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Antonio arrivò poco prima di mezzogiorno con la spesa. Emma e Matias stavano guardando un vecchio film in dvd che avevano già visto diverse volte: "Misery non deve morire" un thriller tratto da un libro di Stephen King.
Il papà appoggiò la spesa sul tavolo della cucina e poi corse a salutare la figlia. La abbracciò e accarezzò, fece un cenno con la testa a Matias e gli strinse freddamente la mano.
- Ciao tesoro, come stai? -
- Ciao papi, tutto ok, ho solo dolore alla gamba. -
- Il tuo fidanzato si sta prendendo cura di te. -
Ecco una cosa che proprio non sopportava del padre di Emma, la brutta abitudine di parlare di lui in terza persona anche quando era presente, faceva in modo che sembrava che non ci fosse.
- Si papi, Matias è un amore, mi sta trattando come una primcipessa. -
Lui fece un segno di approvazione abbassando la testa e guardando di sbieco Matias.
- Molto bene, altrimenti dovrà fare i conti con me. -
Matias scosse la testa sorridendo. Vedrai che amore che sarò tra qualche giorno, pensò.
Rosy chiamò i tre per il pranzo e in breve tempo si ritrovarono a tavola a mangiare in un silenzio tombale, con il solo rumore delle posate che sbattevano nei piatti.

La giornata passò lenta e monotona, Matias contava le ore che mancavano al suo cambio vita, certo sarebbe stata dura stare altri tredici giorni in compagnia di persone che detestava, ma pregustava già la sua nuova vita e non voleva commettere passi falsi.

I giorni seguenti passarono come il primo, Matias teneva compagnia a Emma che passava dallo stare sdraiata sul letto allo stare stravaccata sul divano. Lui per uscire da quello stato di apatia faceva lunghe passeggiate in spiaggia con Rocky, lo portava a spasso, faceva il bagno con lui in mare e giocava sulla sabbia. Con i genitori di Emma il rapporto si manteneva cordiale e distaccato, i due non gli davano troppa confidenza e lui era contento della cosa. Spesso i pranzi e le cene passavano nell'assoluto silenzio e a Matias la cosa non poteva che far piacere, non voleva più niente a che fare con quella famiglia.

L'occasione giusta si presentò sotto forma di designazione di una partita. Non avendo avvisato il suo commissario della sua assenza, aveva ricevuto una mail per una partita da arbitrare in città. Era un ottimo modo per allontanarsi da quel posto malsano che lo stava portando al limite. Accettò la partita e andò da Emma a dirgli che sarebbe tornato a casa.
- Emma, devo tornare a casa. -
Lei si mise a sedere sul divano dove era sdraiata.
- Ma tesoro perché? -
- Mi hanno dato una partita da arbitrare. -
- Ma abbiamo ancora una settimana di vacanza da passare qui in serenità con i miei. -
In serenità con i suoi? Se vivere come zombie era sinonimo di serenità allora voleva andarsene via ancor più velocemente.
- Si lo so, ma mi hanno designato per una partita alla quale non posso proprio rinunciare, se voglio aspettare di diventare in qualche modo regionale. -
- Ma non puoi proprio rifiutare? -
- No, è troppo importante, e ho già accettato la partita, ora non posso tornare indietro. -
- Ma potevi prima dirmelo. -
- L'ho accettata senza pensarci e ormai ho deciso di andare. -
- Ok, allora vengo con te e poi ritorniamo qui. -
- No Emma, non è il caso. -
- Si invece! Non mi va di restare qui da sola, vengo con te così stiamo insieme. -
- Emma ti ho detto di no, è una partita importante e non posso starti dietro e accudirti tutto il tempo. -
- Ma posso farcela da sola, non ho bisogno del tuo aiuto, ormai ho deciso, vengo con te. -
- Emma, cazzo no! -
Matias esasperato alzò la voce, Emma si bloccò, e lui riprese a parlare, cercando di controllare la voce.
- Credo... Credo sia meglio tu rimanga qua... Per... Per sempre! -
- Cosa intendi dire per sempre? - ora la voce di Emma era allarmata.
- Che è finita, Emma! Che la nostra storia si chiude qui. Non ce la faccio più! -
- Ma... Non puoi abbandonarmi! Proprio ora che stiamo risolvendo i nostri problemi. -
- Non stiamo risolvendo proprio un bel niente, credo sia il caso di lasciarci. -
- Non puoi lasciarmi! - La voce di Emma si fece acuta. - Io aspetto il tuo bambino. -
Matias ridacchiò e lei lo guardò interrogativa.
- Ancora con questa storia? Non c'è nessun bambino! Hai provato a fregarmi e per un po' ci sei anche riuscita. -
- Ma... Ma... -
- Niente ma Emma. Ho parlato con il medico mentre dormivi, in ospedale, non c'è nessun bambino e non c'è mai stato. -
- No, è che l'ho perso nell'incidente! -
Io suoi occhi si fecero lucidi, stava provando nuovamente a fregarlo, ma stavolta Matias non si fece prendere in giro.
- Finiscila di mentire! Ormai ti ho smascherato, ci hai provato e ti è andata male. Forse senza l'incidente non avrei scoperto niente e magari saresti rimasta incinta, ma ormai le carte sono in tavola e sono scoperte. Non mi freghi più, quindi smettila! -
- Il nostro futuro è insieme! -
- Il tuo futuro non so, ma il mio non prevede di stare con te da qui all'eternità. -
- Non ti permetto di lasciarmi! -
- E infatti non ho chiesto il tuo permesso. È finita, fi-ni-tà! -
- Non penserai mica che ti lascerò andare così. -
- Oh sì, mi lascerai andare, poi potrai prendere per il culo qualcun altro. -
- Io... Io... Ti distruggerò! -
Matias scoppiò a ridere.
- Pensi di farmi paura? Ormai non puoi fare più niente, ti sei rivelata per quella che sei, una persona meschina, senza amore per gli altri e che bada solo ai propri interessi. -
- Non ti permettere...-
- Mi permetto quello che voglio. -
- Distruggerò te e il tuo amichetto, voi non starete mai insieme. -
- Oh che paura! Ora ascoltami bene, io me ne vado, non ti sopporto più e non sopporto più i tuoi genitori, torno a casa, tu fatti le vacanze, rimani quanto vuoi, quando torni mi chiami, vieni a prendere le tue cose e lasci la mia casa. Per sempre. -
- Non finirà così. -
- Su questo ti sbagli, è già finita! -
Matias si girò, fece una carezza al cane che era rimasto lì ad osservare tutta la scena, aprì la porta e uscì da quella casa e soprattutto dalla vita di Emma.
Camminando nel vialetto che portava alla macchina era euforico, non si sentiva così bene da un sacco di tempo.
Prese il cellulare dalla tasca e scrisse un messaggio a Lucas.
10:37 "Torno a casa, dobbiamo vederci! Stasera! Non accetto un no come risposta!".
Rimise il telefono in tasca, salì in macchina e partì a tutta velocità verso casa, verso la libertà.

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