5.

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Valerio
Ammetto che ero molto stanco, ormai facevo tutto in automatico: il saluto, l'autografo, l'abbraccio, la foto ed avanti il prossimo. Amavo incontrare i miei fan, ma era davvero stancante!
Vidi, poi, una ragazza ferma. Sembrava imbambolata. Mi stavo leggermente irritando: volevo andare a casa per poter farmi una doccia ed andare a dormire il prima possibile, ma lei mi stava solamente facendo perdere tempo. Il mio amico che gestiva la coda formatasi, la scrollò leggermente. Le stava, quindi, scivolando il disco dalle mani, così strinse in tempo la presa per non farlo cadere e mi raggiunse. Misi a fuoco la vista per salutarla e...
Era lei, la ragazza che smise di saltare durante una frase di una canzone. Osservai meglio i suoi occhi: sembrava mancasse una scintilla e che ci fosse una luce spenta a velare le sue iridi coloratissime.

«Ciao.» proruppe lei all'improvviso con un grande sorriso. I miei pensieri avevano preso una manciata di secondi senza che io me ne rendessi conto. Si era finalmente fatta coraggio e potei constatare che avesse una bella voce e dei bei lineamenti. Gli occhi, però, rimanevano la parte migliore a mio parere: erano un misto tra il verde, l'azzurro e il verde acqua, con i contorni di un celeste scuro e qualche pagliuzza di color marroncino si trovava sparsa tra quei colori freddi.
«Hey!» le risposi ricambiando il suo sorriso.


Giulia
Ero riuscita a salire sul palco, avevo Valerio davanti a me! Appena mi vide, non mi salutò: sembrava immerso nei suoi pensieri e non riuscivo a capire perchè mi fissasse in quel modo. Lo lasciai pensare per qualche secondo, dopodiché, un po' spazientita, presi coraggio e lo salutai.
Sembrò risvegliarsi per un momento, poi ritornò nello stato iniziale. Lo fissai meglio anche io e notai negli occhi un riflesso differente.
Si riprese dopo poco, da solo ed all'improvviso, come se qualcuno lo avesse scosso. Ricambiò il saluto e cercai un contatto visivo, che arrivò subito. I suoi occhi erano diversi, sembravano privi della scintilla che prima li popolava.

«Giulia.» mi presentai sorridente.
«Valerio.» rispose.
«Questo lo so.» ribadii con una risatina.
Gli porsi il disco che lui firmò.
«Mi sembrava educato presentarmi comunque.» pronuciò poi, con un'alzata di spalle e facendomi ridere.
Gli chiesi, poi, un abbraccio -non so proprio con quale coraggio!- e naturalmente mi rispose positivo. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò a me con le braccia aperte. Lo imitai e poggiamo i nostri corpi l'uno sull'altro: stare tra le sue braccia mi faceva provare una bella sensazione, avrei voluto rimanerci per molto altro tempo.
Non avevo mai pianto durante il concerto e nemmeno nell'attesa, ma in quel momento mi scese una lacrima che si fermò sulla sua maglia nera dalla scritta in bianco 'GIOVANY' perfettamente abbinata a degli skinny e delle scarpe neri. Rimase qualche altro secondo poggiato a me, poi mise fine a quell'abbraccio.


*Spazio autrice*
Beh, innanzitutto vorrei ringraziarvi per il supporto, grazie per le stelline e per le visualizzazioni.
Se vedete che il testo va a caporiga impropriamente è perchè ho dei problemi con l'applicazione.
Cercherò di aggiornare il prima possibile.
Alla prossima!

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora