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Chiusa la telefonata con Andrea, Matias chiamò subito Lucas. Il telefono squillava, ma il libero non rispondeva. Provò altre 3 volte, poi rinunciò. Era agitato, sapeva di aver fatto una cazzata e voleva rimediare il prima possibile. Decise di scrivergli un messaggio.
11:05 "Ciao Lucas, avrei bisogno di parlarti, puoi rispondere al telefono, o magari possiamo vederci? Ti prego, devo darti delle spiegazioni."
Inviò il messaggio e provò nuovamente a chiamarlo. Niente da fare, stavolta c'era la segreteria telefonica ad avvisarlo che molto probabilmente Lucas aveva spento il cellulare.
Il suo stato di agitazione si trasformò subito in disperazione. Aveva combinato una cazzata, per una scopata rischiava di mandare all'aria l'unica cosa che in quel momento contava per lui.
Uscì in terrazzo per accendersi una sigaretta, poi si ricordò di essere ancora nudo e che Emma non c'era, quindi ritornò in salotto e si accese la sigaretta dentro casa. Un altro gesto di libertà che però in quel momento non riusciva proprio ad apprezzare. Doveva far qualcosa, doveva rimediare per non mandare a puttane tutto, ma come?
Decise che sarebbe andato sotto casa di Lucas ad aspettarlo e che l'avrebbe intercettato prima che rientrasse, gli avrebbe spiegato tutto e sicuramente lui avrebbe capito. Magari non sarebbero andati a cena quella sera, ma potevano posticipare al giorno seguente.
Il beep di una mail lo riscosse dai suoi pensieri. Riprese il cellulare in mano e lesse il mittente della mail. Era della federazione. Una partita da arbitrare. Bestemmiò ad alta voce, ci mancava solo una partita, che avrebbe sicuramente mandato a puttane i suoi piani.
Aprì la mail ed esultò stringendo il pugno in aria. Stavolta il destino era stato benevolo, la partita era dei Tiger. Avrebbe arbitrato Lucas. Cosa poteva chiedere di più. Era l'occasione giusta per incontrarlo e parlare con lui. Avrebbe chiarito tutto, gli avrebbe raccontato ogni singola cosa e gli avrebbe chiesto un'occasione per dimostrargli che teneva a lui.
Accettò la partita e iniziò a pensare al discorso che avrebbe dovuto fare per convincere Lucas che era la persona adatta a lui.

La giornata passò lentamente, Tra qualche programma tv, qualche sigaretta di troppo e il costante pensiero di quello che avrebbe fatto quella sera. Decise di farsi un'altra doccia, voleva essere perfetto, bello, pulito e profumato. Entrò nella doccia e passò un'ora a lavarsi, poi uscì e passò un'altra mezz'ora a sistemarsi i capelli. Si vestì indossando una maglietta a maniche corte aderente e dei jeans stretti. Sembrava dovesse andare a ballare invece che ad arbitrare.
Ormai la stagione agonistica stava finendo e fuori era caldo, i primi stabilimenti balneari avevano già aperto, Matias sognava già di fare il bagno al mare, magari di notte, nudo con Lucas tra le braccia. Il pensiero glielo fece diventare duro e infilò la mano nelle mutande per sistemarsi il pene che stringeva nelle mutande.
Uscì di casa a un'ora e mezza dall'inizio della partita e in un quarto d'ora raggiunse il palazzetto. Fece un respiro profondo e si preparo mentalmente all'incontro con Lucas.
Entrò nel palazzetto e con lo sguardo andò subito a cercare il libero. Non c'era nessuno probabilmente le due squadre erano ancora negli spogliatoi. Raggiunse il suo e appoggiò il borsone nella panchina, poi andò in bagno per ricontrollarsi allo specchio.
Rientrò in campo e andò a salutare i due allenatori. Scambiò quattro chiacchiere con loro e prese i documenti. Rientrò negli spogliatoi e controllò tutta la documentazione, soffermandosi più del necessario sulla carta d'identità di Lucas. Nella foto sembrava ancora un bambino, e in fondo lo era ancora. Ma lo voleva, ormai era deciso a conquistarlo. Chiamò la squadra ospite e fece il riconoscimento. Solitamente si controllava prima la squadra di casa, ma voleva darsi ancora un po' di tempo per quando avrebbe rivisto Lucas.
Chiamo i Tiger che arrivarono nel suo spogliatoio. Cercò con lo sguardo Lucas, che invece evitava di proposito il suo sguardo. Iniziò a chiamare i giocatori e quando arrivò il momento del libero, i due si guardarono. Lucas aveva uno sguardo deluso, disse il suo nome e il numero di maglia e si girò in tutta fretta, tenendo la testa abbassata. Matias deglutì, fece un respiro profondo e continuò il riconoscimento degli altri giocatori, soffermandosi a guardare in cagnesco Denis e Nicolas, che sorridevano compiaciuti.

La partita fu dura, un 3-2 tirato e con parziali dei set molto ravvicinati. Era normale, ormai erano le semifinali promozione, le squadre si giocavano la vittoria del campionato con la possibilità di essere promossi serie D. Vinsero i Tiger e Matias riuscì a portare a casa la partita senza particolari problemi.
Durante tutto il match cercò più volte di incrociare il suo sguardo con quello di Lucas, che invece evitava di proposito di girare i suoi occhi verso il seggiolone dove si trovava l'arbitro.
Finito l'incontro tornò negli spogliatoi, si spogliò nudo velocemente ed entrò in doccia. Voleva aspettare Lucas vicino al suo motorino per provare a parlargli, a spiegargli quello che era successo, a scusarsi con lui. In cuor suo sperava che Lucas entrasse, come spesso era successo nel suo spogliatoio, ma sapeva che non sarebbe accaduto.
Si lavò velocemente, uscì dalla doccia e si rivestì.
Lasciò lo spogliatoio e si diresse verso la porta di uscita. Raggiunse la macchina dietro il palazzetto e appoggiò il borsone in macchina. Mentre stava per girare l'angolo per raggiungere il motorino di Lucas sentì delle voci. Si avvicinò e da dietro l'angolo e si sporse per vedere chi fosse. C'erano i giocatori dei Tiger che parlavano tese le orecchie per sentire cosa si stessero dicendo.
- Allora ragazzi andiamo alla festa in spiaggia al Sunsea? Chi ci sta? -
- Per me ok. -
- Anche per me va bene. -
- Io ci sono. -
- Contate anche me, giusto il tempo di lasciare la borsa a casa e vi raggiungo. -
- Io ragazzi non ho molta voglia, vado a casa. -
Matias riconobbe la voce di Lucas e sorrise, avrebbe avuto la possibilità di intercettarlo e parlare con lui.
- Ma no Lucas, devi assolutamente venire, non fare l'asociale. -
Riconobbe anche questa voce, era quella di Nicolas.
- Non so ragazzi, è che non mi sento in forma e non sono dell'umore adatto. -
- Tu vieni con noi. - intervenne Denis - Dobbiamo festeggiare il passaggio del turno. -
- Mmm, ok, ma giusto un salto, mi bevo qualcosa e poi vado a casa. -
- Perfetto. - disse entusiasta Nicolas. - Andiamo. -
Matias imprecò mentalmente, se Lucas andava alla festa non avrebbe avuto modo di parlare con lui. Non gli restava che una soluzione: andare alla festa in spiaggia anche lui.

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