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Corse via, piangendo in macchina, a velocità folle, con le lacrime a offuscargli la vista, con il petto che faceva male e la testa che pulsava. L'asfalto era viscido a causa della pioggia e all'ennesimo curva presa ad alta velocità uscì di strada. La macchina percorse qualche metro su un campo che fiancheggiava la carreggiata e poi sì andò a schiantare su di un albero.
Matias era illeso, non si era nemmeno reso conto di quello che era successo. Scese dalla macchina bestemmiando, e andò a controllare i danni. Il cofano aveva una bozza dove aveva centrato l'albero, un fanale si era frantumato nell'impatto e una gomma era a terra. Diede un calcio al parafango che cadde sull'erba bagnata. Ci mancava anche questa, pensò mentre riacquistava un minimo di lucidità.
Era stato fortunato, si rese conto, certo la macchina era da buttare, ma almeno non aveva riportato danni fisici.
Riaprì lo sportello della macchina e chiamò Emma. Le spiego dell'incidente e che stava bene. Lei si offrì di andare a prenderlo, ma lui si rifiutò, avrebbe chiamato il carro attrezzi e si sarebbe fatto accompagnare non appena avesse fatto tutto. Chiuse la chiamata e mandò un messaggio ad Andrea.
00:50 "Sei sveglio? Ho avuto un incidente, puoi venire a prendermi?"
L'ex compagno di squadra lo chiamò subito.
- Come stai? Tutto bene? Devo chiamarti i soccorsi? -
- No sto bene, solo che la macchina è distrutta e ho bisogno di un passaggio. -
- Ok dimmi dove sei, che ti passo a prendere. -
Matias diede le indicazioni al giovane che gli promise che sarebbe partito subito. L'arbitro lo ringraziò e chiuse la telefonata.
Rimise il cellulare in tasca e si accese una sigaretta. Sperava di calmarsi, ma ripensava costantemente a quello che aveva visto. Lucas che succhiava il cazzo del suo compagno, Lucas che gemeva delle spinte dei due ragazzi, che chiedeva di essere scopato, il suo culo sporco dello sperma del suo amico. Solo ora si stava rendendo conto di quello che era successo, solo ora aveva capito che quella era la fine di tutto, la fine di un qualcosa mai iniziato.
Diede altri calci di rabbia alla portiera della macchina, creando una bozza e riscoppiò a piangere, si accasciò al suolo bagnato con la schiena appoggiata alla macchina, le ginocchia piegate e la testa appoggiata di lato. Era sfinito, avrebbe solo voluto dimenticare tutto, ma quelle immagini non lo abbandonavano neanche per un istante.
Prese dalla tasca il cellulare deciso a scrivere un messaggio al giovane.
Lo digitò e poi lo cancellò, perché avrebbe dovuto scrivergli, non si meritava altre parole da lui, meritava solo la sua indifferenza. Poi in un gesto di rabbia scrisse un messaggio:
01:14 "Ti sei rivelato per quello che sei, una lurida troia succhiacazzi, spero che i tuoi compagni ti facciano soffrire almeno un decimo di quello che sto soffrendo io, sarebbe già sufficiente per distruggerti. Non riesco neanche ad odiarti, ma ti disprezzo, quello sì, perché ti sei preso gioco dei miei sentimenti, perché hai voluto prendermi per il culo. Maledico il giorno che ti ho rivolto la parola, la mia vita era molto più semplice senza di te. E complimenti! Come prendi i cazzi tu, nemmeno una pornostar. Grazie per avermi fatto vedere quello che sei veramente!"
Rilesse il messaggio e poi lo inviò.
Non si aspettava una risposta, anche se in cuor suo ci sperava ancora, sperava che gli dicesse che quello che aveva visto era solo un brutto sogno, che era tutta una finzione.
Invece il messaggio del libero gli fece capire che era tutto vero, non era stato un incubo, ma solo la cruda verità.
01:16 "...scusa... Era l'unico modo per allontanarmi da te."
Matias non ci pensò due volte e gli rispose.
01:17 "Allontanarti da me? Bastava dire che non eri interessato, ma quello che hai fatto era voluto, hai proseguito nel tuo intento di prendermi in giro. Non te lo perdonerò mai. Sei solo una puttana."
01:18 "Mi dispiace, ma io...non posso."
Matias decise di non rispondergli, aveva già perso troppo tempo. Si accese un'altra sigaretta mentre aspettava l'arrivo di Andrea. Continuava a piovere incessantemente, era fradicio, ma non si mosse da lì, sperava che la pioggia lavasse via tutto il suo dolore.
Il cellulare vibrò nella tasca dove aveva riposto il suo iPhone. Sarà Andrea pensò, sarà quasi arrivato. Prese il cellulare e guardò lo schermo. Una notifica di messaggio da parte di Lucas.
L'aprì e lesse.
01:21 "Ho il cuore straziato."
Leggere quelle parole mandò su tutte le furie Matias che rispose con tutta la cattiveria che poteva.
01:22 "E il culo rotto... Dovresti esserne felice, non era quello che volevi?"
Rimise il cellulare in tasca mentre due fari si avvicinavano alla macchina. Era Andrea che scese dalla macchina in tutta fretta e si andò a inginocchiare davanti a lui.
- Lucas... Stai bene? Mi hai fatto preoccupare... -
- No... - rispose l'arbitro, che scoppiò in un pianto liberatorio.
Andrea si avvicinò e lo strinse tra le sue braccia.
- Vieni, piove a dirotto e sei bagnato fradicio. -
Lucas lo strinse più forte a se e continuò a piangere. Andrea lo aiutò a sollevarsi e lo accompagnò alla macchina, aprì la portiera e lo fece accomodare sul sedile del passeggero. Girò intorno alla macchina, salì e mise in moto.
- Ti porto da me, i miei non ci sono, hai bisogno di farti una doccia e cambiarti, puoi stare quanto vuoi, poi domani ti porto a casa. -
- Grazie. - riuscì a dire Matias.

Arrivarono a casa di Andrea. Nessuno dei due aveva detto una parola in macchina. Andrea non voleva sembrare troppo curioso, se Matias voleva sfogarsi sarebbe stato ad ascoltarlo senza fare domande.
Entrarono in camera di Andrea che ruppe il silenzio.
- Spogliati... -
- Mi spiace piccolo, ma non sono dell'umore giusto. -
- Ma che hai capito, spogliati e vatti a fare una doccia, intanto ti prendo qualcosa di pulito e soprattutto di asciutto, se non ti cambi ti prenderà subito qualcosa. -
Matias sorrise e iniziò a spogliarsi. Si tolse la felpa e la maglia mostrando i suoi pettorali formati e i suoi addominali scolpiti. Sentiva gli occhi adoranti di Andrea puntati su di lui, ma non gli diede peso. Anzi gli faceva piacere. Almeno a qualcuno piaccio pensò amaramente. Sorrise e senza indugiare ulteriormente si tolse le scarpe e i calzetti, poi mise le sue mani sui fianchi presi i bordi dei pantaloni e delle mutande, e si calò tutto con un rapido gesto, mettendosi a novanta e mostrando il culo tondo e sodo al suo ex compagno di squadra.
- Wow... - disse Andrea.
Matias si girò e lo osservò divertito.
- Scu... Scusa mi è scappato. -
Matias rise, una risata liberatoria, per un momento Andrea gli aveva fatto dimenticare tutta la situazione.
- Ti piaccio? -
Andrea divenne rosso in viso.
- Decisamente si. - rispose imbarazzato.
Matias sorrise e si diresse nel bagno della camera, mostrando senza vergogna le sue natiche muscolose al ragazzo che stava avendo un'erezione.
Arrivato alla porta si appoggiò allo stipite, si girò e disse:
- Che fai, non vieni? - .

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