Il Francesino (Parte VI)

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Quando Riven e Giuliet entrarono nella loro cameretta preferita, il biondo chiuse la porta col piede e si trascinò la compagna fra le braccia, affondando fra le sue labbra immediato e sentendola contraccambiare mentre gli appendeva le braccia al collo, l'afferrò prontamente per le cosce e si gettò sul letto, sfilandole immediato la camicetta e andando a morderle un seno scopertosi per sbaglio, a causa di una bretella dispettosa. La Tassorosso divenne infatti purpurea d'imbarazzo e già ansante per la nuova esperienza lo osservò sconcertata, ricevendo poco dopo la sua occhiata e sentendo le sue mani scendere immediate ai suoi fianchi e quindi sotto la gonna, andando a stringerle i glutei mentre tornava sulle sue labbra –Allora, signorina... togliamo tutto stavolta, eh?- la vide annuire eccitata e anche tremendamente imbarazzata, un mix che gli diede una feroce scossa di virilità. Sentirla così sensibile e poco avvezza alle cure di un maschio lo inorgogliva in una maniera mai provata, inoltre, sebbene non si fosse ancora approfondito il rapporto, e non era certo sarebbe successo, sentiva vive quelle emozioni ogni volta... lei manteneva quell'aria innocente e fragile che lo stava davvero assuefacendo.

Fuori dalla bollente stanza, qualcuno sbirciava nell'andito per controllare che non ci fosse nessuno e, con il suo telefono di nuova generazione, la bella Stehodensky, nella sua vestaglietta da camera e il prezioso mantello dell'invisibilità preso in prestito alla compagna di stanza Potter, stava zampettando con aria divertita verso la cameretta di Giuliet e Riven, mordendosi un labbro birbante "Adesso vediamo che combinate, monellacci..."

Si sdraiò comodamente a terra a pancia in su, per non gravare sul seno sostanzioso e poco celato dalla vestaglietta, visto che era anche senza reggiseno. Si gettò il mantello su tutto il corpo, così nessuno l'avrebbe vista.

Mise nelle orecchie i Musitappi e, dal bordo inferiore del cellulare, sfilò una cartuccia che schiacciò fra le mani, fino a formare una sfera che quindi leccò, dandole improvvisamente vita.

La cartuccia si era trasformata in una pallina verde mela, con un puntino nero che roteò e la inquadrò, lo schermo si accese e vide dunque il suo viso riflesso sullo stesso. Serviva a fare foto da ogni angolazione... ma, se si rimaneva abbastanza vicino alla piccola telecamera, questa poteva intrufolarsi ovunque nei paraggi e...

Ridacchiò birbante e chiuse entrambi gli occhi, concentrandosi. Per spostare la pallina, ovviamente, si aveva la necessità di perdere la concezione di quello che accadeva al proprio corpo per tutto il tempo necessario a posizionare la sferetta dove si voleva, e lei aveva tutta l'intenzione di farlo... avrebbe spiato la coppietta, garantendosi un piacevole finale di serata, ne era certa.

Che fosse per puro caso o per l'ironia della sorte, in quel momento, qualcuno molto meno interessato del parere dei Prefetti Grifondoro, stava uscendo da una delle camere da letto che aveva scelto per lui e la sua compagna di avventure notturne.

"Inizia a diventare parecchio pesante, cazzo..."

Andrew Smith, notte dopo notte, iniziava a intuire che gli sguardi e i sorrisi pieni di affetto e attenzione che la Scineton gli stava dedicando in quell'ultimo periodo, volevano dire solo una cosa.

"Ci manca solo che me lo dica, che palle..."

Chiara sapeva davvero farci di bocca, non l'avrebbe cambiata volentieri con qualcun'altra, inoltre era disposta proprio a tutto per compiacerlo, quindi trovarne una altrettanto ben disposta sarebbe stato...

Non fece in tempo nemmeno a ultimare il suo muto pensiero, che inciampò in qualcosa, abbassò lo sguardo non vedendo niente e, al secondo passo, nel tentativo di evitare la caduta, inciampò ancora, non capendo davvero che stesse succedendo, sul pavimento non c'era nulla!!

-Che cazzo...!- si lasciò sfuggire, sapendo di dover fare silenzio e presto crollò come un sacco di patate a terra... o meglio.

-Ahi!!- sentì solamente e, quando si accorse di essere caduto su qualcosa di molto morbido, vide il volto della Stehodensky sotto di lui furente –Che cazzo fai, Smith!?- berciò ma cercando di non urlare e lui la guardò aggressivo –Tu?!-

II.  La PromessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora