14.

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Giulia
Me ne stavo sotto le coperte a ripensare alle due volte in cui incontrai Valerio. Mi piace anche il fatto che abbia voluto proseguire una conversazione con me, sembrava ben disposto per dialogare.
Nel pomeriggio uscii con i miei genitori, andammo in un centro commerciale. Era un posto carino, anche se molto affollato. Sicuramente ci sarei tornata se fossi venuta a visitare Roma ancora.

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Era arrivata anche la domenica e mi sentivo un po' giù di morale perchè la sera sarei dovuta ritornare alla mia vera abitazione ed alla vita monotona.
Girovagai con lo skate per le strade di Roma ed arrivai fino al Colosseo: era davvero mozzafiato. Era un anfiteatro antico, risalente all'epoca romana, ed aveva elementi caratteristici di quei secoli ed erano proprio essi che lo rendevano molto bello. Rimanetti vari minuti a contemplarlo, cercando di fotografare con le palpebre. Chissà quando mi sarebbe ricapitata l'occasione.

Verso i miei genitori si concessero un'uscita, portando insieme a loro mia sorella.
Dopo aver ordinato la valigia che, in realtà, non avevo mai disfatto, uscii in balcone.
Estrassi il cellulare dalla tasca dei miei jeans ed immortalai in qualche scatto il paesaggio.

Valerio
Era piacevole la compagnia di Giulia, anche se io non ho mai avuto problemi nel relazionarmi con le persone essendo un ragazzo molto solare ed espansivo.
Mi ricordai all'istante che giorno fosse, collegando il fatto che lei sarebbe partita la sera stessa.
Volli salutarla, mi sembrava un gesto rispettoso ed educato. E poi volevo vederla, era carina e gentile. Speravo di non illuderla, però, facendole credere che volessi incontrarla per altre ragioni.
Percorsi il tragitto a piedi, arrivando nella zona in cui alloggiava. Lanciai uno sguardo al balcone, constatando che non ci fosse. Sarà in casa. Quando mi mossi verso sinistra di altri passi, la vidi. Se ne stava con le braccia che si incrociavano all'altezza dei polsi, appoggiate alla ringhiera. Aveva lo sguardo poggiato in un punto indefinito e fissava il vuoto, persa fra i tetti delle case. Le labbra sembravano increspate in un lieve sorriso, per quanto riuscissi a vedere dal piano terra. Sembrava stesse pensando a qualcosa di gioioso.
«Hey!» la richiamai alzando ed agitando un braccio tenendo il palmo aperto.
Puntò il suo sguardo su di me. Mi guardava incredula.

Giulia
Roma è davvero una bella città, non smetterò mai di dirlo.
Senza accorgermene, mi ero persa tra i miei pensieri: stavo nuovamente pensando a Valerio. Mi tornò in mente una frase di Giulio: 'Infondo siamo distanti, io che ho sempre amato te e mai calcolato gli altri.'
Una voce fin troppo familiare mi risvegliò.
Puntai il mio sguardo verso la provenienza di quel saluto e vidi proprio lui. Non ci potevo credere.
«Oh, hey.» risposi ancora sorpresa, alzando una mano in segno di saluto.
Rimase immobile a fissarmi. Aspettava facessi o dicessi qualcos'altro?
«Ehm, aspetta, adesso scendo.» parlai poi, imbarazzata.
Mi ritrovavo ancora davanti a lui. Wow. Ero anche probabilmente arrossita.
«Ero venuto a salutarti.» ammise, mentre si grattava il retro della nuca, forse imbarazzato.
«Beh, grazie.» Sorrisi. Oltre a sembrare stupita, ero arrossita maggiormente. Lui sorrise di rimando.
Dopo qualche secondo di silenzio in cui cercavamo entrambi di non incrociare i nostri sguardi, parlai:«Non vorrei sembrare una che se ne vuole approfittare, nel senso... Non sono una... Ehm...» Che imbarazzo!!!
«Allora... Vorresti salire in casa? Così, per fare due chiacchiere. Non pensare male e non fa nulla se hai altro da fare. Non vorrei rubarti altro tempo.» Esultai mentalmente per essere riuscita a porre quella proposta.
Con mia grande sorpresa, non declinò l'invito. Mi guardò stupido e mi sorrise, accettando.

*Spazio autrice*
Grazie! Siamo arrivati quasi alle 700 visualizzazioni. Questa storia sta progredendo, grazie a voi.
Saluti.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora