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«Allora da cosa iniziamo?» chiese Alex dopo esserci seduti sul mio letto.
«..Non so. Nessuno mi ha mai detto come si fa a cercare qualcun..» dissi accentuando l'ultima parola, con ansia, molta ansia.
«Sta tranquilla. Riusciremo a trovarla, andrà tutto bene.» mi rassicurò poi il ragazzo al mio fianco.
«Allora a quanti anni sei stata adottata?» chiese aprendo il computer portatile, entrando in internet.
Questa domanda mi fece venire voglia di smettere di fare tutto ciò che stavo facendo.
«Non fa niente Alex, grazie comunque per il tuo aiuto, ma..» stavo per alzarmi e andarmene, ma sentii afferrarmi il polso.
«No. So che ci tieni, e so anche che hai paura. Al posto tuo, io cercherei, anche se l'ansia mi mangiasse. Vieni qui. Sono io qui con te.» disse facendosi più vicino a me.
«3 anni.. Sono stata adottata a 3 anni.» ecco, l'ho detto. Cazzo l'ansia.
«Bene, ora qua inserisco il tuo nome, Katherine Harvey e poi ..» disse lui.
Ma gli fermai la mano, e cancellai il nome.
«No, ti ho detto di stare tranquilla.» cercò di continuare lui.
«Il mio verso nome, non è Kate, ma Aleksandra Volkov..» dissi, fissando una mattonella.
Riuscii solo a sentire il silenzio, nonostante con la coda dell'occhio riuscivo a vedere che mi fissava. Poi sentii stringere la mano e lo guardai fisso negli occhi.
«Grazie per quello che fai.» gli dissi.
Sorrise e mi chiese di dove ero.
«Russia.» risposi senza andare troppo nei dettagli.
Insomma continuammo a compilare la pagina, ma alla fine uscirono 3 nomi.
3 nomi di persone, di madri, che avevano perso o abbandonato una figlia con questo nome...
«Beh.. Bisogna scoprire ora..» disse lui facendo una foto ai tre nomi.
«Come? Tutte e tre sono russe ma una sta in Francia, una in Russia, e l'altra si è trasferita in Spagna.. Vedi? Il mondo è contro me.» dissi poi portandomi le mani tra i capelli.
Portò la sua mano sotto il mio mento per farmi guardare i suoi occhi sicuri, e poi mi abbracciò. Ero praticamente sprofondata nei suoi muscoli stupendi.
«Con calma.. Faremo di tutto. Facciamo iniziare la scuola, poi man mano, andremo in questi posti, e parleremo gentilmente con queste persone.» disse lui.
«Grazie mille.»
Dopo qualche secondo che eravamo ancora abbracciati entrò Tom.
«Ehi senti Kate scusa per prim..» cercò di scusarsi.
Ma poi la sua espressione ovviamente cambiò, noi ci staccammo, e lui si arrabbiò. Praticamente come sempre.
«Nono, continuate pure..» disse per poi andarsene.
«No Thomas aspetta..» dissi cercando di andargli dietro ma poi Alex mi fermò
«Ma dai, è un idiota, noi sappiamo che non stavamo facendo niente. Ti verrà a chiedere scusa tra un po', credimi.»
Sorrisi e uscii dalla stanza.
Andai in cucina e presi un biscotto della Milka.
«Ah Alex mi son dimenticata di dirti che mia madre si chiama Nika.» dissi con aria ansiosa andandogli vicina.
Si sedette sul divano col cellulare in mano.
«Già lo so, l'hai detto tante volte, l'ho già segnato.» disse sorridendo.
Era così.. felice, anche perché avevo scelto lui per questa "missione".
Dopo qualche oretta andai con Mary a comprare dei quaderni e uno zaino, per il giorno dopo, che sarei dovuta andare a scuola.
Io in 3° liceo, Alex 4° .
Bene..
Tornammo a casa, dopo aver sbrigato le faccende e vidi Louis che venne ad aiutarci con le buste.
Presi il mio zainetto e le mie cose e salii in camera.
«Portapastelli, quaderni, cuffiette.. Basta, ho finito. Fosse anche la mia vita così, semplice.» dissi tra me e me.
«Cos'hai piccola?» sentii dire da Tom.
«Oh niente, proprio niente. » risposi girandomi di scatto.
«Ultimamente ti sento fredda, come se non ti fidassi di me.. Eppure penso di essere l'unico in questa casa a tenerci..» ovviamente era riferito a lui e Alex, escludendo i genitori.
Era lì seduto sul letto, lo fissai e poi mi alzai andandogli vicino.
Ero lì davanti a lui in piedi e potevo vedere bene la sfumatura dei suoi occhi, e le sue labbra.
«Sto cercando i miei genitori..» dissi tutto d'un fiato.
«Come? Mary e Louis lo sanno?» chiese.
«No, non voglio che lo sappiano. Alex mi ha già dato una mano cercando i nomi, e ne sono usciti 3. Tre donne che cercano questa piccola con questo nome.» dissi io appoggiandomi con le mani sulle sue ginocchia e con il viso vicino al suo.
«Katherine ? È questo il tuo vero nome?» chiese mettendomi una mano dietro la schiena.
«No! Aleksandra, questo è il mio nome. Ovviamente è un nome russo. La signorina Murphy ha deciso di cambiarmelo perché non riusciva nemmeno a pronunciarlo.» dissi.
«Ho capito, beh puoi stare tranquilla, che ci sono anche io.. Che ti darò una mano.» disse poi lui.
In meno di 5 minuti di sguardi eravamo a baciarci.
Ne avevo davvero bisogno.
Ero seduta sulle sue gambe, e se fosse entrato qualcuno beh, erano cazzi.
Ma in quel momento non pensavo a niente oltre che lui.
Me n'ero innamorata. Mi ero innamorata di un fratellastro.
Ci staccammo e ci alzammo.
Ovviamente ero rossissima e lui mi prese per la schiena e mi baciò forte sulla guancia.
Un gesto troppo carino da parte sua.
Inutile dire che cambiò appena scendemmo e andammo in cucina in presenza della famiglia.
Qualunque era il suo carattere però, io sapevo che in fondo era buono, gentile, altruista, e romantico.

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