Il cellulare vibrava incessantemente dentro la sua tasca dei jeans. Sarà qualche call-center pensò Matias che non gli diede peso e continuò a sbancalare la merce arrivata quella mattina in negozio con il camion. Il telefono smise di vibrare, poi ricominciò dopo neanche trenta secondi. Questa volta lo prese dalla tasca e guardò il display. Un numero con prefisso della sua città. Si spostò velocemente in magazzino e spinse il pulsante verde di risposta.
- Pronto. -
- Pronto salve, parlo con il signor Matias? -
- Si chi parla? -
- Salve chiamo dall'ospedale, volevo avvisarla che la sua compagna la signorina Emma è ricoverata presso di noi. -
- Come scusi? Ricoverata? -
- Si, c'è stato un incidente questa mattina e la signorina è stata portata da noi. -
- Sta bene? - la voce di Matias era preoccupata.
- Stiamo facendo ancora delle verifiche, al momento è di là con i medici. -
- Arrivo subito. -
Chiuse la chiamata e corse verso il box informazioni del negozio. Parlò con il direttore che gli diede subito il nulla osta per lasciare il lavoro e andare all'ospedale.
Matias corse in macchina, accese il motore e sgommò nel parcheggio dello store, cercando di fare il prima possibile. Il primo pensiero era per Emma. Sperava stesse bene, l'infermiere al telefono era stato piuttosto vago, poi si ricordò che la sua compagna aspettava il loro bambino. L'aveva rimosso, i tempi erano ancora lunghi e la pancia di Emma non aveva ancora iniziato a ingrossarsi, quindi delle volte dimenticava che era incinta.
Arrivò all'ospedale un quarto d'ora dopo. Parcheggio e si precipitò su per le scale del pronto soccorso. Appena arrivato si diresse nella stanza che gli era stata indicata dall'infermiera all'inizio del corridoio. Entrò nella camera. Odore di disinfettante e un bip costante facevano compagnia alla ragazza che stava sul letto. Dormiva beatamente e Matias tirò un sospiro di sollievo. Uscì dalla stanza cercando di non fare rumore e tornò al box dove si trovava l'infermiera.
- Salve, sono il compagno della ragazza appena ricoverata per l'incidente stradale. Come sta? È possibile parlare con qualcuno? -
L'infermiera alzò lo sguardo dalle carte che teneva in mano.
- Un attimo solo, le chiamo il medico. -
Pochi minuti dopo comparve un signore brizzolato, in camice bianco che si avvicinava a lui.
- Lei è il dottore? - chiese Lucas con urgenza nella voce. -
- Salve, si sono io, piacere, sono il dottor Rossini. -
- Salve dottore. - Matias gli strinse la mano. - Allora mi dica come sta? -
- I parametri vitali sono buoni, la signora è rimasta sempre cosciente, ha preso una bella botta, ha una gamba fratturata e qualche ematoma lungo il corpo, ma è fuori pericolo, nel giro di pochi giorni tornerà a posto, a parte la gamba che abbiamo dovuto ingessare. -
Matias tirò un sospiro di sollievo.
- E il bambino? Come sta il bambino? La prego mi dica che sta bene anche lui. -
- Bambino? Quale bambino? -
- Dottore, la mia ragazza è incinta! -
- Oh no, signore, si sbaglia! Le analisi del sangue non hanno riportato niente. -
- Ma come è possibile? -
- Si, può star tranquillo, nessun bambino. -
- Ma ne è sicuro? -
- Al 100% -
Matias ebbe un giramento di testa, non ci stava capendo più niente.
- Ma lei mi aveva detto di aspettare un bambino, nostro figlio. -
- Signore non c'è nessun bambino, magari la signora ha fatto il test, ma non sempre danno risultati certi, avrebbe dovuto fare un controllo da un ginecologo per essere sicura, ma si fidi, la sua ragazza non è incinta. -
- Gra...grazie dottore. -
- Si figuri, se vuole può vedere la paziente, è già in camera. -
- Oh sì grazie, sono passato poco fa e stava dormendo. -
Si salutarono e Matias andò nella sala d'aspetto. Era deserta a parte una signora anziana e una mamma che stava scartando una merendina da dare a suo figlio.
Si buttò a peso morto su una sedia e si prese la testa fra le mani.
Emma non era incinta, non sarebbe diventato padre, tutto il mondo che si era costruito stava crollando. Non si spiegava come mai Emma non fosse andata a fare una visita di controllo per essere sicura di essere incinta, doveva essere una cosa logica, invece lei si era affidata semplicemente al test di gravidanza. Poi capì tutto. Ricordò quando Emma gli disse di essere in dolce attesa, era quando lui aveva provato a lasciarla. Aveva detto di essere incinta solo per non farsi lasciare? Il tarlo del dubbio si insinuò nella sua testa, ma più ci pensava è più era sicuro: era stata l'ultima mossa disperata per non farsi allontanare, l'unico motivo valido per convincerlo a restare con lei.
La rabbia montò in lui, avrebbe voluto entrare nella camera, svegliarla e mandarla a quel paese, stava rovinando la sua vita e si stava prendendo gioco di lui nel modo più subdolo, facendo leva sul suo senso di colpa, sul fatto che lui non avrebbe mai abbandonato il suo bambino così come aveva fatto suo padre con lui.
Restò in sala d'aspetto a riflettere. Ora aveva capito perché Lucas non voleva stare con lui, Emma doveva avergli detto di essere incinta e lui si era tirato indietro. Si rese conto di quanto quel ragazzino fosse meraviglioso. Certo ancora non capiva perché aveva dovuto fare sesso con i suoi compagni per convincerlo, sarebbe stato sufficiente spiegargli il motivo e lui avrebbe compreso e l'avrebbe apprezzato pure di più. Ma ora non c'era più nessun ostacolo da superare. Avrebbe lasciato Emma e sarebbe corso da Lucas, avrebbero finalmente potuto conoscersi e se le cose fossero andate male, almeno non avrebbe avuto rimpianti. Si aveva deciso. Appena sveglia, l'avrebbe lasciata.
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Seventeen
RomanceMatias ha 26 anni, fa un lavoro che non ama e vive con la sua ragazza da 6 anni. I due sono in crisi e gli unici momenti di serenità sono quando va ad arbitrare le partite di pallavolo, sport che ama. Tutto cambia quando nel negozio dove lavora ent...