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-Valerio? Pronto?-

-Sì, eccomi.-

-Ahm, fra poco arriva il treno.-

-Va bene, allora ti aspetto in stazione.-

-A dopo.-

-Ciao Giù.-

Finalmente il tanto atteso giorno era arrivato, come ogni tappa che avevo programmato per il futuro. La voce metallica di una donna trasmessa attraverso un altoparlante mi avvisò che fosse giunto il momento di salire sul mezzo. Non era stato tutto rose e fiori: avevo discusso parecchio con i miei gentori per convincerli a lasciarmi intraprendere questa esperienza a Roma, non avevo migliorato la situazione di incomprensioni con Chiara -per questo non stavamo compiendo il viaggio insieme e poi non avrei saputo dove farla alloggiare-, avevo praticamente rotto quel che restava dei legami con gli altri miei 'amici', a parte qualche persona. Con gli aspiranti rappettari i rapporti andavo piuttosto bene; avevano partecipato agli 'One Shot Game' ed Andrea, Federico e Lorenzo erano riusciti ad entrare nella Honiro -la casa discografica di Valerio- nella categoria 'Rookies'. Marco era venuto fino a casa mia qualche giorno dopo essermi diplomata; mi disse che voleva chiarire, che era stato un coglione e che forse non gli piacevo più come prima. Aggiunse anche, che la sua 'infatuazione' non era diminuita con il fatto di starmi lontano, ma che -forse- aveva sopravvalutato i suoi sentimenti nei miei confronti. Sembrava avesse qualcosa che non andava, ma non ci feci caso: ero troppo concentrata a pensare che -da lì a qualche giorno- mi sarei ritrovata in casa Apa. Quindi avrei solamente dovuto risolvere la situazione con la mia migliore amica, ma ero troppo egoista e per ora pensavo solo al mio bene. Trascorsi il viaggio ascoltando le parole della persona che nell'ultimo periodo mi rendeva davvero felice e giocando a qualche stupido gioco che avevo installato nel cellulare.

Dopo molte ore di viaggio, arrivai a stazione Termini. Cercai Valerio tra la folla, ma invano. La mia ansia era palesemente aumentata -e non per il fatto che mi trovassi da sola in una città che non conoscevo-, bensì perchè pensai che fosse accaduto qualche imprevisto a Valerio. Controllai le notifiche del cellulare, trovando un suo messaggio che mi chiedeva dove fossi. Proprio mentre stavo rispondendo e mi stavo avvicinando al bar della stazione, sentii qualcuno toccarmi la spalla sinistra. Colta alla sprovvista, sobbalzai.

-Vaffanculo!- gli urlai ironicamente.

-Oh, bel saluto dopo più di due mesi che non ci vediamo!-

-Dai, scemo. Ciao!-

-Ciao scema.- mi rispose mentre ci congungevamo in un tenero abbraccio.

-Devo dire che me lo aspettavo diverso 'sto incontro.- mormorò.

-Perchè? Come doveva andare?- dissi allontanadomi da lui quel che bastava per guardarlo negli occhi. In quel momento notai veramente la nostra vicinanza, ed arrossii abbassando lo sguardo. Purtroppo, essendo praticamente attaccati, finì sul cavallo dei suoi pantaloni e non feci altro che peggiorare la situazione. Fanculo lui e i suoi jeans stretti!

-Beh, magari il saluto poteva essere differente.- continuò fissandomi.

-Ancora con questa storia?!- domandai facendo la finta esausta, staccandomi da lui e recuperando la valigia.

-Dài, vieni: la macchina è di qua.-

-Oh, ma allora è vero che c'hai 'na Smart.- dissi una volta raggiunto il mezzo.

-Eh beh! Pensavi parlassi di auto a random?- domandò ironico, mentre caricai la valigia e salimmo in auto.

-Madò, è davvero piccola!-

-Dammeli tu i soldi per comprarmi un Audi!-

-Non guadagni tanto?-

-Sì, ma non so' Eminem, Tupac... Poi sto mese devo mantenè un bufalo in più.- disse alludendo a me e continuando a guardare la strada. Mi sentii preda del senso di colpa, in quel momento.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora