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Restarono abbracciati un tempo che sembrava infinito, le loro labbra unite in un bacio dolce che diceva più di mille parole. Non c'era passione, ma tanto sentimento, anche se l'erezione sotto i pantaloni di Matias poteva far pensare ad altro.
Si staccarono dal bacio quando Lucas disse:
- Sto per cadere. -
- Aspetta ti metto giù. - rispose Matias.
- Non ho detto questo. - replicò Lucas.
Tolse il suo braccio dal collo del più grande, gli afferrò la mano e la portò sotto al suo sedere. Poi rimise il suo braccio intorno al collo, tolse quell'altro e prese l'altra mano di Matias e la portò sotto l'altra natica.
- Ora va molto meglio. - rise.
Matias si fece subito rosso in volto, in pratica si ritrovava a tenere in braccio il libero con le mani a palpargli il culo.
- Che c'è, ti vedo in imbarazzo. - rise divertito.
- Ehm, ecco...io... -
- Se sei preoccupato per l'erezione che stai avendo, stai tranquillo, ce l'avevi anche prima di mettermi le mani sul culo. - sorrise malizioso.
Matias arrossì ancora di più, si era accorto del suo cazzo duro, nonostante stesse provando in tutti modi di evitarlo.
- Non stai rendendo la cosa più semplice. - rispose leggermente offeso l'arbitro.
- Non era mia intenzione renderla più semplice, ma più divertente. - e scoppiò a ridere.
- Che simpatico che sei, mi domando come fai a essere così sfacciato. -
- Non sono sfacciato, so quello che voglio, tutto qui. E per la precisione quello che voglio in questo momento sono le tue mani sul mio culo, oltre a un altro bacio. -
- Credo di volerti accontentare piccolo ragazzino perverso. -
- Non hai ancora visto niente. -
Si riattaccarono e questa volta aprirono le loro bocche per far unire le loro lingue e la loro saliva.
Restarono lì per un tempo indefinito, mentre Emma osservava tutta la scena. Non si accorsero di niente, mentre la ragazza schiumava rabbia. Matias era suo, e nessuno poteva portarglielo via. Nessuno! Tantomeno uno stupido ragazzino frocetto.

Si staccarono e si prepararono a tornare davanti all'ingresso. Matias avrebbe salutato tutti e poi sarebbero andati a cena, avrebbe detto a Emma che andava a cena con gli altri arbitri e si sarebbe liberato di lei.
Emma fece due passi indietro e quando loro si avviarono per tornare indietro girò l'angolo, facendo finta di essere arrivata proprio in quel momento.
- Tesoro eccoti! Ti stavo cercando. -
- Emma, ciao. -
Matias tirò un sospiro di sollievo, se fosse arrivata un secondo prima lo avrebbe visto con in braccio Lucas.
Lei si avvicinò e lo abbracciò forte, alzò lo sguardo e lo baciò con passione. Voleva marchiare il territorio proprio davanti a Lucas.
- Sei stato bravissimo, hai fatto un partitone, e che polso hai avuto quando hanno protestato. -
- Gra...grazie tesoro... -
Lucas osservava la scena al fianco di Matias, faceva finta di niente nonostante fosse geloso.
- Andiamo a festeggiare insieme? -
- Bhe... Veramente... È che andiamo a cena tra arbitri stasera, sai... Festeggiamo le finali andate bene... -
- Ottimo, posso unirmi anche io allora. -
- Ce... Certo... Credo di sì... -
Guardò Lucas disperato, il libero lo guardò sicuro, come a dire, stai tranquillo, usciremo un'altra volta.
Matias era tutto tranne che sicuro invece. Non c'era nessuna cena organizzata con gli altri arbitri, doveva organizzarla lui, subito, o sarebbero stati guai.
- Ok vado a sentire gli altri per vedere dove andare a cenare. -
- Bene. - rispose Emma sorridente.
Quel sorriso, avrebbe voluto spegnerlo, avrebbe voluto passare la sua serata con Lucas, conoscerlo e invece si trovava ancora una volta invischiato nelle menzogne, le sue menzogne, quelle che non gli permettevano di vivere serenamente la sua vita, la sua sessualità.
Emma guardò Lucas e gli sorrise, maliziosa.
- Tu devi essere Lucas giusto? Ci siamo visti l'altra volta alla partita. -
- Si sono io. -
- Che fai non vieni anche tu? -
- Io, non so se è il caso, saranno tutti arbitri, chiamo mia madre e mi faccio venire a prendere. -
- No! - disse troppo a voce alta Matias.
- Puoi venire, a queste cene molte volte vengono anche giocatori e allenatori, è un modo per stare in compagnia insomma. - tentò di giustificarsi.
- Ma non so come tornare a casa. -
- Ma possiamo portarlo noi, non è vero tesoro. - si intromise Emma.
- Certo, ti porteremo noi a casa finita la cena. -
- Ok, va bene. -
Matias avrebbe voluto uccidere Emma e seppellire il suo cadavere, ma si trattenne dal commettere un omicidio. Voleva comunque passare del tempo insieme a Lucas, magari avrebbe potuto portare prima a casa Emma e sarebbe rimasto un po' di tempo insieme a lui. Ma la prima cosa da fare era organizzare la cena.

Tornò velocemente davanti al palazzetto dove si trovavano gli altri, si unì al gruppo e disse:
- Allora ragazzi, dove si va a cena? -
- Perché andiamo a cena fuori? - chiese Roberto.
- Certo, mi sembra logico dopo una giornata del genere, mi pare ovvio. -
- Uhm, va bene io ci sto! -
- Anche io. - disse subito entusiasta Alessia.
- Ok anche per me. - disse Michi.
- Facciamo prima a chiedere chi non viene allora. - intervenne Matias. Aveva salvato la situazione; vero non avrebbe passato la serata con Lucas, ma almeno avrebbe potuto vederlo, conoscerlo a distanza, osservare come si comportava tra la gente, insomma non era un appuntamento, ma a quello avrebbe rimediato la prossima volta.

Si ritrovarono a cena in 23 persone, tra arbitri, allenatori, qualche dirigente e Lucas, unico giocatore un po' fuori luogo, dato che le finali erano state femminili, ma completamente a suo agio e sereno nella situazione che si era venuta a creare.
Matias pensò a quanto fosse stato maturo il giovane avendo fatto finta di niente e nell'aver accettato la cena. Si era comportato intelligentemente senza fare scenate o senza tenere il broncio.
Lo guardava mangiare la sua pizza, mentre sorrideva e chiacchierava con gli altri arbitri, con i dirigenti, facendo battute e ridendo delle battute altrui.
Avrebbe voluto stare vicino a lui, fargli domande, rispondere alle sue, magari baciarlo ancora un po', ma c'era Emma proprio al suo fianco, che quella sera era particolarmente appiccicosa. Lo abbracciava continuamente, lo baciava prendendogli il mento tra le mani, ma non fece caso al fatto che la sua ragazza lo faceva ogni volta che Lucas si girava a guardare nella loro direzione.
Finito di cenare si salutarono tutti e Matias, Emma e Lucas salirono in macchina per andare a casa. La serata era passata piacevolmente e tutto sembrava scorrere liscio.

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