Halloween (Parte IV)

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Quando Evil riaprì gli occhi lucidi, si rese conto di un peso notevole che le si stanziava sopra e un'espressione tanto confusa quanto la sua –Cosa...?-

Andrew, notando la situazione, si sporse a fatica di lato e l'affiancò sull'asciugamano, portandosi dolorante la mano alla testa, visto che gli aveva persino dato un colpo nel trascinarselo per terra –Vattene, tornatene in camera...-

Evil si volse verso di lui scocciata e gli diede un colpo sulla spalla –Non mi reggo in piedi, Smith! Te ne sei accorto?!- gli domandò scocciata, vedendolo voltarsi verso di lei e scrutarla attentamente. Lei rimase a fissarlo e poi, improvvisamente, avverti dal nulla una forte voglia di piangere.  Un tenero e involontario broncio increspo le rosse labbra e lo sguardo lucido si abbassò, sentendo lui commentare pieno di noia e sarcasmo –Oh no, ma siamo seri? Ci mancava solo questa...-

Evil prese a singhiozzare e lo picchiò di nuovo, anche se senza troppi risultati –Smettila! Smettila! Sto male! Diamine!-

-Se non reggi l'alcol non è un problema mio- scandì lui duramente, era tornato a guardare il cielo. La mezzodemone tornò a guardarlo –Non sto male per quello e non far finta di non saperlo! Speravo che almeno tu fossi riuscito a convincerla e invece...- e la vide spostare di nuovo lo sguardo, verso il lago –Non è venuta! Non... c'è!-

Si sentiva abbandonata dall'amica, in parte. Lei amava le feste ma le uniche persone con cui andava davvero d'accordo erano Tanya e Riven.

-È una vigliacca... anche se non mi sorprende. Contrapporsi a Tom non è facile.-

La mora lo ascoltò, intristita anche dagli effetti dell'alcool e scosse il capo –Lei però è la Regina, maledizione! Non può... farsi schiacciare così! Non lo sopporto!-

-Non dipende da nessuno, se non da lei- continuò lui, tornando a bere e accendendosi una delle Magh nere che gli aveva regalato Tom.

Evil storse la bocca pensosa e si asciugò il viso andando con la mano a rubargli la bottiglia, ma lui le afferrò il polso prontamente –Che stai facendo? Sta' buona...-

Lei lo guardò scontenta, ancora con gli occhioni arrossati –Dai, lasciami bere, Smith. Non ci arrivo fino a lì- e indicò il tavolo degli alcolici con un cenno del capo.

Lui continuava a tenerla ferma e a guardarla storto –E cosa me ne dovrebbe importare? No...!- la sgridò, mentre lei, calcolandolo poco, decise di scavalcarlo dispettosa. Infilò un piede fra le cosce di lui e si allacciò con forza a una di esse mentre gli montava sopra e si sbracciava per raggiungere la bottiglia che lui aveva allontanato.

-Dai, poche storie, Smith... non rompere!-

-Ti ho detto di no, mezzodemone! Tienimele lontano!- fece, riferendosi poi al seno prosperoso della ragazza che, nello sporgersi, le aveva ormai portate sotto il mento del compagno, che decise di afferrare uno dei tanti lacci in pelle che abbracciavano la schiena di lei, per bloccarla e tirarla giù. Peccato che la sua natura le offrisse una forza atipica, non poteva negarlo.

-Tranquillo, non mordono! Tutto il contrario invece!- gli disse lei, notando di averlo un po' sorpreso con quel commento e le venne da ridere notando la faccia interdetta di lui, mentre con il braccio tentava ancora di raggiungere la bottiglia.

Vedendola reagire in quel modo, non poté che venirne contagiato e le disse –Sei solo una sciocca-

-Sciocca?- gli chiese lei mentre lo fissava a pochi istanti dal suo viso. Lui osservava i grandi occhi verde mela di lei, notandoli incredibilmente luminosi al contrario dei suoi che erano opachi, quasi sporchi. Gli davano talvolta un'aria assente, ma estremamente sensuale –Già- confermò lui, vedendola avvicinarsi ancora al suo viso e sfiorare il naso col suo –Lo sarei... solo se ti baciassi, Smith-

II.  La PromessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora