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La designazione alle finali under 18 arrivò, come aveva previsto Michele, il giorno dopo. Matias era euforico, era dall'inizio della stagione che ci sperava. Tutto l'impegno che aveva messo in quell'anno veniva premiato. Era anche felice per un altro motivo, poteva mantenere l'impegno con Lucas; dopo le finali sarebbe uscito a cena con lui. Gli scrisse subito un messaggio:
12:24 "è ufficiale sei a a cena con me domenica sera"
La risposta del libero non tardò ad arrivare.
12:26 "non avevo dubbi, congratulazioni e... Non vedo l'ora ;-)"
Alla fine Lucas aveva vinto. Matias ancora non si spiegava come avesse fatto. Dall'essere etero era passato a uscire a cena con un minorenne. Era solo una cena, niente di più, ma si sentiva come un ragazzino in preda alla sua prima cotta adolescenziale, era la cosa più sbagliata che potesse fare, ma allo stesso tempo la più giusta. Sentiva di dover andare avanti, di vedere come si sarebbe sviluppata la loro conoscenza.
La cosa strana era che non aveva senso di colpa verso Emma, considerava la loro storia finita, avrebbe visto come andava con Lucas poi avrebbe chiuso la loro relazione.
Non aveva neanche pensato ad Andrea in quel momento. Con lui stava bene, ma non sentiva quello che provava quando stava con Lucas. Anche con lui avrebbe chiarito una volta visto gli sviluppi. Sognava una relazione con il libero, anche se aveva ancora molti dubbi, soprattutto per l'età, anche se caratterialmente sembrava molto più maturo. Ma non lo conosceva ancora bene, e voleva farsi un'idea più chiara.

La domenica arrivò presto. Matias si alzò alle 6:30, fece una doccia e si preparò a partire. Le finali si giocavano in un paese vicino, a circa mezz'ora di distanza. Salì in macchina e alle 8 era già davanti al palazzetto. La prima partita era alle 9:30 quindi arrivò in largo anticipo e si fermò in un bar vicino alla palestra a fare colazione. All'interno c'erano già gli altri 3 arbitri designati insieme a lui per le finali, Roberto, Vittoria e Alessia. Li salutò e si prese un cappuccino. Al momento era sereno, la tensione sarebbe arrivata più tardi. Finito di fare colazione uscì dal bar e si accese una sigaretta. Respirò l'aria del mattino e osservò le squadre arrivare al palazzetto. Finita la sigaretta si avviò insieme agli altri negli spogliatoi.
Il palazzetto iniziò a riempirsi di tifosi, genitori e appassionati. Le finali portavano sempre tanta gente e molti addetti ai lavori.
Matias iniziò a sentire la tensione. Avrebbe arbitrato la prima semifinale e iniziò a concentrarsi per fare del suo meglio.
Quando salì sul seggiolone era teso come una corda di violino, guardò Vittoria che gli faceva da secondo arbitro, si fecero un cenno e fischiò l'inizio dell'incontro.
Il pubblico si trovava alle sue spalle, quindi non vedeva chi c'era dietro di lui. Era sicuro ci fossero tutti gli arbitri della provincia, con il loro commissario in testa, ma non sapeva se Lucas fosse arrivato. Sperava di sì, ma decise di non lasciarsi influenzare, tanto sarebbe potuto stare con lui solo la sera, prima era impegnato con tutti gli alti arbitri e le partite.
La semifinale durò circa 2 ore, con il tiebreak che finì. 20-18. Una partita difficile e intensa, dove Matias e Vittoria sbagliarono poco o nulla. A fine partita si presero i complimenti di entrambe le squadre e tornò negli spogliatoi sfinito. Entrò il commissario degli arbitri.
- Complimenti ragazzi, ottima prestazione, nonostante il 3-2 avete avuto in pugno la partita. Certo qualche errore c'è stato, ma analizzeremo tutto con calma nei prossimi giorni. Ora riposatevi che dopo pranzo ci sono le finali da fare. -
Uscì e Matias tirò un sospiro di sollievo.
- È andata alla grande. - disse Vittoria.
- Si dai non ci possiamo lamentare, arbitrare con te è stato facile. -
- Ma lascia perdere, sei stato bravo anche senza di me. -
- Forse, ma con l'esperienza di un arbitro regionale al fianco è tutto più facile. -
- Modestamente. - ridacchiò Vittoria.
- Ora ti lascio cambiare e poi mi cambio io. - disse Matias che uscì dallo spogliatoio per permettere alla collega di vestirsi.
Si mise ad aspettare nel corridoio e intanto mandò un messaggio a Lucas.
11:55 "Dove sei? Vista la partita?"
11:57 "No, sono ancora a casa, i miei rompevano e non volevano che venissi alla palestra con il motorino, così mi accompagna mia mamma per le partite del pomeriggio."
11:58 "Ok allora ci vediamo dopo."
12:00 "Poi mi riaccompagni tu a casa?."
12:01 "Certo nessun problema."
Rientrò nello spogliatoio, si cambiò e salì sulle tribune per assistere al secondo match del giorno.
Finita la seconda partita andarono tutti a pranzo in un ristorante vicino al palazzetto. Il clima era sereno e il gruppo di arbitri mangiò tranquillamente ridendo e scherzando. Stavano tutti attendendo di sapere chi avrebbe fatto la finale.
Al momento dei caffè, il commissario prese la parola.
- Allora, viste le partite di questa mattina direi che la finale terzo-quarto posto la faranno Vittoria da primo arbitro e Roberto da secondo, mentre la finale primo-secondo posto la faranno Alessia da secondo e Matias da primo.
Gli arbitri applaudirono e si complimentarono con i 4, Matias non stava nella pelle, avrebbe arbitrato la finale. Era riuscito a raggiungere l'obiettivo che si era prefissato a inizio anno. Era felicissimo e ripensò alle 60 partite che aveva diretto durante tutto l'anno, ai sacrifici fatti, solo per quel momento. Certo non sarebbe stato facile, la tensione si sarebbe fatta sentire, ma lui viveva per quei momenti, per quei brividi che solo certe partite poteva dare.
Tornarono al palazzetto e mentre Roberto e Vittoria si preparavano per la prima finale, Matias iniziò a concentrarsi per la sua partita. Rimase nello spogliatoio a lungo, con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare musica, ripassando il regolamento.

Alle 16:40 entrò in campo. Le tribune era piene, rumorose e festanti. Guardò in alto cercando di vedere chi ci fosse, ma era troppo lontano per riuscire a distinguere bene i volti. Sperò che Lucas fosse già lì a vederlo e iniziò il protocollo di gara.
Non riuscì a vederlo, ma vide Emma, che si era presentata al palazzetto per guardarlo. Quando i loro occhi si incrociarono, lei alzò una mano e gli fece un caloroso saluto. Lui le sorrise, anche se la cosa lo preoccupava. Perché era lì? Avrebbe rovinato la sua serata? Scacciò via i pensieri negativi e si preparò ad arbitrare.
Non fu una partita facile, Matias la arbitrò con polso e decisione, ci furono alcune proteste che dovette fermare con alcuni cartellini. Ma era convinto delle decisioni prese e i cartellini mostrati calmarono le due squadre, che alla fine smisero di protestare e ripresero a comportarsi correttamente. Anche mostrare un cartellino era sintomo di sicurezza, quella che stava mostrando a tutti Matias dal seggiolone.
La partita finì tra glia applausi del pubblico. Matias scese dal seggiolone, strinse la mano ad Alessia e insieme salutarono le squadre. Si recarono negli spogliatoi e si buttarono letteralmente sulla panchina. Si guardarono sorridenti e si abbracciarono. Alla fine era andato tutto bene.
Entrarono anche gli altri arbitri che si complimentarono con loro e anche il loro commissario, per quanto non disse niente, si vedeva che era soddisfatto. Alessia si cambiò e uscì dallo spogliatoio insieme agli altri e Matias decise di farsi una doccia.
Mentre si trovava sotto l'acqua ripensava alla partita e a Lucas. Chissà se l'aveva visto, lo avrebbe scoperto appena uscito da lì, o magari sarebbe entrato nello spogliatoio come aveva fatto già altre volte, addirittura la prima volta che neanche si conoscevano. Sorrise a quel pensiero, a lui imbarazzato che era stato costretto a mostrargli il sedere. Se l'avesse visto adesso, non si sarebbe coperto in tutta fretta, pensò.
Lucas non entrò nello spogliatoio, così Matias fini di prepararsi e uscì. Non l'aveva ancora visto, l'avrebbe cercato e chiamato al cellulare. Decise di portare il borsone in macchina poi avrebbe provato a cercarlo. Uscì dal palazzetto girò l'angolo e si diresse verso la macchina, nascosta dietro il palazzetto. Aprì il portellone, appoggiò la borsa e lo richiuse. Fece in tempo a girarsi che Lucas fece un salto e lo colpì con tutto il suo peso addosso. Lo abbracciò e strinse le sue braccia intorno al suo collo, le sue gambe andarono ad avvinghiarlo nel busto, e senza pensarci un secondo le sue labbra andarono a scontrarsi con quelle di Matias.
Non si accorsero, che in quello stesso istante, Emma aveva girato l'angolo e aveva assistito a tutta la scena.

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