Il ballo si svolgeva all'interno della palestra scolastica addobbata per l'occasione. Davanti all'ingresso c'erano alcuni studenti addetti al controllo dei biglietti e al guardaroba, semi deserto, dato che essendo ormai estate, in pochi si erano portati giacche per coprirsi. Una volta dentro si poteva notare il grosso palco in fondo alla sala, dove un dj metteva la musica del momento. Sulla sinistra c'erano i tavoli dove erano appoggiati i vari drink in una sorta di bar self-service, mentre dalla parte opposta si trovavano tavoli e sedie per chi non voleva ballare.
I tre ragazzi entrarono e rimasero un attimo fermi a studiare la situazione. Matias si sentiva totalmente fuori luogo, non era più abituato a vedere così tanti liceali, la frequentazione di Lucas, l'aveva riportato indietro nel tempo.
L'unico che potava dirsi a suo agio era Manuele, ma era ancora imbarazzato per essersi fatto scoprire da Andrea, prima di andare alla festa e manteneva sul volto, il broncio che aveva messo in macchina.
Andrea, invece, era euforico, non sapeva neanche lui, il perché; se per il fatto di essere a una festa, o se per il seguito che avrebbe dato al ballo: la proposta di Manuele, di passare la notte con lui, era un chiodo fisso nella sua mente.
Al centro della sala, diversi ragazzi ballavano al ritmo della musica, muovendosi e dimenandosi, strusciandosi e facendo strani gesti assurdi, che fecero sorridere Matias. Chissà se ero così idiota anche io a quell'età, pensò, mentre osservava tre ragazzi intenti a ballare, facendo le mosse più stupide che avesse mai visto.
- Andiamo a ballare? - disse Andrea agli altri due, cercando di sovrastare con la sua voce, la musica assordante.
- Non mi va! - rispose Manuele ancora di cattivo umore.
- Io non vengo, andate voi. - rispose Matias, incantato mentre guardava la pista, alla ricerca di Lucas.
Andrea prese il braccio di Manuele e senza tante cerimonie, lo trascinò verso la pista.
- Ehi, ma che fai? - disse il giovane colto di sorpresa.
- Vieni, forza! Ho voglia di ballare e non voglio farlo da solo. -
- Ma io non ho voglia. - rispose Manuele, lasciandosi trascinare, opponendo con il corpo solo una leggera resistenza.
- Andiamo, dai che ci divertiamo! E togliti quel broncio dalla faccia, non ti sta bene per niente. - replicò Andrea sorridendo e facendogli l'occhiolino.
Manuele sbuffò e lo segui in pista, controvoglia.
Matias sorrise guardando la scena e si avvicinò al tavolo delle bevande per prendere qualcosa. Non voleva ubriacarsi stavolta, voleva restare lucido. Avrebbe tentato, l'ultima volta, un approccio con Lucas, e se le cose fossero andate male, avrebbe voltato pagina.
Si servì un cocktail alla frutta, leggermente alcolico e attraversò il salone per andare a sedersi in un tavolino. Mentre passava, cercava con lo sguardo, tracce del libero, ma non lo trovò, probabilmente doveva ancora arrivare. Notò invece i suoi due amici; Andrea ballava, facendo il buffone, si strusciava su Manuele, gli prendeva la mano e lo faceva piroettare, completamente fuori musica. Il più piccolo, in compenso, aveva finalmente cominciato a ridere e ora dava segni di essersi ripreso dal malumore. È questo l'effetto che fa a tutti, pensò Matias, riguardo Andrea. L'amico aveva la capacità di far sorridere anche la persona più disperata, un potente antidepressivo naturale.
Si mise comodo a guardare i ragazzi ballare, mentre con la coda dell'occhio, stava attento all'ingresso della sala. Voleva trovare Lucas, parlargli e fare la pace con lui.Passò circa una mezz'ora, prima di vederlo entrare in palestra. Era accompagnato dal suo nuovo ragazzo, Nicolas, che lo teneva per mano. Indossava una maglietta aderente, che faceva risaltare il suo fisico magro. Troppo magro, a dire il vero, sembrava che il libero avesse perso alcuni chili, dall'ultima volta che l'aveva visto. Il suo cuore perse un battito, quando notò Nicolas stringerlo a se, poggiando un braccio sulle sue spalle.
Diede un sorso alla sua bibita e li osservò entrare, cercando di non farsi notare. Voleva guardarlo senza farsi scoprire, sperava che lui non lo notasse, così avrebbe potuto avvicinarsi a lui di sorpresa; era l'unico modo per convincerlo ad ascoltarlo, o almeno così credeva. Spostò leggermente la sedia più indietro, per nascondersi nella penombra, e avere comunque modo di osservare i suoi movimenti.Rimase in attesa per più di un'ora. I suoi amici erano ancora in pista, Manuele ormai rideva e scherzava con Andrea, il malumore solo un brutto ricordo. Lui era già al terzo drink, ma il cocktail era così leggero che era ancora abbastanza lucido. Anche Lucas aveva bevuto diversi drink, aveva notato, spiandolo, e sembrava tranquillo e ignaro del fatto che lui fosse lì. Nicolas, mentre ballavano, non perdeva occasione per stringere il libero a se, gli lasciava dei baci sulle labbra e gli strusciava il bacino dietro al culo, facendoglielo sentire.
Matias ribolliva di rabbia, ma non si mosse dalla sedia, se non per andare a riempire il suo bicchiere e sempre quando era sicuro che Lucas o il suo ragazzo non potessero vederlo.L'occasione gli si presentò davanti, quando vide Lucas allontanarsi da Nicolas, dopo avergli dato un bacio sulle labbra. Il libero si girò e si diresse verso una porta laterale. Matias scattò in piedi, attraversò velocemente la sala e si diresse verso la porta, rimanendo a debita distanza.
Lo seguì attraverso il corridoio, fino a che non scomparve alla sua vista girando un angolo.
Si precipitò in quella direzione, girò l'angolo anche lui e non lo trovò. Rimase un attimo in piedi imbambolato. Non riusciva a capire dove potesse essere finito il suo ex ragazzo. Poi riprese camminare lentamente per il corridoio, fino a che non notò una targa sopra una porta: il bagno. Lucas doveva essere lì.
Aprì la porta lentamente, nell'antibagno non c'era nessuno, entrò e con passi felpati iniziò a cercarlo.
Le porte dei bagni erano tutte aperte tranne una. Matias si avvicinò e appoggiò l'orecchio al legno della porta; rumore di pipì che cadeva nel water.
Si inginocchiò e guardò sotto alla porta. Le scarpe erano quelle di Lucas. Sorrise e si alzò in piedi.
Fece un respiro profondo, attese di sentire che il rumore di sottofondo di pipì finisse e poi l'aprì. Fortunatamente non era chiusa a chiave.
- Occupato... - disse il libero quando sentì la porta spalancarsi dietro di lui.
Matias entrò e richiuse velocemente l'apertura alle sue spalle, prese il libero per i fianchi e lo girò verso di se.
- Ma chi cazz... - urlò il ragazzo, sorpreso e spaventato.
Appena vide Matias sgranò gli occhi dalla sorpresa e riprese a parlare:
- Ma tu che cosa ci fa...-
Non ebbe il tempo di finire la frase che le labbra di Matias si andarono a scontrare con le sue. Il più grande intanto aveva spostato una sua mano dietro la testa del più piccolo. Spinse le sue labbra ancora più forte e con la lingua chiese accesso alla bocca di Lucas, ancora visibilmente frastornato e agitato.
La resistenza iniziale fece posto alla passione latente.
Lucas chiuse gli occhi e aprì la bocca facendo scivolare fuori la lingua che iniziò a vorticare velocemente con quella di Matias, che intanto aveva schiacciato il corpo del più piccolo contro il muro.
Si baciarono per qualche secondo, poi il più grande si staccò con uno schiocco sonoro dalle labbra del giovane. Lo guardò, penetrandolo con lo sguardo, riprese fiato e disse:
- Dimmi che questo bacio non ti ha provocato niente! Dimmi che questo bacio non ha significato niente e me ne andrò subito, mi volterò e non mi vedrai mai più. - la voce alta e tremante e il cuore che batteva all'impazzata.
Il più piccolo lo osservava con occhi vacui, la bocca spalancata.
- Dillo! - riprese Matias. - Dillo e non ti disturberò più! E potrai vivere la tua storia d'amore con quello di là. Ma fino a che non sentirò dalla tua bocca che non vuoi più saperne di me, sappi che non mollerò un attimo e proverò con ogni mezzo a riconquistarti. -
- Non... Non posso... - disse sottovoce Lucas.
- Cosa? - chiese Matias, convinto di non aver capito.
Lucas si schiarì la voce e rispose nuovamente:
- Non... Non posso! -
Matias trattenne a stento il sorriso che si stava formando sulla sua faccia. Lo guardò dolcemente poi aprì la bocca, mostrando i denti, non riuscendo più a contenere l'esaltazione.
- Lo sapevo. - disse. - Non puoi perché sei nella mia stessa condizione. - continuò convinto. - Io ti amo, e se ancora ci capisco qualcosa, mi ami anche tu.
So di averti fatto soffrire, ma ti giuro che tra me e Manuele non c'è stato niente, finalmente riesco a dirtelo a voce. -
Lucas lo guardava ancora in stato di trance, gli occhi lucidi per l'emozione.
- Pensaci, e se vorrai, io ti aspetterò! Domani sera! Dove ci siamo conosciuti! Se non ci sarai, capirò e le nostre strade si divideranno. Non ti disturberò più, e potrai vivere la tua vita, ma se così non è, allora dammi una possibilità, di viverti, e di amarti, perché è solo questo che voglio nella mia vita. -
Una lacrima scese sulla guancia di Lucas, Matias non ci pensò su e la prese con le labbra. Poi spostò la sua bocca su quella del libero, lasciandogli un dolce bacio salato. Sorrise, finalmente sereno dopo tanti giorni, aprì la porta del piccolo bagno e uscì senza dare la possibilità al giovane di replicare.
Si era giocato le sue carte, ora era tutto in mano a Lucas. E il suo cuore sperava fortemente che facesse la scelta giusta.
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Seventeen
RomanceMatias ha 26 anni, fa un lavoro che non ama e vive con la sua ragazza da 6 anni. I due sono in crisi e gli unici momenti di serenità sono quando va ad arbitrare le partite di pallavolo, sport che ama. Tutto cambia quando nel negozio dove lavora ent...