"Quando passa? Quando passa?" continuavo a chiedere tra me e me, osservando fuori dalla finestra.
Accanto a me c'era questo ragazzo.. Mi pare si chiamasse Jack .
Da quando entrai non mi degnò di un minimo sguardo.
Simpaticissimo proprio.
A distogliermi dai miei pensieri fu finalmente la campanella che diede fine all'ora di inglese.
Venne una prof di sostituzione già il pomo giorno perché la prof di italiano era in maternità.
"Esci, vieni nel corridoio al 3° piano" era Alex che mi inviò un messaggio.
"Porcaputtana" pronunciai ad alta voce sentendo il mio cellulare vibrare.
Tutti mi fissarono.
«Come scusa?» chiese la prof.
«Volevo dire.. Ahahaha haha ha. No. Posso andare al bagno?» chiesi imbarazzata seguita da un suo "si, forse è meglio".
Uscii e andai al 3° piano dove un gruppo di ragazzi penso del 4 anno mi fermarono.
«Ehi bocconcino dove credi di andare?» chiese uno masticando una gomma, dandomi una spinta sulla spalla.
«Ehi rompipalle perché non mi lasci passare?» chiesi io avanzando.
Sentii i ragazzi in coro esclamare di averlo azzittito, ma non si arrese pensando che fossi indifesa.
Mi afferrò il braccio e mi portò a se.
«Provaci un'altra volta e..» cercò di continuare.
«Tu cosa? Le spezzerai un braccio? Eh? La violenterai? Per favore.» sentii esclamare da un altro ragazzo.
Era il mio .. Compagno di banco(?)
Era lì alla fine di una rampa di scale appoggiato alla ringhiera con la sua giacca di pelle a giro maniche, mentre fissava le sue scarpe.
Fino ad ora ancora non lo avevo guardato bene, e riuscii a notare un piercing al labbro inferiore.
«Come scusa?» esclamò il ragazzo stringendomi di più il braccio.
«Guardate un po', il nostro vecchio amichetto Jack, che onore. Da quando sei stato bocciato, non t'ho più visto. Quindi ora smamma e lascia questo bel pasticcino a noi.» continuò.
«Ah, sai? Mi sa che non si può fare. Ora il "bocconcino" o "pasticcino" viene con me in aula che la prof la cerca » disse avvicinandomi e prendendomi il braccio.
Entrambi stringevano forte.
«Ma insomma? Mi lasciate in pace?» chiesi io, poi vidi Alex correre verso me spingendo Jack.
«No Alex.» esclamai subito dopo essermi liberata dall'altro ragazzo, e subito dopo lo vidi scappare.
«La stavo aiutando idiota» disse Jack.
Alex si scusò e si avvicinò a me
«Alex io devo andare in classe»
«Vai, ci vediamo all'uscita, ci penso io a loro.» disse correndo.
Eravamo io e Jack, e notai che era piuttosto alto, beh quanto Tom, e che quella giacca a giro maniche gli dava risalto ai muscoli delle braccia, e le spalle, e poi basta perché dovevo andare in classe.
«Davvero mi voleva la prof?» chiesi mentre ci incamminavamo per la classe.
Non ebbi risposta. Ovviamente. O V V I A M E N T E. Cagata proprio.
«Potresti anche rispondermi eh!» dissi fermandolo e girandolo per un braccio.
Mi fissò cinque secondi e poi mi diede la risposta.
«NO!»
Lo guardai confusa e poi entrammo.
«Ah eccoli, ce l'hanno fatta. Ma bravi.» sentii esclamare dalla prof.
«Ma zitta gallina.» le rispose Jack camminando tra i banchi con le mani nelle tasche senza guardarla in faccia.
«Che carina, fai le figure dal primo giorno di scuola.» sentii poi sussurrare dalla solita rompiscatole.
Senza darle retta le pestai il piede ed esclamò un "ahia" seguito dal mio occhiolino.
Mi sedetti e notai Jack sorridere.
COSA? PUÒ SORRIDERE ANCHE LUI, FICO!
Passate le 5 ore di silenzio e noia, uscimmo dalla classe, e incontrai Alex, ma prima mi fermai fuori la classe, notando la prof parlare con Jack che era appoggiato alla cattedra con le braccia conserte, propio come uno che se ne sbatte delle regole.
Andai da Alex e ci incamminammo per casa.
«Com'è andato il primo giorno?» chiese lui.
«Perfetto.» risposi. Ma ero praticamente deconcentrata.
«Terra chiama Kate.» disse facendo schioccare le dita avanti i miei occhi.
«Smettila.. Senti quel Jack? Quanti anni ha?» chiesi subito.
«17 perché?» domandò lui.
«E perché sta in 3?»
«É stato bocciato. Una lunga storia in realtà.» rispose Alex.
«Lo conosci bene?» gli chiesi fermandolo.
«No, Tom lo conosce bene, erano ottimi amici, ma poi si sono distaccati e dopo vari casini hanno deciso di non sentirsi più. Ma perché, Kate?» chiese lui.
«No, così, curiosità.» risposi proprio avanti alla porta di casa.
Entrammo e c'erano già i piatti a tavola.
«Mh che odorino.» gridò Alex gettando lo zaino sul divano.
«Ah - Ah, prima le mani. Valle a lavare su.» disse la madre.
Lui ubbidì, e tornò in cucina.
Anch'io feci lo stesso e mi accorsi che in casa mancava qualcuno, ovviamente Tom.
Non chiesi nemmeno dov'era, potevo immaginarlo, con Sarah.
Mangiammo e salii in camera per sistemare le mie cose.
Notai delle notifiche su Facebook.
Richieste di amicizie di varie persone della mia classe..
Persone a cui non mi ero nemmeno presentata, o a cui non avevo degnato nemmeno uno sguardo.
Tra tutte quelle persone non c'era quel ragazzo, Jack..
Andai tra gli amici di Tom e cercai "Jack"
Ma il risultato fu negativo.
Nessun Jack.
Quel ragazzo era così misterioso, e a me i misteri piacevano molto.
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•STEP BROTHER•
Romance#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...