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Un messaggio da 'Marco'. Figurati se non doveva disturbarmi anche attraverso i messaggi. Poi un altro e un altro ancora. Aprii la chat e continuava a mandarmene.
Marco: Giulia torna indietro
Marco: Giulia
Marco: Muoviti
Marco: Torna indietro
Marco: Subito
Marco: Muoviti
Marco: Vieni qua
Marco: Giulia daaiii
Marco: Per favore vieni qui
Marco: Giulia vedo che leggi
Marco: Vieni qui
Marco: Per favore
Marco: Daiii
Marco: Avanti, so che vuoi un abbraccio ora
Marco: Giulia
Marco: Dai, per favore, la smetto
Marco: Torna indietro però
Marco: Ti prego
Decisi di rispondergli.
Io: Hai rotto il cazzo, okay?! Per te sarà pure normale parlare di ste cose, ma a me imbarazza. Sei insistente, volevi vedermi a tutti i costi, come se non ti fosse bastato ieri. Mi hai rotto le palle, vattene.
Mi risposte subito.
Marco: Giulia perdonami, davvero la smetto, torna qui o ti vengo a prendere io
Visualizzai, ma non risposi. Potrò essermi arrabbiata per un motivo neanche tanto importante, ma mi aveva davvero dato fastidio. Lui che era interessato a me: come no. Intanto ero arrivata a casa, chiusi la porta ed andai in bagno. Azionai 'Unhappy EP' di Sercho a tutto volume e mi immersi nella vasca appena riempita d'acqua. E piansi, non solo per Marco. Riversai lacrime per tutto ciò che mi era accaduto, per Valerio e la frustrazione che mi faceva venire nonostante non mi avesse mai ferita, per i miei idoli, per i miei falsi amici, per tutto e tutti. Volevo liberarmi ed espellere tutto il dolore che mi ero tenuta dentro in questi lunghi anni. Passai un'ora e più a piangere: contai il tempo con il numero di volte che l'EP era stato ripetuto. Rimasi nella vasca per molto altro tempo. Facendo attenzione, sentii la serratura scattare: erano le diciotto e qualcosa, dato che mia madre era tornata a casa avendo finito il turno di lavoro. Sentivo che parlava con qualcuno, ma non riuscivo a distinguere la voce. Magari sarà mio padre che ha finito prima di lavorare. Ero sdraiata fra le bolle di sapone davvero numerose, talmente fitte che il mio corpo sotto di esse non si vedeva. Quando la porta si aprì lentamente, rimasi in quella posizione.
-Ciao.- disse piano una voce. Mi girai sbalordita e vidi Marco sulla soglia con la mano ancora poggiata sulla maniglia.
-Che cazzo ci fai tu qui?- domandai arrabbiata. Ecco di chi era l'altra voce.
-Ti avevo detto che ti sarei venuta a prendere. Ho suonato, ma non aprivi e poi ho visto tua madre e le ho detto che ero un tuo amico e mi ha lasciato entrare.- disse andando a spengere la musica.
-Non pensava fossi in bagno, altrimenti non t'avrebbe fatto entrare manco a pagamento.- Rise debolmente. Lo guardai negli occhi e non sembrava al massimo dell'umore.
-Esci.- ordinai. Mi guardò forse per contraddire, quando si ricordò di ciò che era accaduto, quindi mi ascoltò. Una volta chiusa la porta, mi alzai e mi asciugai.
-Mà, mi porti la roba? Sono in bagno!- urlai chiamando mia mamma.
-Ehm, sono occupata, sto cucinando ed ho le mani sporche. Fattela portare dal tuo amico.- rispose lei allo stesso modo. Sbuffai e, avvolta nell'asciugamano, aprii di poco la porta. Trovai Marco con un sorriso enorme.
-Senti, pervertito. So che ci godi a rovistare tra le mie cose, ma vammi a prendere l'intimo e qualche roba da mettere comoda.- dissi con fare annoiato e sottolineando l'ultima parola. Di risposta ampliò quel sorriso da schiaffi ed andò in camera mia, probabilmente vista passando quando fece irruzione in bagno poco prima. Tornò dopo qualche minuto e bussò.
-Dammi qua.- sputai acida. Entrò quanto bastava per passarmi gli indumenti ed uscì rapido. Mi vestii velocemente, sistemai il bagno ed uscii. Andai in cucina seguita da Marco: almeno c'era mia madre in quella stanza ed io volevo rimanere il minor tempo possibile da sola con lui.
-Allora, come hai detto che ti chiami? Marco?- chiese mia madre.
-Esatto.- risposte gentile lui.
-Vuoi restare a cena?- domandò lei.
-Mamma, lo sai che papà non accetterà quest'idea.- mi intromisi annoiata incrociando le braccia sotto al seno. In realtà non volevo averlo in mezzo ai piedi perfino in casa mia.
-Ma no. Papà accetterà, soprattutto quando vedrà che bravo ragazzo è lui.- Sbuffai. Sì, certo. Perchè non sapete che stavamo per farlo da ubriachi in una discoteca e che il giorno dopo insistesse con il fatto di vedermi e toccarmi.
-Oh, no signora, vado a casa a cenare.-
-Dammi del tu, Marco. E poi puoi restare, non disturbi.- disse sorridente la donna.
-Ho altra scelta?- disse ironicamente lui sorridendo. Mia madre scoppiò a ridere seguita dal ragazzo.
-Certo che ha altra scelta...- dissi piano, ma venni sentita da entrambi. Marco mi guardò dispiaciuto.
-Giulia, sbaglio o è tuo amico? Non vedo il motivo di trattarlo in questo modo!- esclamò mia mamma.
-Eh, mà, di motivi ce ne sono!- dissi andandomi a sedere sul divano. Sentii mia madre dire a Marco qualcosa del tipo 'Lasciala stare, sta scherzando'. Ma sia io che Marco sapevamo che non l'ho affatto detto con ironia.


*Spazio autrice*
Mi dispiace per la delusione ma Valerio non è ancora uscito.😂 Ma presto lo farà. E comunque non voglio farlo balzare fuori da 'OVUNQUEEEH' (cit.) proprio per far sembrare questa storia realistica. Non voglio che si trasformi in una fiaba Disney dove tutto è perfetto e lui è ovunque ad aiutarla e a consolarla. E poi, da come avete letto, non hanno ancora un rapporto davvero forte loro due, anche per questo motivo. Detto questo, vi ringrazio perchè abbiamo raggiunto le 3K e passa. :)

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora