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«Eh no così non mi sta bene» dissi tra me e me.
Uscii anche io dall'aula, e senza farmi vedere uscii dall'istituto.
Lo intravidi in un vicoletto così corsi per seguirlo.
Non lo chiamai, né mi feci vedere.
Volevo solo vedere cosa stava facendo, dove volesse andare.
Finimmo in un vicolo cieco, lui era seduto su un muretto, io ero dietro una casa a 5 passi di distanza.
Non mi vedeva perché era di spalle.
«Cosa fa?» sussurrai tra me e me.
Lo vidi prendere l'accendino e mettere la mano nella tasca del giubbino.
Prese una canna e la accese.
«No.. Perché?» sussurrai abbassandomi con le mani tra i capelli.
Cosa lo spingeva a fare ciò?
Mi avvicinai, tanto era ancora di spalle, e appena vicina, gli andai avanti.
«Ah e cosa ci fai ora tu qui?» disse senza guardarmi portando la canna tra le dita.
«..Ehm.. Non ti stavo seguendo. Cioè. Forse. No non ti seguivo volevo solo vedere dove andavi.» cercai di inventare una scusa e notai il suo sguardo confuso con un mezzo sorrisetto.
Aveva mezza parte di labbro ancora viola per il pugno del bullo, e continuava a mordersi il labbro mentre mi guardava.
«Tornatene a scuola.» disse.
«Troppo tardi, sai? Non vorrei essere ripresa di nuovo dalla preside.» risposi.
Eravamo ancora così uno di fronte all'altro, lui era seduto con le spalle alla rete, io in piedi.
«Perché te ne sei andato?» chiesi lasciando cadere per terra lo zaino, sedendomi sul muretto proprio come lui.
«Perché odio quel posto, odio ogni posto in cui ci sono persone.» disse aspirando.
«..Qui ci sono io. Odi anche me?» chiesi fissandolo.
«No, adesso sto bene, è piacevole la tua presenza.» rispose sputando il fumo.
Sorrisi.
«Comunque ci tenevo a dirti una cosa.. o meglio la verità.» dissi avvicinandomi.
Lui mi guardò intensamente ascoltandomi.
«Io sono la sorellastra di Thomas, la madre ha deciso di adottarmi. Tra me e lui non c'è niente. Non potrà mai esserci niente. Non solo perché è fidanzato con una troietta , *dettagli*, ma anche perché rovinerei una famiglia così facendo.. Quindi non so cosa ti abbia detto, ma non puoi allontanarti da me solo perché c'è lui.» dissi con tanta ansia.
Il suo look, e il suo modo di fare mi davano l'impressione del tipico ragazzo cattivo che mi faceva paura.
«Ma non è perché c'è lui. Poco dopo averti accompagnata a casa, mi ha parlato, mi ha detto di lasciarti in pace.. Di non provarci con te. E io non posso fare niente.. Perché lui ha ragio..» stava per continuare ma lo fermai.
«Puoi fare ciò che vuoi, non è che se lui ti dice una cosa tu devi farla.» dissi ma lui alzò la voce gridandomi
«Guarda tra me e te non c'è un bel niente, e mai ci sarà. Non posso nemmeno minimamente provarci con te.»
«MA PERCHÉ?» gli urlai io.
«Perché in quella fottuta macchina c'ero io!» rispose lui cacciando una lacrima.
«Cosa? Di che parli?» chiesi io notando la sua fragilità.
«Lasciami in pace.» disse portandosi le mani agli occhi.
«No. Dimmi. So che hai bisogno di amici. Ci sono io, perché non ne parli?» gli chiesi prendendogli la mano.
«Lascia stare.» continuò, ma poi si decise a parlare sbuffando.
«Due anni fa ero nel gruppo di Cody.. Il ragazzo che ti ha causato i lividi sul braccio. Ero il capo di quella banda di cretini e anche io facevo del male.. Una sera decidemmo di bere, e non so come al ritorno capitai io al volante. Ma .. Ma io..» disse ma iniziò a piangere.
«Cosa? Jack parla. Tranquillo.» dissi avvicinandomi a lui.
«Non è facile.. Era buio, e all'improvviso non ci ho capito più niente. Mi sono svegliato col braccio rotto, 5 punti sugli addominali e un dottore che mi diceva "c'è l'hai fatta ragazzo". Gli altri 3 miei amici stavano bene, se non qualche punto.. A quel punto mi sono alzato dal lettino, e sono andato a chiedere chi c'era nella macchina con cui mi sono scontrato, ed è lì che mi hanno portato da una bambina.. Piccola. L'ho vista lì sul lettino, con intorno i genitori che piangevano. È stato bruttissimo vedere quella povera bimba indifesa, morta per colpa mia. Come avrai capito era la sorella di Thomas. Lui era ancora in coma, nell'altra stanza.
Io e Tom siamo sempre stati migliori amici. Ero un bullo ma nel tempo libero uscivo con lui, giocavamo insieme all'xbox, andavo sempre a casa sua, e la madre mi adorava. Avevo due fottute personalità, e con Tom stavo bene. Ma da quando ha scoperto che ero stato io, ha deciso di dire a tutti che è stato un uomo. Solo che mi ha cancellato dalla sua vita. E ha ragione. Per questo ora io e te non dobbiamo avere niente a che fare, io posso capirlo, quando andavo a casa sua giocavo con la sorellina, e ora gli ho tolto l'unica cosa a cui teneva. Non posso portargli via anche te.. » disse fissando tutto il tempo un punto fisso.
Scese e mi salutò con un bacio sulla guancia, andandosene via. Ma io ero ferma, tutto il tempo.. Non capii più niente e portai le mani fra i capelli, riflettendo su ciò che aveva appena detto.
Quando Thomas mi confessò ciò che era accaduto alla sorella, lo aiutai, così mi parve giusto stare accanto a Jack in quel momento.
Non l'ha voluto lui. È stato un brutto gioco del destino.
Una cosa che ormai era passata.
Così presi lo zaino e corsi verso di lui.
«Jack, Jack fermati ti prego.» urlai io mentre lui camminava velocemente.
D'improvviso si fermò e si girò, così che io sbattei contro il suo petto.
«Dopo tutto ciò che ti ho detto, dovresti avere paura di me, dovresti andare da Thomas, e non stare qui con me...» disse.
Ma io lo vedevo, vedevo la sincerità in quegli occhi lucidi verdi, il suo modo di fare, il suo look erano una maschera, che nascondeva solo tanto dolore.
«Mi dispiace.. Per Tom, ma anche per te. So che non l'hai voluto.. Ma.. Proprio per questo io non voglio lasciarti andare, tu hai bisogno di amici.. Cioè almeno di un'amica.. Di me ti puoi fidare.. Dai infondo io sono sola, se poi vuoi contare i miei fratellastri beh..» cercai di fargli capire quanto già ci tenevo a lui e alla sua amicizia.
«No grazie.» disse lui per poi continuare a camminare.
«Fanculo Jack» dissi io, e notai che si fermò di scatto.
Notai la sua mano stringere forte lo zaino.
«... Se ora sono qui, a cercare di tenerti e non farti andare via, è solo perché tu hai deciso di aiutarmi nel momento del bisogno, proprio quando Cody mi faceva del male. Ora tu stai male. Vorrei aiutarti.»
«Tornatene a casa Bambola.» disse lui.
«Sai non avresti dovuto aiutarmi, è colpa tua se ora mi sono innam... Affezionata a te.» dissi per poi prendere lo zaino da terra.
«Cosa? » chiese lui girandosi.
«Cosa cosa?»
«Che parola hai usato?»
«Affezionare.»
«No prima.» disse lui avvicinandosi.
«Stavo sbagliando, affezionare.» dissi.
«Ah beh, mi dispiace ma devi dimenticarmi.» disse serio per poi sparire tra la folla.
...
Sembra facile.

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