Emma stava al fianco del guidatore e Lucas si mise nei sedili posteriori.
Ogni tanto Matias lanciava occhiate allo specchietto retrovisore per guardare il libero che gli sorrideva e poi voltava la faccia verso il finestrino per evitare sospetti. In macchina c'era silenzio, nessuno dei tre voleva parlare, Matias aveva preso la strada di casa, sperava di lasciare Emma e di accompagnare poi Lucas a casa, per stare un po' con lui.
Fu Emma a rompere il silenzio.
- Tesoro fermati a questo bar, ho sete. -
- Ma siamo quasi arrivati a casa. -
- Ti prego, non ce la faccio ho troppa sete. -
- Ok. - fece Matias che rallentò e parcheggiò a lato della strada.
- Puoi andare tu tesoro a prendermi una bottiglietta d'acqua. -
Matias non disse nulla, scese dalla macchina, voleva fare il prima possibile per liberarsi di Emma.
Rimasti soli la ragazza si girò dietro e guardò con occhi minacciosi Lucas.
- Senti frocetto, non so cosa sta succedendo tra te e il mio ragazzo, ma questa cosa finisce subito. -
Lucas la guardò paralizzato, cercando di dissimulare lo shock.
- Non fare quella faccia sorpresa, vi ho visti dietro la palestra. Stai provando a fregarmi il ragazzo? Non ci provare piccoletto o te ne farò pentire amaramente. Qualunque cosa sia quello che ho visto, nasce e muore qui. Non ti avvicinare mai più a lui, non voglio vederti dove c'è il mio ragazzo, non voglio sentir parlare di te, così come sei entrato nelle nostre o meglio nella sua vita, così ne uscirai in questo momento. Lui è il mio ragazzo e non sarai certo tu a portarmelo via. Voglio un bambino da lui e lo avrò, e non sarai certo tu a rovinare tutto. -
Lucas nonostante lo shock non si lasciò intimidire e rispose:
- Credo che sia lui a dover decidere. -
- No, quando ha preso solo una sbandata per un ragazzino senza cervello con le chiappe sode. È solo un momento. Credi che sia innamorato di te? Che mi lascerà e vi metterete insieme? Che diventerete una famiglia e vivrete tutti felici e contenti? -
Fece una risata isterica e riprese a parlare.
- Stai alla larga da lui. Se non posso averlo io, non lo avrai neanche tu. -
- È adulto, può fare da solo le sue scelte. - rispose nuovamente Lucas.
- Già è adulto, ma tu no! Non costringermi a denunciarlo per violenza su minore. Ricordati se non posso averlo io, non lo avrai nemmeno tu.
- Io sono d'accordo non c'è nessuna violenza. -
- E credi che un giudice ti crederà? Sei minorenne, racconterò tutto a tua madre e vediamo se sarà d'accordo con te o con me. -
- Lascia stare la mia famiglia. - rispose il libero ora preoccupato.
- Non dirò nulla se farai come dico io. Ora quando torna mi farò riaccompagnare a casa, poi ti farai portare a casa e quando lo saluterai gli dirai che hai capito che non siete fatti per stare insieme, mi sono spiegata bene? -
Lucas aveva gli occhi pieni di lacrime, ma si impose di non piangere.
- Ok. - rispose.
- Molto bene. -
Emma sorrise e si girò nuovamente guardando avanti.
A Lucas uscirono delle lacrime che asciugò velocemente con la manica della felpa prima che Matias rientrasse in macchina.
Diede la bottiglia d'acqua a Emma che lo ringraziò dandogli un bacio possessivo sulle labbra.
Ripresero il viaggio, Matias non si accorse del clima poco salutare che si era creato in macchina, in fondo c'era silenzio anche prima. Certo Lucas ora non rispondeva ai suoi sguardi dallo specchietto, ma non se ne preoccupò, ancora un po' e poi avrebbero potuto stare insieme per una mezzoretta. Arrivati davanti casa della coppia Matias fermò la macchina.
- Tesoro se sei stanca puoi scendere, ci penso io a portare Lucas a casa. -
- Grazie amore, davvero un pensiero gentile, sono proprio stanca, e poi chissà magari se è andato tutto come speriamo, devo riposarmi, magari c'è un bambino che ci aspetta. -
Si toccò la pancia , come a voler sperare di essere incinta.
- Certo amore. - rispose imbarazzato Matias
- Ciao Lucas, è stato un piacere conoscerti e parlare con te. - le fece un sorriso mellifluo, aprì la portiera e scese dalla macchina.
- Che voleva dire, quando ha detto parlare con te? - chiese Matias a Lucas che intanto si era messo nel sedile del passeggero davanti.
- Non so, forse intendeva quella volta al palazzetto. - rispose Lucas distrattamente. La sua testa ora era su un altro pianeta, voleva piangere, urlare, dire a Matias che la sua ragazza era una troia, una stronza che lo aveva minacciato. Ma se l'avesse detto, sua madre avrebbe scoperto tutto e magari Matias sarebbe finito in prigione. Doveva fare come gli aveva ordinato Emma, doveva lasciare Matias. Era un paradosso, avrebbe dovuto lasciar andare un ragazzo che non era neanche il suo ragazzo. Sorrise amaramente a quel pensiero mentre tratteneva le lacrime che avevano reso lucidi i suoi occhi.
Matias non si accorse del suo stato d'animo fino a quando non arrivarono davanti casa di Lucas.
- Allora nanetto. Mi spiace per la nostra serata andata a rotoli, ma spero almeno ti sia divertito, e noi recupereremo quanto prima. -
Gli sorrise e gli appoggiò una mano sulla gamba. Lucas guardava fuori dal finestrino.
- Ehi, c'è qualcosa che non va? -
Lucas si girò, e lo guardò. Calde lacrime stavano scorrendo sul suo viso. Matias si preoccupò immediatamente.
- Ehi, che succede? - mise la sua mano sinistra sulla guancia destra del giovane e gli asciugò una lacrima che cadeva.
- Perché piangi? -
Lucas deglutì lo guardò con occhi disperati.
- È che io... - si bloccò.
- È che io... - gli fece eco Matias invitandolo a riprendere il discorso.
- È che... Non posso più fingere. Ti ho preso in giro, non sono interessato a te, volevo solo vedere se riuscivo a conquistarti, era una scommessa con i miei compagni di squadra, sostenevano che non ero in grado di far innamorare nessuno, mentre io li ho sfidati e ho scommesso che sarei riuscito a conquistare un etero. Ecco è tutto qui, è stato un gioco, solo uno stupidissimo gioco. -
Matias era pietrificato. Sentiva il gelo dentro di se, il cuore aveva smesso di battere, aveva smesso di respirare, la salivazione era azzerata, non riusciva a dire o fare niente. Si stava sentendo un imbecille. Come aveva potuto farsi prendere in giro da uno stupido ragazzino?
Si scosse.
- Scendi. -
- Io volevo chiederti... -
- Scendi dalla macchina! -
- Mi disp... -
- Scendi dalla macchina! Vattene! - urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Lucas aprì la portiera, si girò nuovamente verso Matias, che non lo guardò, stava fissando il vuoto davanti a se.
- Ti prego non essere arrabbiato... -
- Vattene e non farti né vedere né sentire mai più.
Il libero uscì dalla macchina e corse piangendo verso casa. Matias prese a pugni il volante fino a scorticarsi le nocche, poi scoppiò in un pianto a dirotto.
STAI LEGGENDO
Seventeen
RomanceMatias ha 26 anni, fa un lavoro che non ama e vive con la sua ragazza da 6 anni. I due sono in crisi e gli unici momenti di serenità sono quando va ad arbitrare le partite di pallavolo, sport che ama. Tutto cambia quando nel negozio dove lavora ent...