San Valentino (Parte III)

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La vide sorridere divertita e decise di sorriderle anch'esso stavolta, cosa che la imbarazzò un po'. Scese sulle sue labbra e sfiorò il naso con quello di lei –È un sì, trottolina?- le domandò, stampandole un bacio a fior di labbra e lei annuì, sussurrandogli –Sì, bussolotto-

Si guardarono, lo fecero con attenzione mentre le emozioni li percuotevano internamente e lui divenne presto serio, capendo che doveva davvero darci un taglio "Non posso farmi prendere la mano..."

-Andiamo allora...-

-No, ehi... in cosa consiste?- chiese lei, afferrandogli la cravatta e disfacendola, cosa che lo portò a guardarla storto e a cercare di rimediare, ma lo fece lei stessa –Forza, spiegami...-

Tom la guardava dall'alto, mentre lei gli sistemava la cravatta –No, non voglio che lei lo scopra.-

-Ho imparato a schermarla e lo sai, vieni qua, forza- e si mise sulle punte, tentando di baciarlo ma lui si mise dritto e la evitò –No, non c'è bisogno che passiamo la ricreazione a limonare. L'importante è che siamo arrivati a un accordo. Ora andiamo dagli altri-

E le afferrò la mano, facendo per portarla fuori ma si fermò, vedendola per poco non cadere a terra –Ti vuoi calmare?!-

-Cosa farai con Diamond? Vorrà parlarti e tornerà all'attacco, lasciando tua sorella perché crede di avere una possibilità con te- le disse, nemmeno fosse un veggente.

Tanya sgranò gli occhi e scosse il capo –No, no Tom, non lo farà! Non può farlo!-

-Certo che lo farà Tanya! Sei così sciocca?! Veramente?!-

La vide entrare nel panico e portarsi le mani alla bocca mentre si guardava attorno preoccupata –Potrei dirgli della Fata-

E la faccia aggressiva di Tom la fece arrossire nell'immediato –Ok, no-

-Decisamente NO. Potter!- e poi roteò gli occhi –Deve capire che non te ne sbatte un bel niente di lui- e la vide storcere la bocca e lanciargli un'occhiata fugace, per poi sbuffare –Non posso credere che abbia approfittato... della mia indolenza-

-Hai sollevato il culo, chiunque ne avrebbe approfittato. Tranne me, naturalmente- e sorrise antipatico, vedendola roteare gli occhi e replicare –Già, tu ne approfitti in modo molto più meschino!-

E lì lo vide diventare serio –Già, è proprio vero- e fece per andarsene ma la maniglia della porta prese ad agitarsi –È lui. Trovati una soluzione, Potter- ma la sentì afferrargli la mano e mormorare, ora nel panico –Scusa-

Vide le sue spalle ammorbidirsi e il ragazzo si volse, vedendola con aria sinceramente dispiaciuta, mentre lui aveva la nuova tentazione di riappropriarsi di quelle labbra. Poi assunse un'aria compiaciuta mentre si slegava la cravatta –Levati la camicia...-

E Tanya arrossì visibilmente –Che?- vedendo il compagno avvicinarsi al suo viso mentre pensava a sbottonare la propria –Gli faremo pensare che tra di noi, le cose, non vanno poi così male- e l'aiutò a svestirsi, trascinata dalle sue parole –No, aspetta però, così tutti penseranno che...-

-Perché? Cosa pensi che credano?- le domandò, divertito –Che mi odi?- e ridacchiò, scuotendo il capo, slacciandole la cravatta e trascinandola sul primo divano disponibile.

-Sei sicuro che sia lui e non Pansy?- gli chiese.

Lui gettò a terra la propria camicia e la spinse sul divano –È lui, smettila di mettere in dubbio le mie parole- scandì infastidito, salendo e sentendola lamentarsi –Non voglio stare sotto-

E lo vide sorridere divertito –Vuoi starmi sopra, quindi?- e scese sul suo viso, adagiandosi presto su di lei che si lasciò sfuggire un mugugno capriccioso, seguito però poi dalle mani che si immersero immediatamente fra i capelli del compagno e poi la sua schiena, che prese ad accarezzare, facendogli venire i brividi a fior di pelle con le unghie. Una mano del compagno corse alla coscia calzata mentre l'altra al fianco.

II.  La PromessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora