Gelosie e Sensi di Colpa (Parte I)

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Dicembre era ormai iniziato e, per Riven Malfoy, evitare le continue domande dei compagni, a proposito delle poche ore al chiaro di luna trascorse con la Delacour, era stato abbastanza complesso.

Né lui né Giuliet avevano rivelato qualcosa a proposito della strana Profezia di cui erano stati testimoni e avevano evitato di far notare che il rapporto fra loro, almeno superficialmente, era cambiato. O meglio, lui era cambiato.

-Continuerai a tenertelo dentro ancora per molto?- domandò a un certo punto Andrew, il suo migliore amico.

Lo conosceva meglio di chiunque altro.

-Di che parli?- domandò Riven mentre, sdraiato sul letto, osservava il soffitto da una buona mezz'ora. Aveva la testa piena di pensieri e non sapeva davvero perché il temporeggiare della francese gli stava mettendo addosso una strana ansia.

-Di quello che hai fatto con la Delacour. Perché te ne vergogni tanto?- domandò perplesso il moro mentre, seduto sul proprio letto fumava una Magh verde petrolio. Le solite.

Riven sospirò con stanchezza e chiuse gli occhi –Gli altri hanno smesso di rompere e pensavo che tu saresti stato il primo a farlo, perché invece sei così interessato?-

E a quel punto lo guardò eloquente.

Andrew espirò il fumo e assunse un'aria eloquente –Perché ti vedo molto ansioso e tu... te ne sbatti sempre di ogni cosa. Il che significa...-

-...Significa che rimangono affari miei-

Ribadì il ragazzo e Andrew lì, spense la Magh e si mosse in doccia, senza dire niente.

Riven roteò gli occhi e fece –Oh andiamo! Non puoi prendertela! Non tu!-

E in risposta sentì solo la porta del bagno chiudersi con clamore.

Doveva parlare con la Delacour e capire che cosa le frullava in testa. A differenza sua, lei, sembrava decisamente più a suo agio.


Il sole quella mattina era celato dietro le nuvole e Tanya venne colpita da uno sporadico raggio rifuggito dagli oscuranti lembi delle nubi. Schiuse le palpebre infastidita e si accorse di essere voltata verso Tom, tenendo la mano dentro quella di lui. La cosa la imbarazzò, ma non poté fare a meno di sentire quanto era calda se stretta in quella del compagno, rispetto all'altra che, sebbene fosse sotto le coperte, era congelata.

Notò le dita lunghe e affusolate del ragazzo, le unghie erano pulite, non mangiate e non poté fare a meno di considerare che le mani erano grandi, dalla stretta decisa ma gentile, protettiva. Percorse con lo sguardo il braccio coperto dal pigiama, notando immediatamente il viso rilassato.

Dormiva quieto e più lo fissava più notava i suoi sospiri farsi più chiari. Rabbrividì, sentendolo stringerle un momento la mano e sgranò gli occhi, sorpresa nel vedere la sua bocca incurvarsi in un sorriso che presto divenne però un ghigno –Trottolina-

Lei assunse improvvisamente la solita aria scocciata e lo salutò a sua volta, con sarcasmo –Bussolotto-

Gli occhi di lui si aprirono di scatto e lei venne quasi inondata da quel giallo-oro intenso che riluceva, sebbene il giovane fosse all'ombra.

Tanya era molto sorpresa, osservava il compagno con serio sconcerto –Tua sorella dice che i tuoi occhi cambiano in base al tuo umore.-

Lui si sporse verso la sua direzione, vedendola fare per indietreggiare e liberarsi dalla sua presa ma lui non glielo permise.

-E' una sciocchezza. Lo fanno e basta.- le disse lui rilassato, mentre aveva preso a fissarla con aria compiaciuta.

La rossa fece per contraddirlo ma lui la anticipò, glissando abilmente sull'argomento –Mi guardavi, trottolina- constatò, sorridendole quasi con ironia.

II.  La PromessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora