Arrivati alla fine della 6° ora uscimmo, e ci salutammo, perché non avrebbe potuto accompagnarmi a casa. Già sapevamo che qualcuno ci avrebbe spiato dalla finestra.
Così mi incamminai da sola per la strada di casa.
Appena fuori, entrai, e dopo aver salutato (la solita monotonia), salii in camera per posare lo zaino.
Appena sulle scale, notai Thomas sgattaiolare velocemente, così salii ed entrai in camera e la prima cosa che notai fu la finestra mezza aperta.
«Io l'avevo chiusa.» sussurrai lasciando cadere per terra lo zaino.
«Già, l'avevo chiusa.» ripetei «Ma ovviamente da qui si vede meglio il marciapiede giusto?» continuai alzando la voce per farmi sentire da Tom.
Ovviamente ero riferita al fatto che dalla mia stanza Tom avrebbe potuto spiarmi benissimo, perché la sua camera affacciava sul retro.
«Kateee, scendi è pronto.» sentii urlare da Alex al piano di sotto.
Scesi dopo aver chiuso la finestra e la porta.
«Buon appetito.» esclamò Louis.
Ed iniziammo a mangiare.
«Perché non vieni più con me al ritorno?» chiese Alex nel bel mezzo del silenzio.
«E perché non ti fai più accompagnare da me?» continuò con tono irritato Thomas.
«E perché non vi fate i fatti vostri?» risposi io lasciando cadere le posate sul tavolo.
Azione che attirò l'attenzione di Mary.
«..Ragazzi? Per caso ci nasconde qualcosa?» chiese Louis guardando la moglie.
«Si.» rispose Tom, ma non fece in tempo che il fratello gli pestò il piede.
E potemmo sentire un "ahia" da parte del più grande.
Mary continuava a guardarci male.
Ultimamente era molto cambiata, non mi chiedeva di uscire, o di aiutarla, o di andare dai parenti. Era come se cercasse di tenermi tranquilla per osservare il mio comportamento.
«Non ho più fame.» dissi io alzandomi di scatto per poi salire.
Tutti mi fissarono ma a me non importava.. Avevo solo una cosa fissa in mente "fa ciò che vuoi".
Ultimamente dovevo ammettere che anche io stavo iniziando a cambiare, i giorni passavano e stavo iniziando a rivivere ciò che avevo vissuto nelle altre famiglie.
Mi distesi sul letto per guardare il soffitto bianco, quando improvvisamente bussarono alla porta.
Non risposi e fu Alex ad iniziare a parlare.
«Kate, cosa ti sta succedendo? »
«Alex lasciami stare.» risposi io girandomi su un fianco.
Lui entrò e si sedette sulla scrivania spostando i libri.
«Vediamo, cosa non capisci della frase LASCIAMI IN PACE (?)» chiesi accentuando le ultime tre parole.
«Io capisco benissimo, ma provo a fare quello che fai tu!» disse con aria di colui che non se ne frega.
«Cioè?» chiesi girando la testa per guardarlo.
«Beh, provo a fottermene. Sembra così figo.» disse sorridendo guardando il suo orologio.
Stetti in silenzio tornando alla posizione di prima per poi iniziare a parlare.
«Senti io sono stufa.. Sapevo bene che sarebbe successo di nuovo. Mi sto annoiando, non ho motivo per stare qui.» dissi stringendo il cuscino.
«E invece porcaputtana si che hai un fottuto motivo, tu hai me, Mary e Louis.. » urlò sbattendo i pugni sulla scrivania.
«Hai dimenticato un nome, forse quello più importante.» risposi io lasciando scivolare una lacrima sul cuscino.
«Ma perché? Perché ci tieni così tanto a lui, io non lo capisco. Io non TI capisco.» rispose lui abbassando il tono, tornando normale.
«Dimmelo sul serio, perché non lo capisco. Cosa ci trovi in lui?» chiese avvicinandosi a me.
«Io m'affeziono alle persone che mi fanno del male.» risposi seria cercando di non fargli vedere le lacrime che mi rigavano il volto stanco.
«..E perché? Jack ti ha fatto del male?» chiese.
«Me ne farà.» risposi io. Era un momento di debolezza e io avevo bisogno di qualcuno che mi capiva.. Ma forse in quel momento Alex non lo era.
«Cosa intendi?»
«Forse la sua personalità, mi attira, ma un giorno potrebbe farmi soffrire, potrebbe non prendersi cura di me.. Proprio come Tom. Che mi ha promesso di esserci, e mi ha solo fatto vedere cose che non volevo accadessero.» risposi asciugandomi le lacrime.
«Katherine, io capisco che sia un tuo momento di debolezza, ma lasciati dire una cosa.. Thomas è tuo fratello.. o fratellastro, come preferisci, e non puoi pretendere di essere amata o amarlo.» disse per poi uscire.
Già, non potevo pretenderlo, solo che nessuno capiva il vero problema.
Thomas mi aveva praticamente usata nel momento del bisogno.
Mi stava facendo impazzire.
Quando è stato male per il discorso della morte della sorella, ero stata io a stargli accanto. E quando tornava a casa stressato ero sempre io a distrarlo, e poi mi baciava, e mi accarezzava in modi diversi.. Forse è stata tutta una finzione.
Basta!
Mi asciugai nuovamente le lacrime e mi assicurai che Alex fosse uscito, così mi alzai e presi il cellulare.BadBoy: Ti aspetto stasera alle 8:00 al solito posto, mettiti qualcosa di carino, ti porto in un posto.
Ovviamente era un messaggio di Jack, che in primo momento volevo evitare e dirgli di no, ma poi ci ripensai e accettai, così gli risposi dicendogli che sarei andata.
Passai tutta la giornata chiusa in camera dopo aver fatto un esercizio di inglese.
«Per caso ti serve una mano con i compiti?» chiese Thomas con tono serio passando fuori la mia stanza.
«No, grazie.» risposi senza guardarlo.
«Me l'aveva chiesto Mary.» disse infine entrando nella sua camera.
"Fanculo." pensai per poi tornare sul letto.
Non mi piaceva affatto quella situazione, io non avevo più fiducia in lui e lui odiava me.. Però io prima lo amavo, e sembrava un sentimento ricambiato.. Forse mi sbagliavo, e alla grande.
In qualunque caso si fecero le 7:20 e iniziai a prepararmi.
Presi un pantaloncino bianco aderente, una maglietta stretta che si allargava in vita di pelle, e le mie converse nere anch'esse dello stesso materiale della maglietta.
Per prima cosa pettinai i capelli, rendendoli lisci naturale, e poi passai al trucco.
Misi un po' di terra sotto gli zigomi e del mascara che rese gli occhi più intensi.
Poi mi vestii.
Tutto questo con una base musicale che mi fece perdere tempo in ogni fase della preparazione.
Notai che s'erano fatte le 8:05 così decisi di avviarmi sapendo il tempo che avrei impiegato per arrivare al solito posto, ovvero la scuola.
Presi il cellulare mettendolo in tasca, e scesi.
Poi risalii velocemente per aver dimenticato di mettere il profumo, e misi un po' di rossetto Bordeaux.
Scesi e vidi Mary seduta vicino al tavolo intenta a finire il cruciverba.
«Mary, io.. esco. Ci vediamo dopo. Okay. So che anche Alex è uscito... Dopo magari chiedo a lui di tornare insieme.» le dissi.
Non mi rispose ma fece cenno con la testa come un "si".. Così uscii.
Era leggermente buio, ma per fortuna non faceva freddo, così che non mi sarei lamentata di congelare dal freddo né alle gambe né alle braccia avendo la maglia a giro maniche.
Nel bel mezzo della "camminata" verso la scuola, notai un signore fischiarmi.
«Ehi pupa, dove vai?» chiese attraversando la strada.
Non risposi e velocizzai il passo.
Notai che continuava a seguirmi allungando il passo, quando improvvisamente mi afferrò il braccio.
«Dove scappi bel faccino.» disse lui.
«Lasciami.» risposi io, cercando di far scivolare il mio braccio dalla sua mano mentre con l'altra mi accarezzava il viso.
D'un tratto qualcuno da dietro lo tirò, fino a farlo cadere per terra.
«Ti aveva detto di lasciarla stare.» esclamò Jack per poi dargli un pugno in faccia.
Si alzò e mi fece segno di correre prima che l'uomo si fosse alzato.
«Ah, dimenticavo, sei bellissima.» disse affannato mentre correvamo.
«Oh grazie..» risposi fermandomi.
Si fermò anche lui, per poi prendermi per mano e portarmi al "posto bellissimo".
Appena fuori, entrammo e praticamente eravamo in un ristorante magnifico.
Era tutto chiaro, le luci erano adornate da piccoli diamantini, e il pavimento luccicava. Ovviamente i tavoli e le sedie non erano da meno.
Sembrava un po' come la storia di Titanic, ero entrata nella 1ª classe, nonostante fossi della 3ª .
C'era una porta che portava all'esterno.
Decisi di dare un'occhiata, così uscii e notai delle lucine per terra, in mezzo al prato, che segnavano un sentiero fino ad un laghetto, con intorno panchine, fontane, e un buffet.
«Jack, ma è stupendo.»
«Si lo so.» rispose lui abbracciandomi da dietro.
«Non hai mai mangiato in ristoranti come questi?» chiese poi.
«No.. Mai.»
Dopo un po' iniziò a venire molta gente.
«Oh, bambola meglio prendere posto.» disse portandomi dentro.
Ci sedemmo praticamente nell'unico posto libero per due, ovvero al centro.
Mi sentivo così a disagio, che mi venivano i brividi dietro la schiena.
«Jack, mi sento davvero.. Come dire.. Non a mio agio.» sussurrai avvicinandomi.
«Ah sì e perché?» chiese dopo aver sorseggiato dell'acqua.
«Guarda quei vestiti.. E guarda me.» dissi..
«Smettila, tu sei fantastica anche così. Non hai bisogno di un vestito del genere per diventare bella.» rispose.
Un "déjà vu"...
Si ricordo questo momento. L'avevo già vissuto con Thomas..
Ed è proprio per quello che mi zittii fissando due persone ballare.
STAI LEGGENDO
•STEP BROTHER•
Romance#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...