60

11.1K 479 57
                                    

La scena che si trovò davanti agli occhi Andrea, lo fece rimanere senza parole.
Matias gli aprì la porta di casa in mutande e piedi scalzi. Aveva il volto emaciato, la barba incolta, i capelli in disordine e due occhiaie gigantesche sotto gli occhi. Inoltre puzzava come un maiale e il caldo che c'era in casa non aiutava di certo la situazione.
- Cristo santo. - disse Andrea. - É passato di qui un tornado? -
La casa era sottosopra, vestiti per terra, scatole di cibo accatastate sul tavolino del salotto e un'odore di chiuso e puzzo di sigaretta che faceva venire il voltastomaco.
Matias lo guardava come se fosse in stato di trance, troppo debole per replicare. Lo fece accomodare in casa e si ributtò sul divano, sprofondando nei cuscini.
Andrea lo guardò disperato e disse:
- Non puoi continuare così, ti stai riducendo come una larva. -
- Sto benissimo. - rispose con tono neutro l'arbitro.
- No, non stai benissimo, fai schifo, sembri uno zombie di "The walking dead". -
Andrea si avvicinò all'amico, lo prese per un braccio e lo strattonò cercando di farlo alzare dal divano.
- Forza, alzati e vatti a fare una doccia, mentre cerco di ripulire questo schifo, stasera usciamo. -
- Non mi va di uscire. - rispose Matias continuando a guardare passivamente la tv.
- Oh sì, invece! Ora ti alzi, ti fai una doccia, che puzzi come una capra, ti vesti, ti fai figo e esci con me e Manuele, andiamo a una festa in spiaggia.
- Non ho voglia. -
- Non mi importa se non hai voglia, questo è quello che faremo. - lo tirò sul dal divano, con un forte strattone, facendolo finire addosso al suo corpo.
Matias ridacchiò, una risata di disperazione e disse:
- Vuoi fare sesso? -
Sembrava ubriaco, Andrea lo guardò minaccioso.
- Per quanto, una volta, la proposta mi avrebbe allettato, ora non mi sembra proprio il caso. Puzzi da far vomitare. Vieni, devi farti una doccia. -
Matias piagnucolò.
- Non ho voglia, sto bene così. -
- Tu ora fai quello che ti dico, non esco da qui, finché non ti sei rimesso in sesto, lavato e profumato, Manuele ci aspetta alla festa in spiaggia. -
- Non mi va di venire a reggere il moccolo a voi due. -
- Non vieni a reggere il moccolo, torni alla vita. Un giorno mi ringrazierai per quello che sto facendo per te. -
Lo trascinò in bagno e lo mise sotto la doccia.
- Forza, lavati, ti aspetto di là, intanto metto a posto il porcile. -
- Per lavarvi devo togliermi le mutande. -
- E allora toglile. -
- Toglimele tu. -
Andrea lo fulminò con lo sguardo, si avvicinò a lui e con un gesto secco gli tolse le mutande, che scivolarono fino ai piedi.
- Ecco fatto! Ora puoi lavarti! -
- Non vuoi favorire? - disse maliziosamente Matias portando gli occhi sul suo cazzo.
Andrea seguì il suo sguardo, deglutì, poi si girò e uscì dal bagno urlando:
- Lavati! E muoviti! Tra poco dobbiamo essere alla festa, Manuele ci aspetta! -

Arrivarono in spiaggia che la festa era già incominciata. Come l'altra volta, centinaia di persone ballavano in pista o sulla sabbia, la musica era assordante e il bar pieno di persone che attendevano di essere servite.
Si avvicinarono al bancone e ordinarono da bere. Matias era finalmente presentabile, portava una maglietta aderente, dei bermuda e delle infradito ai piedi. Si era fatto la barba e rimesso a posto i capelli, ma il suo umore non era migliorato. Osservava i ragazzi ballare al ritmo di musica, ma non vedeva niente.
- Che ci faccio qui? - disse mentre prendeva dal bancone la sua birra.
- Sei a una festa, siamo qui per divertirci. - rispose Andrea.
- Non ho voglia di divertirmi, voglio solo tornare a casa. -
- Non fare la noia, hai bisogno di svagarti, prendere un po' d'aria, sembravi un appestato fino a pochi minuti fa. -
- Stavo benissimo fino a che non sei arrivato tu a distruggere il mio divertimento. -
- Già! Ho subito notato quanto ti stavi divertendo. -
Matias lo guardò male e bevve un sorso della sua birra.
Manuele li raggiunse pochi minuti dopo, si avvicinò e li salutò calorosamente.
- Ciao Mat, come va? -
- A meraviglia. - rispose il più grande bevendo ancora.
- Sei riuscito a scoprire se Lucas viene? - chiese Andrea sottovoce, ma non così tanto da non farsi sentire da Matias.
- Cosa hai detto? Lucas è qui? -
Manuele fulminò con lo sguardo Andrea che gli chiese scusa con il labiale. Si girò verso Matias e rispose:
- Si Lucas è qui, è in fondo alla pista con i nostri compagni di squadra. -
Il cuore di Matias perse un battito, si sporse dallo sgabello su cui era seduto, per provare a cercarlo con gli occhi. Finì la sua birra e ne ordinò subito un'altra. Bevve un sorso della sua seconda birra e disse:
- Siete due stronzi, dovevate dirmi che c'era anche lui, non sarei venuto. -
- Proprio per quello non ti abbiamo detto niente. - rispose Andrea. - Devi reagire e l'unico modo è quello di cercare di risolvere i tuoi problemi. -
- Io non ho nessun problema. - rispose piccato l'arbitro.
- No infatti, penso di non averti mai visto così in forma. - disse l'amico ironicamente. - Perché invece di stare qui a ubriacarti non vai a parlarci? -
- Non vuole parlarmi, non vuole neanche vedermi. -
- Quindi cosa pensi di fare? -
- Assolutamente niente! -
- Oh andiamo Mat! Cazzo non puoi mollare così! -
- Cosa cazzo dovrei fare? Mettermi in ginocchio e pregarlo? Ho provato a fargli capire che ho sbagliato, ma che comunque non è successo niente, che ero ubriaco, che lo amo e che vorrei stare con lui, ma non vuole ascoltarmi, quindi tanto vale lasciar perdere. - disse urlando Matias.
- Ehi amico, tranquillo, cercavo solo di farti reagire, non puoi continuare in questo modo, lo sai anche tu. -
Matias prese un lungo respiro e disse sconsolato:
- Lo so, scusami se mi sono scaldato, è che non vedo l'uscita del tunnel. Lo conosco da così poco, non riesco a capire come sia possibile starci così male. Mi maledico ancora per essermi innamorato, come un idiota, di un bambino. -
- L'amore non si comanda amico, arriva quando meno te lo aspetti, e quando arriva, conviene farsi trovare pronti. -
- Mi stai dicendo di esserti innamorato? - Matias sorrise all'amico, Manuele si era allontanato per tornare dai suoi compagni di squadra, così potevano parlare liberamente.
- No, ma come ti viene in mente. Però mi piace, sto bene con lui. Sai che non sono tipo da relazione, ma forse con lui potrei fare un tentativo. -
- Dici sul serio? -
Matias rise, erano giorni che non lo faceva e si sentì un po' meglio.
- Non c'è niente da ridere, è che è così bello da mandarmi in confusione. -
- E allora buttati! Magari ne vale la pena. -
- Lo farei, faccio continue battute a sfondo sessuale quando sono con lui, ma o fa finta di non sentire o non le recepisce. -
- Forse non è l'approccio giusto. Ragiona: tutti sanno che sei un tipo al quale piace divertirsi, che non ha mai cercato una relazione seria, è normale che lui abbia paura di essere solo un altro da scopare, poi se continui a fare battute maliziose, non puoi che peggiorare la situazione. -
- E che dovrei fare? -
- Corteggiarlo! -
- Ma già lo faccio! Lo riempio sempre di complimenti. -
- Del tipo? -
- Beh gli dico che ha un bel fisico, gli chiedo se mi fa toccare il suo bellissimo culo, cose così. -
- E ti sembra un corteggiamento? A me sembrano più frasi di uno stupratore seriale. -
- Ma scusa tu hai visto il suo culo, perché non posso vederlo pure io. -
Matias si fece scuro in volto e il sorriso scomparve dalla sua faccia.
- Scusami, non volevo. -
- Non ti preoccupare, non è colpa tua, sono io ad aver sbagliato tutto. -
Rimasero in silenzio, entrambi a sorseggiare la propria birra, Matias guardando per terra e Andrea guardandosi in torno in cerca di Manuele.
- Vado a cercarlo, vieni con me? -
- No, vai pure, io resto qui a bere un po'. -
- Ok, ma non esagerare. -
Si allontanò e iniziò a cercare Manuele. Lo trovò in fondo alla pista che conversava con i suoi compagni di squadra. Lo raggiunse e gli chiese:
- Tutto ok? -
- Si più o meno. -
- Perché hai quella faccia? Sembra ti sia morto il gatto, che è successo? -
- Guarda là. - rispose Manuele indicando un lettino poco più avanti. Distesi c'erano Lucas e Nicolas avvinghiati uno sopra l'altro, intenti a baciarsi. -
- Cazzo! - esclamò Andrea. - Ma si baciano davanti a tutti? Ma i tuoi compagni sanno di lui? -
- Beh se non lo sapevano, ora l'hanno appena scoperto. -
- E la cosa non gli interessa? -
- È talmente ubriaco che dubito si stia ponendo il problema. -
- Almeno avrà la scusa per giustificare quello che sta facendo. Ma se lo vede Mat saranno guai. -
- Dov'è? -
- L'ho lasciato al bar. -
- Ok, lo raggiungo, almeno cerco di non fargli vedere la scena. -
- Io vado a disturbare i due piccioncini, magari con me parlerà, dato che non lo fa con voi. - rispose Andrea.
Manuele si allontanò, mentre Andrea si avvicinò al lettino dove Lucas si stava strusciando con Nicolas.
Picchiettò con la mano sulla sua spalla, per richiamare la sua attenzione. Lucas si staccò dalle labbra di Nicolas e si girò a guardare chi lo stesse disturbando.
- Ah sei tu, che vuoi? - chiese il libero scocciato.
- Ciao Lucas, sono venuto a impedirti di fare qualche cazzata. -
- Lasciami in pace, non sto facendo niente di male. -
- Chi è questo? - chiese Nicolas, visibilmente arrabbiato.
Lucas si girò verso di lui e gli rispose:
- Nessuno amore, non ti preoccupare, lo mando via subito. -
- Amore? Ma ti ha dato di volta il cervello? Devi essere proprio ubriaco! -
- Si amore perché? Qualcosa non va? Tu come chiameresti il tuo ragazzo? -

SeventeenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora