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Lucas sembrava essersi addormentato, teneva gli occhi chiusi, ma riuscì comunque a parlare.
- Ho lasciato il motorino alla spiaggia. -
- Lo riprenderai domani, ora non sei in grado di guidare. -
- Io... Io non posso andare a casa, se mi vedono i miei... -
- Ok, andiamo da me, domani ti riporto a prendere il motorino e torni a casa. -
- Non so se è una buona idea... - disse Lucas mentre si addormentava.
Matias guidò velocemente fino a casa sua, scese dalla macchina e prese delicatamente in braccio Lucas che ormai era svenuto. Lo sollevò come un sacco di patate e se lo mise in spalla.
Riuscì con fatica ad aprire la porta di casa e lo portò in camera. Lo distese sul letto e gli tolse le scarpe.
Si avvicinò a lui e mise la mano in tasca in cerca del suo cellulare. Lucas si risvegliò e disse:
- Che stai facendo? -
- Sto cercando il tuo cellulare, mando un messaggio a tua madre e gli dico che dormi fuori. -
- Ah ok, è nella tasca dietro. -
Matias mise una mano sul fianco di Lucas, lo ruotò di lato e prese il cellulare dalla tasca del libero, la sensazione di toccargli il culo, gli diede la scossa e ritirò velocemente la mano dai jeans.
Scorse la rubrica e mandò il messaggio alla madre di Lucas poi appoggiò il cellulare sul comodino.
- Sei ancora sveglio? -
- Mmmm... Si. -
- Allora spogliati, devi farti una doccia. -
- Mmmm... Non ce la faccio, spogliami tu. -
- Non ci pensare minimamente, non ho intenzione di spogliarti. -
- Non vuoi vedermi nudo? -
- Non ora, e non in queste condizioni. -
- Non ti piaccio più? -
Matias si morse il labbro. Cavolo si che mi piaci, pensò, hai sconvolto la mia esistenza, non hai idea della voglia che avrei di ammirare il tuo corpo, ma non disse niente di tutto ciò.
- Non è il momento di parlarne, devi farti una doccia e dormire, domani avrai un gran mal di testa, devi almeno cercare di riposarti. -
Lucas provò ad alzare la testa dal cuscino, ma era troppo pesante e mollò subito.
- Ti prego dammi almeno una mano. - disse con la voce ancora ubriaca.
- Ok, ok, basta che facciamo in fretta. -
Matias voleva solo metterlo a dormire e andare a mettersi un po' di ghiaccio all'occhio che era semichiuso, il pugno ricevuto era stato parecchio forte, la testa gli pulsava e aveva anche lui una gran voglia di dormire.
Gli slacciò la patta dei pantaloni, facendo attenzione a non toccare niente delle parti intime del libero. Si spostò in fondo al letto e con un gesto deciso gli sfilò i jeans prendendo i bordi dalle caviglie, poi gli tolse anche i calzetti. Tornò di fianco a Lucas e gli sfilò anche la maglietta, lasciando il libero in mutande. Con lo sguardo vagava per la stanza, non voleva osservarlo, sapeva che se l'avesse fatto non avrebbe risposto delle sue azioni.
- Dai alzati ti accompagno in bagno. -
Lo aiutò a sollevarsi, gli circondò il corpo con un braccio e lo accompagnò in bagno. Il solo toccare il suo corpo nudo lo fece eccitare, così accelerò i movimenti per staccarsi da lui. Lo mise seduto sulla tazza e accese l'acqua, aspettando che fosse calda.
- Ok è calda, entra e lavati, ti lascio un asciugamano proprio qui. - disse indicando un appendiabiti.
- Ma sono ancora in mutande, devi togliermi anche quelle. -
- Quelle te le togli da solo. - rispose imbarazzato.
- Ora lavati, vedrai che dopo la doccia starai meglio. -
Uscì dal bagno e chiuse la porta. Andò in cucina e prese una busta, aprì il freezer e con gesti meccanici prese del ghiaccio. Lo infilò nella busta e se la portò all'occhio pesto. Aprì la portafinestra del salotto e uscì in terrazzo dove si accese una sigaretta.
Che serata, pensò, l'occhio gli faceva tremendamente male, fortunatamente il ghiaccio e il venticello fresco lo fecero per un attimo rilassare, fino a quando non si accorse di avere ancora i vestiti sporchi di vomito del libero. Se li tolse, restando in mutande in terrazzo.
Fumò tre sigarette, una dietro l'altra, cercando di rilassare corpo e mente. Finita la terza, la gettò dal terrazzo e si alzò dal dondolo.
Entrò in casa per vedere a che punto era Lucas. Lo trovò sotto le lenzuola quindi andò in bagno per farsi una doccia. Chiuse la porta a chiave, voleva evitare di farsi vedere nudo dal libero. Si buttò sotto il getto dell'acqua e rilassò il corpo troppo rigido.
Finito di lavarsi uscì dalla doccia, si asciugò e indossò un paio di mutande pulite. Riprese la busta del ghiaccio e se la rimise nell'occhio. Entrò in camera per controllare Lucas, pensando di trovarlo già svenuto.
Il libero giaceva dolcemente sotto le lenzuola pulite, gli occhi chiusi e il viso rilassato. Si girò pronto per andare a dormire sul divano, quando sentì la sua voce chiamarlo.
- Matias... -
- Dormi Lucas, ci vediamo domani. -
Il libero aprì gli occhi e lo guardò. Matias si fece rosso in volto, non aveva pensato all'eventualità che potesse vederlo in mutande.
- Vieni un attimo qui, ti prego. -
Matias si avvicinò al letto e il libero gli prese una mano.
- Sei bellissimo. -
Matias arrossì ancora di più e non rispose.
- Siediti qui. - disse spostandosi un po' dal bordo del letto.
L'arbitro ascoltò la richiesta e si mise seduto al suo fianco. Il libero alzò un braccio e appoggiò la sua mano su quella di Matias che teneva il ghiaccio sull'occhio. Spostò la mano e guardò il viso pesto del più grande. Poi gli accarezzò la guancia.
Matias trattenne un brivido che percorse tutto il suo corpo.
- Ti fa male. -
- Un po'. - rispose dolcemente.
- È colpa mia, scusami. -
- Non ti preoccupare, non è niente di grave, passerà. -
- Scusami, ti ho fatto passare una serata d'inferno. -
- Non fa niente, è anche colpa mia. -
Rimasero un attimo in silenzio poi il libero riprese a parlare.
- Lo ami? -
Matias sgranò gli occhi.
- Ma come ti viene in mente... No! ... Certo che no! -
- Ma ci sei andato a letto? -
- ... Ne parliamo domani, quando sarai in grado di sostenere una conversazione. -
- Mmmm... Ok. -
Matias si alzò e si diresse verso l'uscita della camera.
- Dove vai? - chiese il più piccolo.
- Dormi tu sul letto, io mi butto sul divano. -
- Dormi con me! -
- No... Vorrei... Ma no, non è il caso. -
- Ti prego... Fallo per me. -
Matias si girò ad osservarlo, era maledettamente bello e dolce.
- Ok. - disse deglutendo.
Fece il giro del letto e entrò sotto le lenzuola.
Lucas si avvicinò a lui e appoggiò la testa sul suo petto.
- Faresti l'amore con me? -
- Io... Io... Non... Non... Dormi Lucas, sei ubriaco e non sai quello che dici. -
- So quello che dico, ma va bene lo stesso, in fondo mi hai già rifiutato altre volte. -
Matias avrebbe voluto dirgli che non era così, che avrebbe tanto voluto fare l'amore con lui, che desiderava con tutto se stesso il suo corpo, il suo amore, ma non parlò neanche questa volta.
Lucas si girò su un fianco, Matias tornò a respirare, pensando che il giovane stavolta si addormentasse.
- Abbracciami. - invece disse.
L'arbitro non disse niente, si girò verso Lucas e lo abbracciò da dietro. Solo in quel momento si accorse che il giovane era completamente nudo. Provò subito a staccarsi, ma il libero prese il suo braccio che stava intorno alla vita e si portò la mano sotto al corpo.
Più Matias cercava di allontanare il suo bacino, più il culo di Lucas si faceva sotto. Non aveva scampo. Il suo pene si stava ingrossando sempre di più dentro le mutande proprio nel momento in cui sentì l'ormai flebile voce di Lucas sussurrare un
- Ti amo. - prima di sprofondare in un sonno profondo.
Matias sospirò, sarebbe stata una lunga notte, molto probabilmente insonne.

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