Si svegliò con un forte mal di testa. Aveva dormito malissimo, o per meglio dire non aveva dormito per niente.
Si alzò e in mutande andò in bagno, se le tolse e entrò dentro la doccia. Si sentiva sporco dopo quello che era successo la sera prima e voleva lavarsi via quella sensazione di disagio che provava. Rimase sotto la doccia per mezz'ora cercando di lavare via anche i cattivi pensieri. Ma quali erano i cattivi pensieri? L'aver baciato un ragazzo? O forse il problema era che quel ragazzo era minorenne? Aveva fatto una cosa sbagliata, eppure mentre lo aveva stretto a se e mentre lo aveva baciato non gli era sembrata una cosa sbagliata. Anzi, aveva provato sensazioni positive, una scarica elettrica, dei fuochi d'artificio nello stomaco, come la prima volta che aveva baciato Emma. Ma lei era una ragazza, era normale, lui solo un ragazzino e la cosa era tutt'altro che normale. Cosa c'era di sbagliato in lui? Come gli era venuto in mente di baciare un ragazzino? Non riusciva a capacitarsene, ma il solo ripensare il momento in cui i loro corpi si erano scontrati e le loro bocche avvicinate, glielo fece diventare duro. La sua mano insaponata scese fino all'inguine e senza rendersene conto iniziò ad accarezzarsi la punta del pene. Lo prese tra le mani e iniziò a massaggiarselo, su e giù, su e giù, sempre più veloce, fino a che non venne, sporcandosi la mano e il piatto doccia.
Ripulì tutto e uscì nudo e gocciolante, si guardò allo specchio, aveva la faccia stravolta, due occhiaie profonde per non aver dormito e la faccia rossa per l'orgasmo appena avuto.
Si osservò attentamente, era un bel ragazzo, capelli castani, occhi verdi e un fisico atletico e proporzionato. I pettorali non erano enormi ma facevano la loro figura, gli addominali erano pronunciati e finivano sopra il triangolino prima del pene. Dall'ombelico partiva una piccola striscia di peli che si andava a congiungere con i peli del pube, che ora era ancora mezzo duro. Era grosso, lungo e largo, i suoi compagni di squadra, quando giocava lo ammiravano invidiosi, delle volte facevano battute nelle docce comuni "Matias, noi, tu e il tuo cazzo qui dentro non c'entriamo, per favore fai uscire la bestia dalla doccia". Ridevano tutti, rideva anche lui, anche quando prendevano in giro la sua ragazza "certo che Emma è proprio una buongustaia" dicevano.
Lui sorrideva, era normale sfottersi tra compagni di squadra. Chissà cosa avrebbero detto, se avessero saputo che la sera prima aveva baciato un ragazzo.
Poi c'era Andrea, aveva il sospetto che fosse gay, lo guardava sempre adorante, era sempre gentile con lui e cercava sempre di stargli accanto. Ma non aveva mai provato niente per lui, non era gay, per questo era ancora più sconvolto per quello che era successo. In fondo anche Andrea era un bellissimo ragazzo, se fosse stato gay, non se ne sarebbe invaghito? Non avrebbe provato qualcosa anche per lui?
Ripensando a quei momenti decise che la sera sarebbe andato a fare allenamento con loro. Una bella rimpatriata, sfogarsi schiacciando qualche pallone lo avrebbe sicuramente tirato su di morale.Passò la giornata al lavoro, sempre meno coinvolto, era stanco di quel posto, stanco della gente e stanco dei suoi colleghi. Se avesse potuto si sarebbe licenziato, ma in quel periodo di crisi un lavoro era pur sempre un lavoro.
Finito l'orario uscì fuori nel parcheggio e si accese la sua consueta sigaretta. Salì in macchina e si diresse alla palestra dove faceva una volta allenamento.
Fu bello rincontrare i compagni e indossare nuovamente le scarpe da gioco. I compagni erano rimasti tutti e si divertì molto.
Andrea non aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti, quando l'aveva visto gli era corso incontro e lo aveva abbracciato forte, poi l'aveva baciato su entrambe le guance, indugiando un po' mentre con la mano gli accarezzava la parte bassa della schiena, appena sopra il sedere. Non era la prima volta che succedeva, ma stavolta Matias ci aveva fatto caso, mentre prima non ci trovava niente di strano. Era stato anche piacevole sentire le braccia forti di Andrea che lo avvolgevano.
Fecero allenamento e finito di giocare andarono a farsi la doccia. Appena si tolse le mutande i compagni di squadra si alzarono a battere le mani. Probabilmente avevano organizzato tutto, e partirono con le battutine:
- La bestia è tornata. -
- Ragazzi tutti fuori che lo spogliatoio è pieno. -
- È tornata la nostra mascotte. -
- Occhio all'anaconda. - e cosi via.
Ridevano tutti e anche Matias si unì al divertimento generale dicendo: - Occhi a non far cadere la saponetta ragazzi o vi castigo tutti. -
Finito di fare la doccia andarono in un bar vicino la palestra a bere una birra.
Trascorsero qualche ora in serenità, poi mano mano se ne andarono tutti e Matias rimase solo con Andrea.
- Mi accompagni fuori a fumare? - Chiese Matias al ventiduenne.
- Certo. -
Uscirono dal bar e si incamminarono verso il parcheggio deserto della palestra.
Matias si accese una sigaretta e la offrì al giovane ragazzo.
Fu Matias a rompere il silenzio che si era creato in quel momento.
- Andrea, sei gay? - disse all'improvviso.
Andrea tossì, si stava strozzando con il fumo.
- Co...come scusa? - e fece un altro colpo di tosse.
- Hai capito, ti ho chiesto se sei gay? -
- Ma come ti viene in mente, io... -
Matias lo interruppe subito.
- Non iniziare a girare intorno alla domanda, rispondi o sì o no. -
- Ma... Ma... -
- Ok, riformulo la domanda, mi guardavi il cazzo stasera mentre eravamo sotto la doccia vero? -
Andrea divenne rosso in volto, si vedeva anche se era sera e c'era pochissima luce.
- Beh, è difficile non vederlo... -
- Stai temporeggiando. - rispose Matias.
- Mi guardavi il cazzo perchè ti piace, io ti piaccio giusto? Sei gay? -
Non sapeva dove aveva trovato tutto quel coraggio, ma era in ballo e voleva ballare.
- ... Si... - rispose in un sussurro Andrea.
- Si a quale delle tre domande? -
- A tutte e tre. - la voce del giovane era sempre più leggera e la faccia era rivolta ai suoi piedi.
- Guardami. - disse Matias.
Andrea alzò lo sguardo e si guardarono per un istante.
- Perché non me lo hai mai detto? -
- Detto cosa? -
- Che hai una cotta per me, e da diverso tempo anche. -
- Non è una cosa facile da dire in una squadra non credi? -
Matias si appoggiò ad un muretto.
- Già credo di no. - disse aspirando subito dopo una boccata dalla sigaretta.
- Potevi dirmelo comunque. -
- Ma a che scopo? Sei più etero di Rocco Siffredi, e vista la dotazione direi che il paragone ci sta tutto. -
Si guardarono e scoppiarono a ridere entrambi.
- Che ne sai, magari poteva interessarmi comunque la cosa, avrei potuto voler provare. -
- Provare cosa? -
- Questo. - rispose Matias. Si avvicinò al giovane compagno di squadra, lo prese tra e sue braccia e lo baciò.
Voleva vedere cosa avrebbe provato e il suo cazzo diventò subito duro. Strinse ancor di più Andrea tra le sue braccia, mentre le loro lingue iniziavano una danza fatta di saliva. Voleva fargli sentire l'eccitazione che aveva tra le gambe. Andrea se ne accorse, perché quando si staccarono commentò:
- Credo che la bestia si sia risvegliata. -
Matias sorrise e rispose:
- Vorresti vederla da sveglia? -
Andrea annuì semplicemente e Matias si calò i pantaloni e le mutande in un gesto unico.
Il suo cazzo uscì fuori duro, lungo e svettante, mentre Andrea lo guardava adorante.
- Ti piace? -
Andrea annuì con la testa.
- Vorresti toccarlo? -
- Si. - rispose stavolta deciso il ragazzo.
- E allora che aspetti, puoi farlo se vuoi.
Andrea lo guardò negli occhi, Matias gli fece un cenno convinto con la testa, questo diede coraggio al giovane che prese il cazzo duro di Matias tra le mani.
- È come te lo immaginavi? -
- No, è più bello e duro. - rispose Andrea.
Senza dire niente iniziò a masturbarlo mentre guardava occhi negli occhi Matias che iniziava a mugolare.
Dopo poco si inginocchiò davanti a lui, guardò il suo cazzo duro da vicino, si avvicinò e con la punta della lingua diede una leccata alla cappella di Matias che non disse niente. Si fece coraggio del suo silenzio, aprì la bocca e se lo infilo dentro.
Iniziò a succhiare avidamente il cazzo che iniziava a far uscire le prime gocce di pre sperma.
Matias iniziò a spingere con il bacino cercando di farlo entrare tutto nella bocca di Andrea, ma era quasi impossibile. Andrea lasciò momentaneamente le mani dal cazzo di Matias e mentre lo succhiava con il solo movimento della bocca si calò i pantaloni e iniziò a masturbarsi. Riprese con una mano il pene di Matias mentre con l'altra dava piacere al suo.
Matias iniziò a mugolare sempre di più fino a che non disse:
- Sto... Sto per venire. -
Andrea tirò fuori il cazzo dalla sua bocca e continuò a masturbarlo con la bocca aperta finché fiotti bollenti non colpirono la sua faccia e entrarono nella sua cavità orale. Lo riprese tutto in bocca e lo pulì con la lingua mentre veniva copiosamente anche lui nel cemento del parcheggio.
Si alzò e si ritirò su i pantaloni e le mutande e guardò Matias sperando che gli fosse piaciuto.
Matias lo prese tra le sue braccia per fargli capire che aveva apprezzato. Si ricoprì anche lui e poi disse:
- Era la prima volta con un ragazzo per me, mi è piaciuto molto. -
- Sono... Sono contento. - rispose Andrea ora in forte imbarazzo.
- Ora di non dico che dobbiamo metterci insieme, ma... Ti andrebbe qualche volta di rivederci e divertirci senza impegno? -
Andrea annuì convinto.
- Ok, ma non forse la prossima volta, solo la bocca potrebbe non bastare. - disse mentre dava una sonora pacca nel sedere sodo ad Andrea che si mise a ridere.
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Seventeen
RomanceMatias ha 26 anni, fa un lavoro che non ama e vive con la sua ragazza da 6 anni. I due sono in crisi e gli unici momenti di serenità sono quando va ad arbitrare le partite di pallavolo, sport che ama. Tutto cambia quando nel negozio dove lavora ent...