Il mattino dopo mi svegliai alle 7 meno un quarto.
Mi svegliai con una felicità dentro, da voler esplodere.
«Buongiorno bambola.» esclamò Jack appena scesi in cucina.
Io sorrisi e poco dopo mi scese una lacrima..
«Oh, che è successo?» chiese lui tornando serio lasciando le crêpes sul fuoco venendomi accanto.
«No, niente.. É che ho aspettato tutti questi anni, adesso incontrerò mia madre.. Questo è un sogno..» dissi poi sorridendo.
Jack portò le dita sul mio viso per asciugarmi le lacrime e me lo tenne tra le mani, per poi baciarmi la fronte.
«Grazie!» dissi abbracciandolo.
«Di niente, ma non è me che devi ringraziare. La parte maggiore di tutto ciò é di Thomas.» rispose sincero per poi tornare alle crêpes.
«Però prima di piangere avvisami, così spengo il fuoco..» disse ridendo gettando la pasta per le crêpes, ormai bruciata, nel cestino dell'immondizia.
Appena finito di fare colazione salii per lavarmi, poi mi vestii e infine uscii con Jack, dopo aver preso lo zaino.
«A che ora abbiamo l'aereo?» chiesi legandomi i capelli corti.
«Alle 9» rispose lui.
Sapevo benissimo dove stavamo andando, stava diventando un abitudine.
«Buongiorno Laura..» dissi sorridendo entrando nella solita stanza.
«Kate. Tesoro..» continuò lei dopo aver tossito.
«Tutto bene mamma?» chiese il figlio andandole vicino.
«Certo tesoro.. Dopo la giornata di ieri, sto molto meglio.» rispose la donna coricata.
«Cos'è successo ieri?» chiese poi curioso Jack, guardando prima la madre, poi me.
«Oh niente. Mi è venuto a trovare un parente che non vedevo da molto tempo.» disse poi la donna sorridendo dando un'occhiata alla finestra.
Sorrisi e subito dopo notai Laura guardarmi e ricambiare quel sorriso.
Jack continuava a non capire, ma era meglio così, avrebbe capito.
«Mamma volevo solo dirti che starò via per 4 giorni .. Accompagnerò Katherine e i suoi fratelli, a trovare sua madre.. Intendo quella biologica..» le comunicò lui sorridendo.
La madre accennò un semplice "va bene, sta tranquillo, buona fortuna."
Uscimmo, Jack passò prima di me, ma poco prima di uscire, Laura mi prese per un braccio.
«Kate, sta tranquilla. Sento che sei in ansia. Troverai tua madre, lo sento.. Ma fammi un piacere, abbi cura di Jack. Okay?» chiese lei.
«Ma certo.» sussurrai abbracciandola.
Uscii e mi chiusi la porta alle spalle.
Uscimmo dalla struttura, e Jack chiamò un taxi per portarci all'aeroporto, dove ci aspettavano Alex e Thomas, ma ovviamente qualcosa doveva andare storto e come per magia Jack aveva finito i soldi sul cellulare.
Iniziammo a camminare velocemente, nonostante vi era molta strada avanti a noi, quando improvvisamente un pullman ci tagliò la via.
«Salite..» esclamò l'autista.
Portai uno sguardo sotto il suo cappello e notai che era lo stesso autista che mi accompagnò al laghetto e non mi fece pagare.
Così salimmo e lo salutai sorridendogli dalla felicità. Era sempre al momento giusto nel posto giusto.
«Dovete partire?» chiese lui guardandoci dallo specchietto.
«Si.. Devo andare a trovare mia madre.. Quella ..» cercai di continuare quando un suo «Si tranquilla ho capito..» mi bloccò.
Mi sorrise e appena aprì le porte esclamò «Buon viaggio ragazzina.»
E ovviamente anche questa volta me la fece gratis.
Poco prima di chiudere le porte sentii un dovere di dirgli «Lei è gentilissimo.. Spero di rivederla ancora.. Grazie.»
Così sorrise e tornò al suo lavoro.
Improvvisamente da dietro sentii due forti braccia stringermi e appena mi girai sentii le labbra di Tom premere sulle mie.
«Buongiorno piccola mia.» disse lui.
Lo abbracciai e poi abbracciai Alex.
«Allora .. ansia?» chiese quest'ultimo.
*Noo daii, ALEX.. Sto solo morendo di paura di chi potrei trovarmi avanti..*
«No sto bene..» risposi con mezzo sorriso, guardando il pavimento.
«Lo stai facendo di nuovo..» esclamò poi Tom.
«Facendo cosa?» chiesi alzando lo sguardo.
«Stai dicendo una bugia. Ogni volta che lo fai guardi in basso.. Perché non riesci a dirlo negli occhi!» disse lui. «Fammi un piacere..- continuò poi venendomi vicino - In questi 4 giorni dirai sempre la verità. Devo sapere cosa provi e come stai. Ridi come una pazza se ce n'è bisogno, salta di qua e di là se sei felice.. Ma soprattutto piangi se stai male.. Ma non tenerti tutto dentro.» disse poi lui stringendo i denti.
Accennai un "okay" sicuro e andai vero l'entrata.
«La nostra partenza é alle 9.. E sono le 8:30.. E non abbiamo ancora fatto il check-in ..» sussurrò Jack.
«Okay.. Corriamo.» rispose poi Alex.
Dopo aver passato quella massa di gentaglia, arrivammo al check-in e ci mettemmo in fila.
Ad Alex tra l'altro suonò tre volte.. Quel coglione aveva comprato un coltellino solo per il segno di un serpente stampatovi sopra.
«Ma sei un cretino?» chiese Thomas tirando i capelli al fratello.
«La responsabilità è mia..» continuò lasciandolo.
«Daai, avevo appena finito di aggiustarmi il ciuffo.» continuò poi il più piccolo portandosi le mani ai capelli.
Per ultima passai io e mostrai i miei documenti falsi, con la paura dentro, sperando funzionasse.
«E quindi ti chiami?» chiese lui dando un'occhiata al documento che faceva passare tra le mani.
«Kat.. Tracy.. Tracy Smith!» risposi decisa alzando il viso.
«Okay, vai!» esclamò lui.
Raggiunsi la "mia squadra" e ci avviammo verso l'uscita per poi salire sull'aereo.
Aspettammo qualche minuto, prima che una guardia ci comunicasse di salire.
Entrammo e ovviamente potete intuire che io e Tom eravamo seduti vicini, mentre Jack e Alex erano seduti alla nostra destra, come buoni amici.. nonostante non si sopportassero.
Okay, arrivati a ciò dovevamo solo sopportare 4h e 7m di viaggio, o meglio di fame, sonno e orecchie tappate per tutta la durata del volo, ma nonostante questo io amavo l'aereo.
Ci sono stata solo due volte oltre a questa, la prima era un viaggio con mia madre quando avevo 2 anni, la seconda invece era il trasferimento nell'attuale orfanotrofio.. Esatto, il mio primo incubo.
In quel momento avevo lasciato "ansia, dolore, paura e tanti altri sentimenti negativi", sulla terra ferma.. che avrei ripreso appena sarei scesa da lì.
Durante il viaggio mi addormentai sulla spalla di Tom, e anche se dormivo potevo sentire i suoi dolci baci e le sue bellissime carezze darmi protezione.
Mancava qualche minuto al nostro arrivo, quando un hostess ci comunicò di aver fatto più presto del previsto e quindi si preoccuparono di farci allacciare le cinture per l'atterraggio.
Poco prima di scendere scattai delle foto dal finestrino, poi spensi il cellulare di Tom, e allacciai la cintura.
Stavo già iniziando a sentire l'ansia durante la discesa così chiusi forte gli occhi, e ciò attirò l'attenzione del ragazzo al mio fianco, che mi strinse forte la mano, e come per magia tutto passò, non riuscivo a sentire niente oltre che il mio battito calmarsi..
Scendemmo dall'aereo e potei ammirare una parte della Russia.
«Non ci credo che siamo qui.. Io sono nata in questo posto..» sussurrai.
Lo ammetto, iniziai a sclerare come una pazza.. Ma capitemi, dopo 14 anni sono tornata nella mia terra d'origine.
Poco prima di uscire dall'aereo porto, ci fermammo in un negozio che vendeva di tutto.
Tom andò nel reparto "videogiochi" insieme a Jack, per discuterne insieme.
Io nel reparto "libreria" e Alex.. Lui ovviamente nel reparto "cibo"..
Appena ci riunimmo, notammo che ognuno di noi aveva comprato qualcosa, nonostante avessimo promesso di uscirne senza.
Jack e Tom avevano comprato il nuovo dischetto di GTA5 per l'xbox, Alex quattro stecche di cioccolato, ed io un libro.
«Di cosa parla?» chiese curioso Tom attirando l'attenzione di Jack e Alex.
«Non so, ho letto la trama.. La storia sembra un tantino come la mia.. Anche la protagonista é orfana... Si chiama Step Brother.. Sembra interessante.» continuai io, tenendo stretto il libro.
Loro sorrisero e appena uscimmo da lì corremmo in un bar siccome stavamo letteralmente morendo di fame.
«Okay ora mangiamo in un ristorante.. Poi sta sera troviamo un hotel.. E domani si va alla ricerca.. Dobbiamo lavorarci il meglio possibile, abbiamo solo due giorni ancora. Il 4º giorno partiremo alle 10 di mattina.» disse Tom seguendo gli schemi.
Gli rispondemmo tutti con un "va bene" deciso e subito dopo andammo a mangiare.
Era così bello stare in quella compagnia, degli amici che non ti giudicano, e soprattutto che ti hanno vista sorridere, piangere, arrabbiarti.. Ero al sicuro con loro.
Appena finito di mangiare, chiacchierare, e fare figure di merda, notammo che erano solo le 3, così che andammo a fare un giro, seguendo qualche indicazione dal cellulare di Alex..
*Già.. Se ve lo chiedete, ovviamente grazie alle sue "sicure indicazioni" ci siamo persi*~~ Se volete saperlo eravamo esattamente a Mosca.. Un posto con dei monumenti da visitare a dir poco fantastici..
Sembrava un favola, la mia favola. Ero la protagonista in quel momento, di quel magnifico posto, e stavo facendo un avventura pazzesca con le uniche tre persone che volevo al mio fianco. ~~Come già detto visitammo tanti posti, poi prendemmo una bevanda da una gentile signora che parlava poco la nostra lingua.
La mia era al cocco.. Era così dolce e fresca.
Ci sdraiammo su un prato con i nostri zaini che ci facevano da cuscino.
«Allora Kate? Come stai adesso?» chiese Jack lanciandomi la cannuccia.
Gliela lanciai indietro e risposi.
«Beh.. Penso di stare bene.. In realtà non lo so.. Ammetto di avere paura, ma .. Penso che posso sopportarlo.»
Improvvisamente un'ombra mi coprì
la faccia, mi alzai sui gomiti e notai un buffo signore.. Davvero aveva le guance rossissime e il cappello pieno di piume.
Sembrava così simpatico, ma ad un tratto iniziò ad urlare una frase del tipo « здесь вы не можете стоять. !!»
Ovviamente nessuno di loro tre capí cosa significasse.. A dir la verità nemmeno io, ma dopo averla ripetuta 3 volte, capii che significava «Qui non potete stare!»
Così che Alex, il solito imbecille, sentì il dovere di alzarsi e fare il cretino accanto alla guardia..
Inizialmente lo imitò, ma il dovere di quella guardia era appunto di non poter reagire finché non vi mettessero le mani addosso.
Cosa che il genio di Alex fece due minuti dopo, toccandogli il cappello.
Ad un certo punto la guardia lo alzò per le spalle e Tom dovette fermarlo e chiedergli scusa da parte di tutti..
Per fortuna ci lasciarono in pace, ma non potemmo tornare nella loro zona, così andammo in cerca di un hotel..
«Eddai non arrabbiarti..» continuò a supplicare Alex.
«Cosa ho fatto poi di tanto male?» disse infine quando Tom lo fermò e gli rispose «Smettila di parlare.. Mi stai facendo innervosire.. Basta! Ci fai finire sempre nei guai..»
Jack iniziò a ridere così che gli tirai una gomitata dicendogli di smetterla.
Dopo varie chiacchierate e varie litigate da parte di Thomas e Alex, trovammo un hotel.
Alzando gli occhi notai la bellezza delle 5 ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ .
Poco prima di entrare, notai Thomas cacciare i soldi.
«..Spero di farcela..» disse mentre Jack aiutava a contarli.
Entrammo e rimasi a bocca aperta per quanto fosse bello anche all'interno.
Mentre Jack e Tom si occupavano della stanza e le chiavi, io e Alex andammo a fare un giro.
Poco dopo ci raggiunsero anche gli altri due.
«Qui ognuno ha una camera separata..» esclamò Tom.
Ci diede le chiavi e andammo alla ricerca.
Poco prima di separarci, ci comunicò che la cena era alle 8:00, ed erano solo le 7:09.
Thomas sembrava un padre.. Un fratello maggiore in quanto avesse anche compiuto 18 anni.
Aveva la responsabilità di tutti, ma comunque avere 18 anni appena fatti, non significa essere già un uomo.
Io in lui continuavo a vederci un ragazzino, un adolescente.. Con chissà quanti problemi in testa..
Entrai in stanza e mi buttai sul letto morbidissimo.
Cacciai il libro comprato all'aeroporto e accarezzai la copertina.
Non lo iniziai a leggere, ma sfogliai le pagine.. Era come se avessi paura di immortalare nei miei occhi azzurri, quelle macchie di inchiostro.. fisse sulla carta ruvida..
«E se mi facesse vedere in modo diverso anche la mia di vita?» sussurrai continuando a fissare il libro che parlava della ragazza orfana..
Lo chiusi e lo appoggiai nella borsa.
«Lo leggerò quando tornerò a casa..» dissi..
"A casa?" pensai qualche secondo dopo.
Subito dopo decisi di smetterla di pensare a ciò, e di andare in bagno a farmi una doccia, prima della cena.
Così feci..
L'acqua fredda, l'unico rimedio che sembrava potesse, anche solo per un secondo, far scivolare via, ogni mio problema..
Appena uscii dalla doccia sentii un brivido lungo la schiena, mi asciugai e mi vestii.. E ovviamente ero quasi in ritardo per cenare.
Così mi sbrigai e scesi.
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•STEP BROTHER•
Romance#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...