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Lucas rientrò in casa alle 4 del mattino. Nella testa l'immagine fissa di Matias disperato, in ginocchio davanti a lui che piangeva. Aveva mal di stomaco e il groppo in gola che non se ne andava. Entrò in cucina per bere un goccio d'acqua, la sbornia era praticamente passata. Fece scorrere l'acqua dal lavandino, poi ci mise sotto il bicchiere per riempirlo. Bevve lunghi sorsi e riappoggiò il bicchiere sul lavello. Si girò e trovò sua madre, Elena, che lo guardava, appoggiata allo stipite della porta.
- Mamma! Che ci fai ancora sveglia? -
- Ciao tesoro, ti ho sentito entrare e sono scesa per vedere se era tutto ok. Divertito? -
- Mmm... Si... Insomma... Non molto... Una serata come tante altre... -
- Sicuro? Hai la faccia così scura. -
- Si mamma, niente di cui preoccuparsi. -
La madre annuì.
- Torno a letto, vai a dormire anche tu, è tardi. -
- Ok. -
La mamma si girò, per uscire dalla stanza.
- Mamma... -
La donna si girò verso il figlio.
- Si tesoro? -
- Se una persona ti fa un torto, ma poi scopri che quel torto non forse non c'era, ma tu hai comunque il dubbio che invece possa esserci stato, come ti comporteresti? Lo perdoneresti? -
La donna si girò e tornò sui propri passi, rientrando in cucina e si mise a sedere sullo sgabello del bancone.
- È un po' contorta come cosa, spiegati meglio. In pratica qualcuno ti ha fatto un torto, tu ti sei arrabbiato, ma ora hai il dubbio che invece non ti abbia fatto quel torto? -
- Ehm... Si! -
- E questo dubbio da cosa deriva? -
- Beh, una persona vicino a chi mi ha fatto del male mi ha detto che non è successo niente, ma io ho ancora il dubbio. -
- Hai parlato con chi ti ha trattato male? -
- Si... No... Cioè... Ci ha provato, ma non ho voluto ascoltare. -
- Se non ascolti le sue spiegazioni, come fai a capire se dice la verità o mente? -
- Ecco io... È che ero così arrabbiato che non ho voluto sentire ragioni. -
- Non so cosa sia successo, ma io ascolterei cosa ha da dire, poi magari non tornerei indietro, ma almeno una chance dovresti dargliela. -
- È che ho paura... E se poi ho ragione io? Ci rimarrei pure più male. -
- Forse. Ma comunque avresti sempre il tarlo in testa. Delle volte ci facciamo film che non esistono, e i nostri peggiori nemici siamo proprio noi stessi. -
Lucas rimase a riflettere, aggrottando la fronte e tamburellando con le dita sul tavolo.
- Tesoro? -
Il libero si riscosse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo.
- Si, mamma? -
- È stato un ragazzo a farti del male? -
Lucas sgranò gli occhi, come poteva aver scoperto tutto? Eppure era sempre stato attento. Cercava di non lasciare nessun indizio sulla sua omosessualità, aveva forse dimenticato di cancellare la cronologia sul browser?
- Ma... Ma come ti viene in mente? Certo che no! -
Elena prese la mano del figlio tra le sue e lo guardò negli occhi.
- Amore, se sei gay, per me non è un problema, l'importante è che chi ti sta accanto si prenda cura di te. -
Lucas deglutì, e gli occhi si riempirono di lacrime. La madre riprese a parlare:
- Amore, qualunque cosa tu faccia, a me sta bene, purché ti comporti sempre come ti abbiamo insegnato, con i valori della nostra famiglia. -
Il libero iniziò a piangere sommessamente, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere dalla madre, pensava non avrebbe mai potuto capire.
- Come hai fatto a scoprirlo? -
- Tesoro, sono tua mamma, certe cose le capisco. E poi ti sei fregato prima, quando hai detto persona, al femminile e poi mi hai chiesto "lo perdoneresti?" -
Lucas sorrise tra le lacrime, e corse ad abbracciare la mamma, anche lei commossa. Restarono lì senza dire niente per alcuni minuti, poi lei lo prese per le spalle e lo guardò negli occhi:
- È ora di andare a dormire, rifletti su quello che vuoi fare, qualunque cosa farai io ti starò vicino. -
- Grazie mamma. - rispose Lucas passandosi una mano sugli occhi per asciugare le lacrime. - Non vuoi sapere chi è? -
- No, mi fido del tuo giudizio. Solo una cosa: lo ami? -
- Si, mamma! -
- Allora prima di chiudere la porta, senti almeno cosa ha da dirti. -
Baciò il figlio sulla guancia e tornò a dormire. Lucas rimase in cucina, a riflettere sul casino che aveva combinato.

Andrea e Manuele accompagnarono in casa Matias, che dalla spiaggia non aveva più detto una parola. Non aveva fatto altro che piangere silenziosamente.
Lo portarono in camera, lo spogliarono e lo misero a letto. Restarono con lui fino a che non si addormentò, sfinito da tutte le lacrime versate, poi andarono ad accomodarsi in salotto.
Andrea sbuffò appena appoggiò il culo sul divano.
- Dio che serata! -
- Già, peggio di così non poteva andare. - rispose Manuele.
- Non mi sarei mai aspettato una cosa così, se me l'avessero detto non ci avrei mai creduto. -
- Si è comportato da vera merda. - disse Manuele riferito a Lucas.
- Io non lo conosco bene, ma mi sembra così impossibile dimenticare dopo due settimane il ragazzo di cui eri innamorato. -
- Non so cosa dire. Pensavo di conoscere il mio amico, probabilmente mi sbagliavo di grosso. Con me ha chiuso. -
- Posso capirlo... -
- Quello che mi fa incazzare è che non ha voluto nemmeno ascoltarci. -
- Chi era il tipo con cui stava? -
- Nicolas, un nostro compagno di squadra. -
- E cm e sono finiti insieme? -
- Me lo chiedo anche io. Sapevo che ci aveva fatto qualcosa, ma lui è una carogna, non pensavo Lucas potesse fare una cosa del genere. -
- Secondo me non durerà! Hai visto la sua faccia quando Matias piangeva? Secondo me si è pentito. -
- Poteva pensarci prima, con me ha chiuso, non intendo perdonarlo per quello che ha fatto. -
- E se invece quello che è successo gli avesse fatto capire di aver fatto una cazzata? -
- Ne dubito e anche se fosse non glielo perdonerò mai. Hai visto in che condizioni è Matias? -
- Si ho visto, credo gli ci vorrà un po' prima di riprendersi dalla batosta. -
- Già! - sospirò Manuele. - Ma tu ti sei comportato da vero amico! È fortunato ad averti! Non avrei mai pensato avessi un lato così tenero, dentro di te. -
- Sono una continua scoperta. - rispose Andrea sorridendo maliziosamente.
- Chissà, magari potrei essere interessato a scoprire altre cose di te. -
- Del tipo? -
- Mmmm... Del tipo... Scoprire... Come baci, ad esempio. - rispose Manuele quasi sussurrando e arrossendo subito.
Andrea si avvicinò a lui, lo guardò negli occhi e disse:
- Se vuoi scoprirlo, se vuoi, puoi farlo ora. -
Le distanze si fecero sempre minori, fino a che le loro labbra non si unirono in un bacio lento e tenero. Continuarono a baciarsi per un po', poi Manuele si staccò da Andrea, lo fissò e disse:
- Mi piaci, ma non voglio correre troppo con te. Avrai la pazienza di aspettare? -
- Tempo fa, avrei detto di no, ma credo che con te ne valga la pena. - Rispose dolcemente il più grande.
Ripresero a baciarsi, e si distesero sul divano, uno sopra l'altro. Restarono così, baciandosi e accarezzandosi, fino a che Manuele non appoggiò la testa sul petto di Andrea e si addormentarono abbracciati.

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