7.

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Valerio

Ero malinconico, non sapevo esattamente il motivo, ma sono un ragazzo molto lunatico, forse era questa la causa.
Decisi, quindi, di uscire un po' con i miei amici per svagarmi e bere in qualche locale. Appena entrati, l'odore di alcool ci invase le narici ed iniziammo a farci spazio tra la folla per raggiungere il bancone degli alcolici. Bevvi subito qualcosa di forte, dopodiché mi catapultai in pista. Le solite ragazze facili iniziarono ad avvicinarsi ed a muoversi vicino di me. Decisi di bere altri superalcolici perchè quel giorno volevo solo ubriacarmi e non pensare a nulla. Poi uscii per fumarmi una canna: non solo mi rilassava, ma era un'azione che mi faceva riflettere. Ora, cosa alquanto difficile data la quantità di alcool in corpo. L'alcol e l'erba era un mix che mi mandava fuori di testa, sentivo le vene pulsare e la gravità sembrava essere aumentata.

Mi ritrovavo nel lurido bagno della discoteca e stavo baciando con foga una ragazza che mi aveva trascinato in quel luogo. La voce ed i vari scossoni di Sac mi fecero interrompere ciò che stavo facendo. Mi disse che avremmo dovuto aiutare Giorgio perchè stava davvero male.
Un po' scocciato uscii da quella piccola stanza senza rivolgere uno sguardo alla persona che, precedentemente a Luca, aveva la mia totale attenzione.
Trovammo il nostro amico sdraiato per terra, rannicchiato in posizione fetale e tutto sudato. Lo sollevammo dal pavimento e decidemmo che fosse il momento di tornare a casa. Abitavamo nello stesso condominio, era piccolo, con poche abitazioni: giusto per noi. Era un vantaggio: dato che eravamo rumorosi, GL ialtri condomini ci avrebbero costretto a non disturbare, mentre così non c'era alcun problema. Giulio accompagnò Giorgio nel suo appartamento, poi tutti noi ritornammo nelle rispettive abitazioni.
Io mi lanciai sul letto e, nonostante il mal di testa martellante, riuscii ad addormentarmi.

Mi svegliai ed ancora intontito per il sonno, mi portai in cucina dove presi delle pastiglie per il mal di testa.
Erano circa le diciannove e mezza quando ordinai una pizza e poco più di dieci minuti dopo udii il suono del campanello. Scocciato, aprii e mi trovai davanti una bionda carina con una scatola della pizza in mano. Ci scambiammo sguardi non innocui, ma non avevo voglia di interagire con lei. Così pagai, richiusi la porta e mi accomodai a tavola con una birra. Durante la giornata avevo sentito i miei amici solamente per informarmi sulle loro 'condizioni post-sbornia', soprattutto di Giorgio e per informarli che fossi vivo, dato che non ero uscito da casa per tutto il giorno.
Finita la cena ed aspettando che un qualunque film iniziasse, girovagai per i vari social, dove lasciai qualche like e ripostai qualcosa. Avevo sempre le notifiche piene e non amavo vedere tutti quei menzionamenti a caso sui vari post, ma decisi leggerne qualcuna.
Cliccai sul cuoricino di Instagram e, dopo aver scorso un po' di notifiche, una mi saltò subito all'occhio.

*Spazio autrice*
Voglio ringraziare chi segue questa storia e scusarmi se non aggiorno regolarmente.
Al prossimo capitolo!

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora