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Quella stessa sera, Ivan, sorridendomi, mi passò il telefono dicendomi che i ragazzi mi stavano video chiamando.
Accettai, e sorrisi nel vedere i ragazzi urlare "Buon compleanno Kateeee!"
Alex suonò una piccola trombetta.
I miei occhi divennero lucidi a quella calorosità.
«Come l'avete saputo ragazzi?» chiesi salutandoli.
«Ne parlammo con Ivan.» rispose Jack.
«Sta fermo!» sentii poi da parte sua riferendosi ad Alex.
«Come hai passato il tuo compleanno?» chiese Billy.
«Molto bene. Mi mancate.» continuai, come se quella frase potesse avvicinarli a me.
«Eh no eh. È il tuo giorno speciale, sii felice. Non voglio sentire più "Mi manchi." Noi siamo qui e stiamo bene e vogliamo lo stesso per te!» esclamò Jack.
Dopo quella frase, li ringraziai sorridendo e salutandoli staccai la videochiamata.
«Perché non glielo hai detto?» chiese Ivan, riferendosi al fatto che ci saremmo trasferiti.
«Voglio che sia una sorpresa per tutti loro.» risposi.

Quella sera andai a letto con una felicità mai vissuta prima.
Ero davvero così felice, i miei genitori, avevano deciso di farmi il regalo migliore, per il primo compleanno.
Non regali come l'ultimo costoso modello del cellulare, o dei vestiti marcati, ma semplicemente continuare a vivere, a condividere la mia vita, con le uniche persone che volevo e desideravo durante questo percorso.

La mattina dopo, mi alzai e scesi di corsa in cucina.
Portando uno sguardo all'orologio, segnava le 8:34.
«Buongiorno Amore mio.» disse Ivan mentre leggeva un giornale.
Nath invece stava preparando delle frittelle, e in cucina vi era un odore davvero dolce.
Sorrisi nel vedere quella tranquillità, nel vedere quanto tutti, finalmente, eravamo felici.
«Tesoro, abbiamo l'imbarco alle 7 stasera. Quindi magari dopo, inizia a preparare la tua valigia, così da non dimenticarci niente.» disse felice Nath.
«Mamma ma.. questa casa?» chiesi curiosa, pensando che fine avrebbe fatto.
«Sarà un ricordo del passato.» continuò lei di spalle, continuando a mescolare l'impasto.
Sorrisi e corsi di sopra.
Mi feci una bella doccia calda, e subito dopo, indossai un jeans a vita alta e una maglietta bordeaux corta, con le mie solite converse nere.
Presi la valigia dall'armadio, ed iniziai a prendere tutti i nuovi vestiti, ancora non indossati, e li poggiai sul letto.
Era così bello non dover decidere quali portare e quali no, magari perché poi ci sarebbe stato un ritorno; ma portarli tutti, perché sarei rimasta lì per sempre.
Appena finito, riordinai il letto e scesi di sotto.
«Dov'è Ivan?» chiesi notando la sua assenza.
«È andato a scuola, per avvertire che non frequenterai più.» rispose la donna con i capelli legati, passandomi un piatto di frittelle.
La ringraziai.
«Mamma..» balbettai qualche minuto dopo.
«A te, cambiare casa, vita, tutto, non da' un po' fastidio.. o forse tristezza di dover lasciare tutto e, dopo tutti questi anni, entrare a far parte di una nuova vita?» chiesi curiosa della risposta che mi diede qualche secondo dopo.
«Sai? Ho sempre sentito dire "una madre, per un figlio, farebbe di tutto".
Io a questa frase, non ci credevo molto, perché prima di avere un figlio, pensavo "Beh, forse dire 'tutto', è esagerato .." . Pensavo che, per un figlio cerchi di fare il meglio, ma sempre rimanendo nei tuoi desideri, nei tuoi bisogni. Ma invece non è così. Quella frase è vera.
Dopo averti avuta, fin da subito ho voluto proteggerti, anche da lontano, darti tutto l'amore possibile.
Una madre per un figlio farebbe di tutto perché quel figlio è parte di lei. Capisci? È stato nove mesi dentro il ventre della donna che non vedeva l'ora di abbracciarlo forte. Purtroppo io non ho potuto vivere l'infanzia con te, ma sin da subito ti ho amata, perché tu sei mia figlia, e il legame è inspiegabile. Quindi la risposta alla tua domanda è: Si, se per vedere felice la mia bambina, devo cambiare vita, beh allora, cambierei vita altre mille volte pur di vederla sorridere.» spiegò lei con tono saggio.
Sorridendo, abbassai lo sguardo lasciando cadere nel piatto la frittella, per poi correre verso lei ed abbracciarla.
Finalmente avevo una donna, una madre al mio fianco, che mi avrebbe capita ed aiutata in tutto, che mi avrebbe dato i consigli giusti per rialzarmi e guardare avanti.

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