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Marco e Valerio erano diversi: il primo era un comune ragazzo -davvero bello- che sapeva comportarsi e per ciò che mi aveva fatto conoscere mi piaceva molto. Il secondo era famoso, anche se non lo seguivo per questo, bensì per la sua musica. Era più bello di Marco, d'altra parte era il mio rapper preferito e lo seguivo sin dall'inizio della sua carriera discografica. Mi attraeva tantissimo anche per la sua personalità che traspare sui social. Ma è possibile farsi paranoie? Non sai nemmeno se c'hanno una minima attrazione per te e già inizi a complessarti?! Sì, purtroppo sono così: complicata. Quando ho baciato Marco sul collo e lui l'ha fatto quasi sulle mie labbra, la reazione che ho avuto non mi è stata indifferente. Il punto è che ciò che mi crea lui equivale a un tocco o ad un abbraccio di Valerio, il che mi fa comprendere -più di quanto già non sappia- che, se dovessi scegliere, sceglierei il rapper. Però avrei più possibilità con Marco. Ma basta! Poi ti illudi e ci rimani male, smettila. È vero: non credo a nulla ma, le rare volte in cui lo faccio, lo faccio troppo e mi illudo.
Volevo passare una giornata senza stress e senza la possibilità di incontrare qualcuno. Ormai nel mio vecchio parco non confidavo più, dato che Marco ogni qualvolta volesse vedermi bastava andasse in quel luogo. In giro per le strade non avevo voglia di girarci, ma, nonostante questo, presi il mio skate e mi inoltrai nelle vie in cui non ero mai stata. Trovai un parchetto -di cui non sapevo l'esistenza- vicino ad un piccolo torrente. Era di gran lunga messo peggio del mio abituale posto. Sentii qualcuno che rappava così, incuriosita, mi avvicinai alla fonte del suono. Trovai sette ragazzi che facevano freestyle accompagnati da qualche sigaretta. Dopo aver preso lo skateboard sotto braccio, mi sedetti vicino a loro. Mi guardarono straniti, ma solo quando il ragazzo che stava rappando smise, mi rivolsero la totale attenzione.
-Ehm... Ciao. Sì, vi starete chiedendo chi sia...- diventai rossa. Tutti i presenti annuirono.
-Beh, passavo di qui e vi ho sentiti e, dato che amo anche io il rap ed il freestyle ho pensato di ascoltarvi, sempre se non vi dia fastidio la mia presenza.-
-No, tranquilla.- disse uno. Era di media altezza con gli occhi scuri e i capelli neri: niente male. Aveva un dilatatore all'orecchio sinistro.
-Che artisti segui?- mi domandò un altro ragazzo che era l'opposto del precedente.
-Beh, in particolare la Honiro Label, però seguo anche Gemitaiz, MadMan, Salmo, Nitro, Emis Killa, un po' anche Eminem e boh, altre canzoni di altri rapper.- Restarono muti, non mi risposero. Continuarono a fissarmi e non mi sentivo a mio agio.
-Comunque vi ho sentiti e siete bravi, le vostre urla si percepivano anche a chilometri.- proseguii e risi. Si scambiarono varie occhiate fra di loro, comunicavano con gli sguardi.
-Mh, comunque io sono Federico.- disse il ragazzo che mi rivolse per primo la parola. Annuii.
-Io sono Mattia.- aggiunse l'altro.
-Oh, come Briga o Mr. Rain.- risposi sorridendo.
-Io Andrea.- disse un altro molto distrattamente.
-Alessandro.- e mi fece un cenno con la mano questo ragazzo magrissimo.
-Lorenzo.- disse un ragazzo dai capelli arancioni.
-Assomigli a Paggi, oltre ad avere il nome uguale.-
-Ciao, io sono Aiden.- ed in seguito mi sorrise. Bel nome, particolare. Sembrava più simpatico degli altri, o per lo meno, più cordiale.
-Elias, babe.- disse l'ultimo, con il piercing sotto il labbro.
Erano tutti molto belli ed avevano uno stile di vestire molto simile a quello di Sercho. Non lo penso volontariamente.
-Voi proseguite pure, io vi ascolto.- mi accesi una sigaretta e quello che credo fosse Alessandro iniziò a cantare. Poi, uno alla volta, tutti i presenti si sfidarono. Eccetto me, ovviamente. Ogni tanto facevano dei dissing fantastici e degli urli da stadio si alzavano da noi spettatori. Erano divertenti quei ragazzi, davvero. Restammo fino alle diciassette circa al parco. Aiden, ad un certo punto, mi si avvicinò:-Ehm, ho già parlato con i miei amici, ti va se ti aggiungiamo nel nostro gruppo?-
-Oh, sì certo.- mi colse di sprovvista e gli diedi il mio numero.
-Beh, ragazzi, io vado. Ci si vede.- Ricevetti dei saluti in risposta e, preso il mio skate, tornai a casa. Erano bravi ragazzi, nonostante le apparenze ingannassero. Speravo solo di non pentirmi di aver dato loro il mio numero. Proprio in quel momento il telefono vibrò.

*Spazio autrice*
Leggete, è importante;)
Allora, intanto vi ringrazio per il continuo supporto che mi date ed è davvero stupendo e ripagante vedere le stelline, le visualizzazioni ed i commenti bellibelli salire. A proposito, siamo quasi arrivati a 2K di letture.
Poi vorrei chiedervi cosa fare in merito ad un dettaglio della storia. A volte, come in questo capitolo, capita che trascrivo i pensieri opposti della protagonista come fossero due persone che discutono, ed un'opinione la scrivo in ondulato(?). Ecco, andando avanti con i capitoli e con il tempo, questa cosa mi sembra un po' stupida. Non vorrei rimuoverla per scrivere i capitoli in modo uguale e non fare in modo che di punto in bianco spariscano le scritte inclinate. D'altra parte vorrei scriverli comunque, ma sotto un'altra forma (quindi normalmente) e non cambiando il tipo di scrittura. (Spero abbiate capito). Vorrei sapere la vostra opinione per decidere cosa fare. Grazie in anticipo.
E a momenti ho scritto più spazio autrice di capitolo, ma sono dettagli. Alla prossima!

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora