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Matias si risvegliò con una terribile erezione tra le gambe. Aveva la sensazione di avere il suo membro bagnato. Aprì gli occhi e Lucas non era al suo fianco nel letto. Abbassò lo sguardo e notò il lenzuolo del letto sollevato come una tenda da campeggio. Diede una sbirciata sotto sollevando il lembo e si accorse che Lucas era lì sotto che si prendeva cura del suo cazzo. Lo stava succhiando e leccando con calma, silenziosamente per non farlo svegliare.
Sorrise maliziosamente e riabbassò il lenzuolo.
Ho trovato un ragazzo porcello pensò soddisfatto e poi rimase a riflettere sul fatto che l'aveva appena considerato il suo ragazzo. Ma non ne avevano ancora parlato. Stavano insieme oppure no? Decise che avrebbe rimandato la discussione successivamente e si godette il momento. Richiuse gli occhi e fece finta di dormire.
Non era facile restare fermo fingendosi addormentato, la lingua di Lucas stimolava il suo frenulo costantemente, girava e accarezzava la sua cappella ormai umida di liquido pre spermatico e dovette più volte trattenere dei gemiti che provenivano dalla sua gola.
Venne copiosamente, pochi minuti dopo, in bocca al libero che bevve tutto e pulì diligentemente il suo cazzo.
Lucas riemerse dal lenzuolo, lo osservò per vedere se fosse sveglio, Matias sentiva i suoi occhi addosso e cercò di non fargli capire che aveva visto tutto.
Quando sentì Lucas appoggiare la testa sul cuscino per tornare a dormire, si lasciò scappare un sorriso.

Si risvegliarono quasi contemporaneamente, avvinghiati, con le gambe intrecciate.
- Buongiorno. - disse Matias guardandolo negli occhi.
- Buongiorno. - rispose il più piccolo sbadigliando.
- Come mai sbadigli? - disse maliziosamente Matias.
- Non ho dormito molto. - rispose leggermente imbarazzato l'altro.
- Hai dormito male? -
- No... No... È che... - Arrossì. - Ma che ore sono? -
- Le 7:15 perché? -
- Cazzo! Devo tornare a casa. -
Si alzò di fretta, mostrando il sedere ancora nudo dalla sera precedente. Matias lo osservò, aveva proprio un bel culo, liscio e sodo.
- Ma dove vai così di fretta? Non fai colazione con me? -
- Devo correre a casa. Non ho avvisato mia madre che dormivo fuori, sarà furiosa. - rispose mentre saltellava cercando di infilarsi le mutande.
- Dovrei parlarti di una cosa. - disse l'arbitro.
- Non possiamo farlo più tardi? - replicò il libero mentre si infilava la maglietta e andava in cerca delle scarpe. - Scusa ma devo andare a casa, rischio la segregazione a vita, spero solo che mi madre stia ancora dormendo, forse riesco a evitare la punizione.
Matias ridacchiò.
- Ok, allora ci sentiamo dopo? -
- Si... Si... Ora scappo. - si gettò sul letto, diede un veloce bacio a stampo al più grande e si rialzò.
- Ciao, ti scrivo dopo. -
- Ciao, e fammi sapere se la mamma scopre tutto. -
- Ok. - urlò Lucas che ormai era già arrivato in salotto.
Pochi secondi dopo, Matias sentì la porta di casa chiudersi.
Decise di rimettersi a dormire, era ancora in ferie e poteva poltrire fino a tardi.

Pochi minuti dopo sentì la porta di casa aprirsi. Spalancò gli occhi. Lucas era tornato indietro? Aveva dimenticato qualcosa? Un momento, Lucas non ha le chiavi del mio appartamento. Forse era un ladro.
Si alzò di scatto dal letto e silenziosamente si avvicinò al salotto.
Si sporse e vide Emma che girava per casa. Sarebbe stato meglio un ladro, pensò. Entrò in salotto e senza tanti convenevoli disse:
- Cosa ci fai qui? -
Lei si girò e lo squadrò dalla testa ai piedi. Solo in quel momento Matias si ricordò di essere ancora nudo. Con un gesto istintivo mise una mano davanti all'inguine cercando di coprirsi alla meglio.
- Buongiorno. - disse lei. - Fatto baldoria ieri sera? -
- L'ironia lasciala da parte. - rispose Matias piccato.
- Cosa ci fai qui? -
- Sono venuta a prendere delle cose. In fondo questa è anche casa mia. - rispose lei acida.
- Era casa tua, ora non più, prendi quello che ti serve e vattene. -
- Ho visto il tuo amichetto davanti casa, sembrava avere molta fretta. Scappava da te? -
- Non sono cose che ti riguardano. -
- Ha dormito qui? Te lo sei scopato? O ti sei fatto scopare? -
- Non sono affari tuoi. -
- O no di certo, forse però potrebbero essere affari dei genitori del bimbo. -
- Lascialo stare, Emma! Fatti i cazzi tuoi. -
- Una volta quello era un cazzo mio. - rispose lei guardando le parti basse di Matias.
- Pessima battuta! Come comica non vali molto. -
Lei roteò gli occhi.
- Come siamo suscettibili stamattina, che c'è non scopa bene? -
- Molto meglio di te. - rispose lui piccato.
Lei lo guardò offesa, poi fece un sorriso malizioso.
- Quindi avete scopato. E dimmi com'è stato? Te l'ha succhiato? -
Matias pensò a quando poche ore prima aveva trovato Lucas intento a leccarglielo e arrossì. Distolse lo sguardo e si girò per tornare in camera a mettersi qualcosa, ormai non aveva più voglia di dormire.
- Prendi quello che ti serve e vattene. - urlò.
- Non finisce qui. - urlò di rimando lei. - Tu sei solo mio! -
Matias tornò velocemente in salotto ancora nudo.
- Non sono tuo, non lo sono mai stato e di sicuro non lo sarò mai più. - disse arrabbiato.
Lei lo guardò in cagnesco, ma non rispose così Matias tornò in camera a vestirsi.
Appena entrato in camera, prese un paio di mutande e una maglietta e se le infilò, prese un paio di pantaloni di una tuta e si mise seduto sul letto per metterla.
Emma fece capolino sulla porta.
- Scusa, non volevo essere così aggressiva. È che mi manchi. -
Matias alzò la testa e la guardò, sembrava sincera.
- Non fa niente, un po' ti capisco. -
- State insieme? -
- Emma, non sono... -
- ... Affari miei, si lo so, ho capito. È che vorrei sapere se c'è una possibilità per noi. -
- Mi dispiace, no! Non ci sono possibilità, la nostra storia è finita. - disse con calma Matias.
- È per lui? -
- In parte, ma non è la parte più importante. La nostra storia era già finita, dovevamo solo capirlo prima. -
- Ho sempre pensato che saresti stato l'uomo della mia vita. -
- Le cose sono andate diversamente, mi spiace. -
- Già, anche a me! Vado, ho preso alcune cose, forse dovrò passare a prendere altro. -
- Ok. -
- Ciao Matias. -
- Ciao Emma. -
Lei si girò e se ne andò, Matias tirò un sospiro di sollievo, finalmente le cose stavano andando per il verso giusto.

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