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-Aiuto! Giulia! Aiutami!- urlò Valerio da non so quale stanza della casa. Corsi verso la "zona notte" della casa, chiamandolo per capire dove fosse. Lo vidi in piedi in bagno e non sembrava ferito, aveva solamente una faccia disgustata in volto e guardava la tenda della finestra.

-Oh, che succede?- chiesi allarmata.

-Che schifo! Guarda che essere schifoso! Sta cazzo di cimice! Bleah!!! Oddio, buttalaaa!!!- urlò nuovamente.

-Cioè, tu mi hai fatto quasi sbattere la testa e cadere per una cazzo di cimice?! Solo perchè ti fanno schifo?!-

-Sì, puzzano!- continuò convinto e disgustato.

-Senti, è 'n cazzo di insetto e tu c'hai ventitré anni, porcodio, non due!- gli dissi scocciata.

-Sì sì sì... Ora levalo!!!-
Provai a prenderlo con un pezzo di carta, ma volò. Mi spostai prontamente, facendo una faccia disgustata.

-Oh! Vedi che pure a te fanno schifo! Allora cosa vuoi da me?- Si guadagnò una truce occhiata, poi gli risposi.

-A me fanno schifo quando volano, fanno un rumore strano ed ho paura che mi vengano addosso, tipo nei capelli. Poi, finché stanno sulle tende, non mi importa.-
Valerio guardava terrorizzato dietro di me, probabilmente stava fissando l'insetto.

-C'hai una faccia!- lo canzoni ridendo.

-Aspetta, ora lo catturo.- gli comunicai guardandolo sorridente.

-Oh, nun fa' stronzate.- Mi riprese serio. Probabilmente aveva già capito i miei pensieri, infatti indietreggiò di qualche passo. Quando riuscii ad intrappolare la cimice, in una mossa fulminea la adagiai sulla sua testa. Lui iniziò ad urlare come un pazzo, mentre io ridevo parecchio.

-Vaffanculo, stronza!- mi urlò furioso, con le iridi di fuoco una volta che si fu liberato dell'insetto ed averlo ucciso sotto la sua scarpa.

-Dài, Vale, è stato parecchio divertente.-

-Per te, non per me! Diocane!-

-Resto sulle stelle, Dio mi sente bestemmiare.- canticchiai.

-Sì sì, canta canta, mo' vedi.- continuò, risistemando la tenda.

-Uhh, che paura!- scherzai. Mi prese di peso, cogliendomi alla sprovvista.

-Ma che cazzo fai?! Mettimi giù!!!- urlai senza ricevere risposta.

-Sai, non mi sono dimenticato che già ti meritavi una punizione.-

-E come pensi di punirmi?- Mi adagiò sul divano, per poi rispondermi.

-Così!- e poi portò le mani sui miei fianchi, facendomi il solletico, ma io scoppiai a ridere per un altro motivo.

-Hai finito?- chiesi inarcando un sopracciglio.

-No.-

-Vale, non soffro il solletico lì.-

-Ah.- C'era rimasto male, poverino!

-Solo sotto la pianta del piede, ma non so quanto ti convenga.-

-Okay, allora ti userò come cuscino personale.- Detto ciò, si posizionò su di me, sistemandosi in modo da stare comodo.

-Porco cane, ma quanto cazzo pesi?!- esclamai tossendo fintamente.

-Sh sh, sei comoda.- mi zittì.

-Ma te pare?!-, poi lo scansai brutalmente da me, facendolo finire a contatto con il pavimento.

-Ahia! Cristo Santo che male! Ahi ahi, il nervo, porca troia!- urlò facendomi ridere.

-Mh, non riesco a trovare una punizione... Anzi, due!- mi disse massaggiandosi dolorante l'osso che aveva sbattuto contro le piastrelle.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora