Ritorno alla Realtà (Parte III)

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Tanya, invece, con le mani poggiate alle orecchie, era corsa verso i portici della scuola a sentire l'aria fredda pomeridiana entrarle nei polmoni e congelarle le gambe nude.

Singhiozzò –Perché? Perché io? Perché... proprio lui?- domandò a se stessa, anche se sperava di sentire la risposta dal demone, ma non avvertì più nulla.

C'era solo il silenzio. Levò le mani dalle orecchie e se le portò sulle spalle, nude anch'esse a causa dell'abito che utilizzava per ballare. Si asciugò le lacrime e si avvicinò alla parete del corridoio, fermandosi e sostenendosi ad essa. Vi appoggiò prima una mano, poi la spalla e infine il capo, chiudendo gli occhi. Sentiva solo il rumoreggiare degli uccellini, di ritorno nei loro nidi, mentre calava la sera.

"Me lo sono immaginato?"

Si domandò, dunque, non capendo davvero cosa fosse successo. Aveva evitato il compagno per quasi tutto l'arco della giornata, in quella settimana ci era riuscita bene ma, dopo quel sogno, tutte le sue certezze avevano iniziato a sgretolarsi.

"Era il suo stesso sorriso bieco... e le sue parole..."

Si portò la mano alla fronte, quando poi avvertì qualcosa poggiarsi sulle proprie spalle e fu costretta a voltarsi di scatto, indietreggiando ancora.

Tom la guardava, incredibilmente serio. Lo vide lanciare il borsone sulla panchina vicina e poi tornare a osservarla –Che succede, Potter? Adesso ti emozioni tanto per una quasi-palpatina?- le domandò, cinico, facendo apparire dal nulla una Magh e accendendosela, dopo aver borbottato qualcosa mentre teneva il filtro fra le labbra.

-Cosa sei venuto a fare qui?- Domandò lei che si guardò intorno ansiosamente, notando che erano da soli.

"Sai perché è lì... ne sta approfittando. Tutta la classe è occupata in aula di musica, nessuno potrà sentirti..." La voce del demone tornò a insidiarla, riuscendo a terrorizzarla di nuovo.

Tom la osservava muto, mentre lei appariva davvero spaventata e, soprattutto, distratta.

-Siediti e rilassati, mi sembri un po' tesa-

-Sto benissimo. Rivoglio la mia bacchetta-

Fece subito lei, senza nemmeno ascoltarlo e lui storse la bocca, insoddisfatto da quella conversazione –È nella borsa, prenditela.-

E le fece un cenno con la mano, vedendo lei correre al borsone e aprirlo immediata, ma lui fu abbastanza rapido da gettare la Magh e afferrarla alle spalle, sentendola presto urlare –NO! NO! LASCIAMI! LASCIAMI!!-

Tom era sinceramente allibito. Non capiva davvero cosa la compagna avesse. L'aveva trascinata per le braccia al muro, con forza, e ora la fronteggiava, mentre la sentiva urlargli in faccia –NON TE LO PERMETTERÓ! LASCIAMI!-

Lui la teneva ferma alla parete, senza alitare un fiato, fissandola soltanto, intensamente. Lei si dimenava con disperazione, i suoi occhi avevano preso a lacrimare, come se temesse che fosse sul punto di farle del male.

La osservò solamente, aspettando che si decidesse a guardarlo, a incontrare finalmente i suoi occhi che, da argentei che erano stati per tutta la settimana, lentamente, stavano virando verso il dorato.

Ma lei non sembrava intenzionata ad accontentarlo, tremava come una foglia, singhiozzante e lui, ora, iniziava davvero a stancarsi delle sue grida, che nessuno avrebbe potuto udire.

-Guardami...- le sussurrò, piano, cercando di attirare la sua attenzione, ma la vide scuotere il capo visibilmente –Guardami, trottolina...- mormorò, con rinnovata dolcezza, vedendola spalancare gli occhi arrossati e colmi di lacrime.

II.  La PromessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora