Era buio e non lo vedevo molto bene.
Lui con la mano mi fece cadere il cappellino, e i fari di una macchina mi alluminarono il viso, facendogli notare le lacrime che lo rigavano.
«Kate, perché piangi?»
Sii, quella voce la conoscevo, e nonostante avrei tanto voluto abbracciarlo, rimasi in silenzio e ferma.
«Parla, Kate parla. Cosa è successo?» chiese lui.
«Jack.. » dissi, poi un'altra macchina illuminò il suo di viso, gli presi il cappellino e abbassò la testa.
Gliel'alzai con la mano contro la sua volontà, e notai un livido sul suo zigomo.
«Bene, entrambi nascondiamo il dolore sotto un cappellino a quanto pare.» disse lui.
«A te ha fatto piangere raccontami il tuo dolore.» continuò.
«A te ha causato un livido, parlami e dimmi che è successo.» dissi avvicinandomi a lui cercando di non fargli del male toccandogli il viso.
«È stato uno sbaglio.. Kate dai.. La port..»
«Io non me la bevo.. La porta non ha i pugni, cosa è successo? » continuai fermandogli il braccio.
«Hm, sono stato picchiato. Va bene?» disse lui irritato a quella affermazione.
«Dimmi chi è stato.» dissi io come se potessi risolvere le cose.
«Non voglio.» sussurrò lui prendendo il suo zainetto da terra.
«È stato Cody vero? Dimmelo, è stato lui per colpa mia vero. Ora vado.. E gliela faccio pagar..»
«Ma stai ferma.. Dove vuoi andare tu. Se vai da lui cerchi solo le botte.» disse fermandomi tenendomi la spalla.
«È stato mio padre.» affermò.
Mi fermai di scatto.
«Come scusa?» chiesi tornandogli avanti.
«Mio padre. È stato lui a picchiarmi.» esclamò.
«Ma perché? Cioè.. Perché così forte cosa hai mai potuto fare.» chiesi con gli occhi lucidi.
«Per nessun motivo. Mio padre è.. Senti Katherine, promettimi di non scappare se ti parlo di quest'argomento.» disse per poi sedersi su una panchina.
«Sono qui per te.. Jack» dissi facendo lo stesso.
«Mio padre è alcolizzato. E qui nella borsa ho due bottiglie una di Tequila , e Vodka. Mi ha detto di andarle a prendere..»
«E perché continui a farlo, se è perché ti picchia, beh basta che vai dalla poliz....» chiesi incuriosita, ma mi fermò.
«Nono, zitta. Niente polizia. Ho bisogno di mio padre. No cioè. A me non interessa se mi picchia, ma io faccio ciò che mi chiede altrimenti mette le mani addosso a mia sorella.. Quando ho detto che ho bisogno di lui, è perché con i pochi soldi che porta a casa io posso comprare le cure per mia madre.» confidò come se mi conoscesse da anni.
«T-Tua madre? Perché cos'ha tua madre..» chiesi con una lacrima agli occhi.
«..Ehm, senti tu non dovresti stare qui se ci vede Thomas, si arrabbia con te.» disse ma lo zittii.
«È da lui che scappo, è una gran testa di cazzo. Ma adesso dimmi cosa è successo a tua madre.» dissi notando che voleva cambiare discorso.
«È malata, tutto qua.» disse lui.. «È gravemente malata.» si corresse.
Non insistetti più di tanto notando che iniziò a piangere, così lo abbracciai capendo subito il tipo di malattia della madre.
«Jack, shh. Ci sono io qui, andrà tutto bene, tranquillizzati.» dissi accarezzandogli i capelli.
Lui alzò la testa e mi fissò negli occhi.
«Kate tu sei.. L'unica persona che non mi fa pensare a questo schifo, è per questo che ti ho detto che non potrei lasciarti andare via da me.» disse asciugandosi le lacrime.
Forse ero l'unica persona ad averlo visto in quelle condizioni.
Dopo vari secondi persa nei suoi occhi sentii premere sulle labbra.
"COSA?"
Mi stava baciando.
In primo momento aprii gli occhi, ma poi li chiusi e gli portai una mano dietro la testa.. Lui mi accarezzò il viso e poi si staccò.
«Scusa Kate.. Non volevo approfittarne. Io... Ah lascia stare.» disse per poi sbattere la mano sulla panchina e andarsene.
«No, dai Jack, non è successo niente aspetta.» dissi poi mi accorsi del suo cappellino per terra e lo presi.
Lo misi nello zaino e presi il cellulare notando le 14 chiamate perse.
6 da Alex
5 da Mary
3 da Louis.
Che bello.
Davvero.
Che allegria.
MA FANCULO.
Mi alzai dalla panchina e presi la strada per tornare a casa.
Bussai siccome avevo dimenticato la chiave e mi aprì Mary abbracciandomi forte.
«Sto bene, sto bene. Ero in giro.» dissi staccandomi dalle sue braccia.
Era il momento della massima acidità.
«Dov'eri.. Alex ha dovuto prendere la chiave di riserva per aprire la porta e tu non c'eri.» disse Louis arrabbiato, indicando Alex che era seduto sul divano.
«Scusa Alex...» dissi ma notai quest'ultimo fermarmi con una mano e sparire dopo la porta di cucina.
Bene..
Alex e Louis erano arrabbiati, Thomas non era lì, ma di sicuro con Sarah, e Mary era triste per causa mia.
«Me ne vado in camera.» dissi per poi sparire.
Sbattei la porta e mi sdraiai sul letto.
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•STEP BROTHER•
Romance#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...