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Rimase in silenzio, Matias lo osservava, nervoso e alterato, non capiva perché Lucas aveva rinunciato a lui senza combattere e voleva una spiegazione.
Lucas restava in silenzio, i gomiti sulle ginocchia, la testa china e gli occhi a fissare i lacci delle scarpe.
- Allora? Vuoi rispondermi? - ruppe il silenzio Matias.
Lucas alzò lo sguardo imbarazzato, lo fissò un momento negli occhi per poi riabbassare la testa, quasi mortificato.
- Non... Non è facile da spiegare. -
- Beh se rimani in silenzio direi proprio di no. Che ne dici di provare a spiegarti? -
- Ecco... Insomma... Io... -
- Ti prego parla, dimmi che non ho buttato la mia relazione per niente. -
- Vedi, quella sera... Ecco io, sì insomma io sono minorenne. -
- Credi che non lo sappia? Hai idea di quante paranoie mentali mi sono fatto per questo motivo?
Credi che sia stato facile ammettere di essermi preso una cotta per un bambino? Ho anche provato ad allontanarti, ma non ci sono riuscito, comparivi sempre a ricordarmi che c'eri, che esistevi, nella mia mente e... e nel mio cuore! - disse le ultime parole in un sospiro.
Lucas rialzò la testa e lo guardò colpito dall'ultima frase. Aveva gli occhi lucidi e il sorriso sconsolato.
- Anche per me è così... dal primo giorno che ti ho visto in negozio. -
- E allora perché non vuoi provarci? -
Si inginocchiò davanti a lui e gli sollevò il mento con la mano per incastonare i suoi occhi con quelli del libero.
Si guardarono un istante lunghissimo, intorno solo il rumore dei loro respiri, perché era tutto così maledettamente difficile, pensò Lucas, perché non lo bacio, era invece il pensiero di Matias.
Il libero finalmente aprì la bocca e si decise a parlare.
- Ecco, io... Nessuno sa di me, a parte alcuni miei compagni, e in casa so che i miei non accetterebbero la cosa, e lei... ha minacciato di dire tutto a mia madre... e di denunciarti perché sono minorenne. -
Matias smise di respirare, la testa girava come una trottola, Lucas l'aveva allontanato per proteggerlo e per proteggersi.
- E allora hai pensato che sarebbe stato meglio per noi starci alla larga. -
- Si. -
- E non hai pensato a noi? Non hai pensato a quello che avrei potuto pensare? -
Ormai parlavano sottovoce, Matias si era tranquillizzato, mentre Lucas era sconsolato.
- Si, ci ho pensato, ma quale alternativa avevo? -
- Provare a spiegarmi la situazione. -
- Si forse avrei dovuto, ma ero terrorizzato. -
- Sai qual'è la cosa che più mi fa male? Che non hai avuto fiducia in me, che potevamo provare a risolvere la situazione insieme, se me l'avessi detto non avresti dovuto fare quello che hai fatto, avrei capito. -
- Mi sembrava la soluzione migliore. -
- E cosa ha portato questa tua scelta? A niente, solo a tanta sofferenza. -
- Ora lo so. -
Si guardarono ancora poi Lucas riprese a parlare.
- Ora che faremo? -
Matias sorrise, un sorriso dolce e tenero.
- Ora ci penseremo, o meglio ci penserai, perché stavolta sono io a dirtelo, so quello che voglio, e quello che voglio sei tu. -
- Anche per me è lo stesso. -
Matias sorrise di nuovo, ma stavolta era un sorriso di gioia, il suo cuore batteva all'impazzata a sentire quelle parole.
- Sei bellissimo. - disse l'arbitro. - E avrei tanta voglia di baciarti. -
- Anche io. -
Si guardarono e le loro labbra si unirono in un lento bacio. Si gustarono il momento mentre le loro lingue e la loro saliva si mischiavano lentamente. Assaporarono entrambi il sapore dell'altro e quando si staccarono i loro occhi si incrociarono. Rimasero a osservarsi per un po', poi Matias appoggiò la sua fronte sulla spalla di Lucas e disse:
- Avrei una fottuta voglia di far l'amore con te, ma non posso. -
- Pe... Perché? -
- Perché non sei il mio ragazzo, perché non è così che immagino la nostra prima volta insieme, perché prima voglio conoscerti e viverti, perché ancora non hai accettato il mio invito a cena. -
- Mi stai nuovamente invitando a cena? -
- Si. -
- E come faremo per tutto il resto? -
- Emma è dai suoi genitori, nessuno lo scoprirà mai, dammi almeno una possibilità, riusciremo a risolvere tutti i problemi, con calma, non so come, ma ti giuro che ce la faremo. -
- Ok... -
- Ok cosa? -
- Ok, accetto il tuo invito. -
Matias alzò la testa dalla spalla di Lucas e lo guardò.
- Domani sera? -
- Domani sera. - rispose il più piccolo.
- Ottimo! -
Si alzarono e Matias accompagnò Lucas alla porta. Lo strinse in vita, lo guardò e poi aprì la porta. Il libero fece per uscire, poi si girò, si sollevò in punta di piedi e lasciò un leggere bacio sulle labbra del più grande, prima di rigirarsi e andare via.

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