano, aprimmo e c'erano due lecca lecca da immergere nello zucchero che in bocca avrebbe causato piccoli scoppietti.
«Ahw» dissi dopo il primo scoppietto, cacciando la lingua fuori come per una smorfia, e ciò fece ridere Alex.
«Non li avevo mai assaggiati» dopo questa frase iniziammo a ridere entrambi perché non riuscivo a parlare per le bollicine in bocca.
Il gusto però era buonissimo, fragola, e il lecca lecca ti faceva venire le labbra rosse naturali.
Tornammo a casa e lui mi tenne tutto il tempo con il braccio dietro la schiena.
Sembravamo praticamente un coppietta, e ciò mi imbarazzava.
Tornammo a casa così, e appena aprimmo la porta sul divano c'era Tom.
Alex mi lasciò andando in cucina, e io andai in camera.
Non lo salutai nemmeno, anche perché aveva uno sguardo poco felice, come al solito.
Poco dopo bussò alla porta, e lo feci entrare.
«Pensavo volessi imparare con me ad usare il cellulare.» disse appoggiandosi alla porta con tono serio.
«Si.. Ma tu hai preferito andartene per cavoli tuoi, ti ho aspettato tutta la mattina, e anche dopo pranzo, poi ho notato che Alex aveva più tempo libero per me..» gli risposi.
Eh no caro, non pensare di essere più tosto di me.
Dopo qualche secondo si appoggiò sul letto al mio fianco.
«Allora...» disse prendendo il cellulare fra le mani. «Questo è per accenderlo.» disse mostrandomi il tastino in alto.
Io rispondevo "si" a tutto, anche perché non sembrava difficile, arrivati a come si scriveva, e alle impostazioni.
Dio santo un casino unico, c'erano così tante cazzate.
«Tu qui puoi digitare il numero, ora ti aggiungo il mio, e per qualsiasi cosa mi dovrai chiamare.» disse, in quel momento ci guardammo entrambi, sembrava uno di quei momenti in cui ci saremmo baciati per questo sbarrai questo momento con «E questo cos'è?»
«Ah, questa è la fotocamera, serve per immortalare il tuo bellissimo viso, il tuo stupendo sorriso, e i tuoi ipnotizzanti occhi.» disse .. E dopo questo, che cazzo ci trovammo nuovamente in quel momento.
«Ehy » era Mary che aprii la porta.
«Oh, le stai insegnando come si usa il telefono?» chiese la madre con sorrisino finto.
«Eh beh abbiamo finito.» d'un tratto Tom divenne antipatico si alzò dal letto, e uscì.
«Perdonalo, non so perché faccia così.. Ora vado a parlargl...» stava per dire mentre chiudeva la porta
«NO, tranquilla non fa niente, lascia stare.» le risposi e notai un sorriso da parte sua prima di scendere.
In quel tempo libero che avevo iniziai a farmi qualche foto, o magari a scrivere qualcosa nelle note, così da imparare a digitare i tasti.
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•STEP BROTHER•
Roman d'amour#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...